venerdì 5 giugno 2015

into the Wald

sottotitolo: "voi se' mati"

..ovvero le due facce di un'impresa epica ma folle.
La faccia di chi l'impresa l'ha compiuta, "Into the wild" è il titolo di un bellissimo film che racconta le avventure solitarie di un ragazzo che fugge dalla civiltà e si rifugia nell'entroterra selvaggio dell'Alaska. Adattandolo alla situazione è uscita una versione del titolo che evoca gli splendidi boschi che ci hanno cullati durante la nostra impresa attraverso i territori della Val di Cembra, di Salorno e di Capriana.
La faccia di chi ti ascolta parlare di quest'impresa o di chi ci ha incrociato lungo il percorso, la domanda era quasi sempre: "da dove venite?" la nostra risposta: "siamo partiti da Masen e stiamo andando a Capriana" a cui seguiva la scontata controbattuta: "voi siete matti.."
Prima di ripercorrere la giornata mi permetto di dedicare questa pagina del blog al nostro eroico Capitano Luca Capelli; ogni impresa, per essere definita tale, ha bisogno di un filo di pathos sotteso che tenga alta la tensione. Ringraziamo quindi la sciatica che ha colpito il nostro eroe ma che non gli ha impedito di concludere i 42,195km programmati; scesa l'adrenalina le gambe non lo hanno più retto in piedi e per qualche giorno ha deambulato con le stampelle; una beffa clamorosa considerando che Luca è un fisioterapista..
Apriamo le danze con il link alla raccolta fotografica dell'evento; tutti i file multimediali sono stati prodotti da "el Leoro" Davide Parisi dotato di GoPro Hero3 e successivamente editati da "el gringo" Paolo Dallagiacoma.
La cronaca della giornata: il sipario si alza alle 6:45 in una tranquilla zona residenziale poco lontano da Rovereto. A casa Capelli la sveglia suona quasi contemporanea nelle due camere adiacenti, "l'ora è giunta, Uomo" pensa "el Gringo" mentre indossa la nuova divisa dei Top Runners. Colazione ricca di carboidrati diversificati per ottimizzare il carico di benzina, ultimi preparativi e poi a casa del Capitano arriva anche Miguelon "mina vagante". Breve briefing col servizio tecnico per predisporre il trasporto delle sacche all'arrivo e si parte, prima fermata Villa Lagarina per raccogliere l'ultimo componente della squadra. La Panda verde si ferma davanti al cancello, "el Leoro" è già in palla e schizza sul sedile del navigatore; inizia il trasferimento della truppa verso la zona di partenza. Tra chiacchiere più o meno serie il team raggiunge velocemente Masen di Giovo dove è posto il km 0, scesi dalla macchina i runners eseguono alcuni esercizi di riscaldamento e sistemano gli zainetti con i rifornimenti. Alle 8:49 il Capitano lancia il segnale di partenza e i piedi cominciano a scalpitare sull'asfalto; il primo tratto, in morbida discesa, serve a riscaldare i muscoli. Il gruppo prende confidenza con l'andatura scandita dal Capitano e i 3km iniziali scivolano via facili. In località Pineta di Faedo bivio secco sulla destra e il fondo diventa sterrato, inizia la prima salita di giornata verso il lago Santo: 5km irregolari ma che si lasciano correre, le ottime condizioni della strada fanno superare agevolmente anche gli impegnativi strappi che talvolta si presentano sotto le scarpette. In questo tratto si alternano in testa "el Leoro" (in grandissima forma) e "el Gringo" che sfrutta il suo peso piuma per rullare alte frequenze. Attraversato il folto e fresco bosco di faggi e larici il gruppo sbuca sulla strada provinciale e raggiunge il lago a quota 1200m; breve giro dello specchio alpino e meritata sosta ristoratrice prima di riprendere la via maestra. Dal lago Santo (9°km) al passo Potzmauer (16°km) la truppa corre via veloce sui facili saliscendi immersi nel verde della val di Cembra, a fare il ritmo davanti ci pensa sempre "el Leoro" che riceve a tratti il cambio dal Capitano. Poco dopo il 17°km un paio di strappi decisi portano la corsa in vetta al 1° GPM di giornata in località Valdonega, dove il gruppo transita trainato da "el Gringo" che si dimostra molto a suo agio lungo le erte sterrate di casa sua. Altra breve sosta per poi iniziare la veloce discesa verso il traguardo della 1/2 maratona dove il plotoncino si presenta compatto e timbra un eccellente 2h20'02"; poco più avanti, in località Cauria, è fissato la prima zona ristoro ufficiale e i runners si concedono qualche minuto di relax con dell'ottimo strudel di produzione locale. La seconda parte del percorso si presenta più ostica della prima, si inizia subito con la dura salita di passo Sella di Cauria che mette a dura prova le gambe degli atleti che continuano compatti dandosi cambi regolari. Il tratto successivo è quello che risulterà il più critico, 4 km di continui strappi e discese che mettono alle corde "el Gringo" (probabilmente a corto di benzina) e successivamente anche il Capitano (che già da qualche giorno soffriva di sciatalgia). Viste le difficoltà palesate dai due atleti il ritmo viene rallentato e il gruppo transita compatto sia al lago Bianco che al lago Nero. Si giunge quindi in vetta al secondo GPM nei pressi di malga monte Corno (quota 1705m) dove la squadra si prende una pausa ristoratrice prima di affrontare la lunga picchiata che porterà al traguardo di Capriana. I runners ne approfittano oltre che per mangiare e dissetarsi anche per scattare delle foto ai paesaggi e alla fauna locale. Con le poche energie rimaste si scende a valle, più si avvicina il traguardo più il morale si alza ed allevia le fatiche; il gruppo conclude la sua impresa con un giro d'onore attraverso le stradine del paese, il cronometro si ferma poco prima delle 5h di corsa nei pressi della piazza centrale di Capriana. Meritata doccia per tutti i runners in attesa della agognata pasta ristoratrice; il pomeriggio prosegue poi in serenità nel fresco giardino messo a disposizione dall'organizzazione. La sera inizia a calare nella vallata e gli atleti fanno rientro alle loro case consapevoli di aver compiuto un'impresa; in occasioni come questa i numeri (che siano km, passaggi, metri di dislivello) non contano nulla. Sono le sensazioni, le emozioni, il sudore, le gambe che bruciano a fare da termometro e c'è da fidarsi se gli atleti stessi hanno definito epica questa giornata.
Per scrivere una pagina di storia come quella appena narrata non basta che qualcuno si svegli un giorno con un'idea folle, ci vuole il coraggio di proporla ad altri e taluni devono essere abbastanza pazzi da condividerla e perseguirla. Uomo, le idee nascono dai singoli ma per trasformarle in imprese epiche serve un manipolo di eroi..
Vi lascio con il video diario realizzato molto artigianalmente dalla redazione multimediale dell'evento; a volte le parole non bastano a raccontare al meglio una storia, solo le immagini riescono a trasmettere certe sensazioni..buona visione :-)