giovedì 27 febbraio 2014

La finestra sulle Dolomiti

Finalmente mi sono preso un paio di giorni di totale relax, e quale posto migliore per farlo se non la mia casetta abbarbicata sui monti di Trento..dopo lungo tempo sono rientrato infatti al mio amato paese natio per staccare un attimo la spina dopo la sessione di esami e i continui impegni lavorativi e sportivi.
In tutti gli ambiti siamo arrivati a tirare qualche somma: per quel che riguarda la scuola ho già accennato al soddisfacente 2 su 3 chiuso lunedì; lato lavoro sono arrivati i risultati dei primi 3 mesi in Sky e anche lì mi sono ben difeso, nonostante il periodo, diciamo che galleggio poco sopra la media di zona e il mio capo è contento di quanto fatto finora; lato sportivo, infine, siamo ancora in fase di carico pesante, ad oggi il tracker dice quasi 400 km negli ultimi due mesi, sabato visita medica e poi domenica 16 marzo il tanto agognato e atteso esordio stagionale. Correrò la StraVicenza, 10 km su percorso abbastanza facile attraverso il centro storico della (non tanto) amata città del Palladio. Visto il riferimento dello scorso anno e considerando la "modesta" sarà un buon test per far assaggiare alle mie gambe un po' di velocità e agilità dopo i tanti kilometri invernali.
Sono ormai a Vicenza mentre scrivo questo post, ma la mia mente sta ancora ripercorrendo la strada che mi ha riportato qui. Anche se il maltempo ha un po' rovinato il paesaggio, nei miei occhi scorrono ancora le immagini degli scorci apprezzati dal finestrino della macchina durante la salita del passo della Fricca, attraverso gli alberi si intravedono le cime che sovrastano i paesi della Valsugana, tutte imbiancate. Ad ogni curva si aprono come tante finestre sulle Dolomiti.
Un paio di questi scorci trovati su internet

Centa San Nicolò innevata

Panoramica del lago di Caldonazzo

martedì 25 febbraio 2014

Everything is awesome!

Gli ultimi giorni sono stati davvero ottimi, sia per il sole splendente che per i miei vari impegni. Gran bei allenamenti, due buone giornate di lavoro e la fine della sessione di esami. Quella non è andata benissimo ma ho chiuso con un incoraggiante 2 su 3 passati, mi sento soddisfatto anche se non totalmente. La cosa più bella è stata però ieri sera, sono andato al cinema con un paio di amici a vedere "the Movie Lego".
Nei giorni scorsi avevo guardato i trailer e letto qualche recensione e se ne parla bene, aggiungendo a questo la mia ben nota passione sfrenata per i mattoncini danesi, ero molto curioso di vedere il film. Quando il mio collega mi ha detto che sarebbe andato ieri sera ho preso la palla al balzo e mi sono auto-invitato alla sua serata al cinema, sfruttando anche il fatto che il lunedì si paga meno. Detto fatto siamo andati dopo lavoro ed è stata una figata, oltre al film la serata è infatti proseguita a cazzeggiare e sparare cazzate in un locale del centro.
Il film è bello, di base è un cartone divertente, bellissimi i disegni e le scenografie costruite totalmente coi Lego; la trama è semplice ma la storia è tutt'altro che banale, ci sono diversi colpi di scena e si resta incollati al video per tutta la durata.
Breve trama, evitando di spoilerare: Emmet è un semplice e banale operaio dei cantieri edili di Bricksburg, si dedica al suo lavoro seguendo con scrupolosità le istruzioni e le regole imposte dal presidente del mondo, lord Business; dopo una normale giornata di lavoro cade in un buco del cantiere e finisce in una sorte di mondo parallelo. Viene catturato dalla polizia che lo ritiene "quello speciale" indicato da una profezia come il salvatore dell'universo ma viene tratto in salvo da Wyldstyle, una strana ragazza. Portato in un luogo segreto viene a conoscenza della profezia e inizia la sua avventura, è lui infatti l'unico in grado di annientare la terribile arma definitiva che potrebbe distruggere l'intero universo Lego.
Di seguito il trailer e la canzone tormentone che pervade la colonna sonora del film (e da cui ho tratto il titolo del post); io ora scappo, mi è venuta voglia di.."costruire un'astronave!!" (cit.)



venerdì 21 febbraio 2014

It's a beautiful day

..così iniziava la puntata di oggi di DJCI, con la memorabile canzone degli U2 a sancire il ritorno del bel tempo ma non solo. Infatti la mia giornata era già iniziata con tanto presobenismo da un paio di ore con una rilassante e tranquilla corsetta mattutina attraverso le ville di m.te Berico e la paradisiaca valletta del silenzio (di cui ho già parlato in un post tempo fa). Considerando che al lavoro dovevo andarci al pomeriggio la mattinata l'ho passata in modalità cazzeggio davanti al pc ascoltando la musica di DJCI in attesa delle perle di Aldo Rock.
Piccola parentesi: da qualche settimana la domenica alle 12 c'è un nuovo programma su radio DeeJay che si chiama DeeJay Training Center; si parla di sport, corsa e ciclismo in particolare, dal punto di vista di noi amatori. Linus si fa accompagnare in questo format da due veri esperti: Stefano Baldini e Davide Cassani; spero che non ci siano bisogno di presentazioni per questi due immensi personaggi dello sport. Il programma in se è fatto molto bene, i conduttori rispondono alle domande più interessanti raccolte dalla pagina Facebook argomentando in maniera semplice ed efficace, tutte le settimane inoltre c'è spazio anche per discutere di alimentazione con un medico specializzato. Unico neo è, purtroppo, lo sponsor (Enervit) che costringe spesso a marchettone pubblicitarie di prodotti integrativi e specifici, di cui io non sono per nulla un fan..
Tornando a ciò che è stato, il pomeriggio è passato allegro e tranquillo in quel del centro acquisti "le Piramidi"; poca gente e poco lavoro. In compenso mi sono visto le gare olimpiche odierne sperando che le nostre girls, Arianna Fontana e le biathlete, portassero gioia e lustro ai colori azzurri. Speranze svanite quasi subito, dopo una splendida prima frazione di staffetta del biathlon (passaggio in testa al primo cambio) la seconda frazionista ha sbagliato molti tiri e si è fatta risucchiare e staccare dal gruppo di testa; sorte simile per la nostra fortissima pattinatrice dello short track, caduta al penultimo giro della sua batteria. Rimangono le gioie di ieri sera, Karolina Kostner è infatti, finalmente, riuscita a vincere una medaglia olimpica dopo i clamorosi flop di Torino e Vancouver.
Vi lascio al weekend con un paio di belle cartoline scattate stamani durante il mio allenamento: la prima è della famosa villa palladiana "la Rotonda"; la seconda e la terza inquadrano la sopracitata valletta del silenzio, con il santuario di m.te Berico a sorvegliare dall'alto

Villa "la Rotonda"
Valletta del silenzio A
Valletta del silenzio B



domenica 16 febbraio 2014

La grande Famiglia

In questo periodo mi capita molto spesso di allenarmi ad orari "particolari", durante la settimana usualmente dopo le 18 mentre sabato e domenica (per questioni di lavoro) al mattino, diciamo tra le 7 e le 9. Ho definito questi orari particolari perché sono di caratteristiche diametralmente opposte: al mattino vige infatti una serena quiete, il sole sta sorgendo (o è sorto da poco) e le strade sono nastri di asfalto silenti e desertici; alla sera invece impera il caotico traffico, il sole sta tramontando e attraversare la strada (rigorosamente sulle strisce) risulta essere un intrepido esercizio di slalom.
Durante questi due momenti distinti e differenti si affacciano sulle strade i componenti di una Famiglia ben nota nel mondo occidentale: i runners. Gli automobilisti e la gente comune spesso definiscono queste strane creature dei deviati, dei malati eppure loro, i runners, manifestano serenità e pace con i loro movimenti ritmici e approssimativamente sincroni.
Il tipico runner si presenta in tuta aderente, solitamente nera, giubbino giallo/arancio fluo, scarpe dai colori sgargianti, berretto o cappello e, se il clima è rigido o piovoso, guanti. Questa comunità di persone condivide una strana propensione a fare fatica senza scopo apparente e i suoi componenti tendono a spostarsi da soli o in piccoli gruppi (massimo 2-3 esemplari); tra loro parlano uno strano linguaggio in codice, composto da numeri, frazioni e parole a metà tra l'italiano e l'inglese.
La cosa che risalta di più è la cordialità e la fratellanza che si instaura tra i componenti di questa grande Famiglia; essi infatti si salutano sempre con un rituale estremamente rigido e definito: se un runner incrocia un'altra persona la osserva per qualche metro (allo scopo di verificare se l'altro appartiene anch'egli alla Famiglia) dopodiché alza lo sguardo, sorride, alza il braccio, mostra la mano aperta e rivolge un "ciao" o un "buongiorno" al famigliare incrociato. Pare che questa tradizione abbia radici profonde e la sua origine stia nell'intenzione dei membri della Famiglia di sostenersi vicendevolmente durante i loro rituali di allenamento. Ogni runner conosce infatti il dolore e la fatica e quindi, riconoscendo un famigliare, tende ad esprimere con questo saluto la sua vicinanza e comprensione nei confronti del fratello.
La solidarietà all'interno della Famiglia è uno dei valori più importanti e alti; al termine di ogni riunione i famigliari si scambiano opinioni sulla missione appena svolta e si caricano a vicenda per i risultati ottenuti. Qualsiasi sia stato l'esito della giornata ogni runner riconosce infatti l'impegno profuso da ogni altro fratello incitandoli a proseguire negli allenamenti per poter migliorare e crescere ancora.
La base della filosofia della Famiglia è il perseguire il nobile (ma utopico) obiettivo di battere se stessi, nei runners si insinua sempre un pensiero, quasi una malattia, che li spinge ad un continuo sottoporsi a prove e allenamenti volti al miglioramento della propria persona, non solo sotto il punto di vista meramente atletico ma anche mentale e spirituale. E' questo fine ultimo che rende i runners persone così serene e determinate che raramente vedrete arrabbiarsi con l'automobilista di turno; li vedrete sempre con l'aria persa dentro i loro pensieri o concentrati sul suono dei loro cronometri, li vedrete contemplare i paesaggi che le città o la campagna offrono oppure con lo sguardo fisso sulla strada puntando qualche metro avanti.
Non guardateli con disprezzo e non giudicateli dei malati o dei pazzi, sono persone normali come voi; hanno solo trovato un scopo molto profondo: quello di costruire una vita migliore a partire dall'esercizio fisico. Sposare la via dello sport come sana attività fisica porta a rivoluzionare la propria vita e garantisce immensi benefici e la corsa è l'espressione più semplice e naturale di questo modo di vivere.
So di ripetermi a citare l'Uomo, Aldo Rock, ma il manifesto dei runners si sintetizza molto bene in una delle sue frasi:
"..non devi correre per vincere, non devi correre per morire.. uomo, devi correre per vivere!"

Buon inizio settimana a tutti

mercoledì 12 febbraio 2014

Come Deming insegna..

Questo pomeriggio durante il mio allenamento mi sono messo a riflettere su molti episodi recenti e ho notato che essi sono tutti collegati da un filo sottile e lineare, come un comune denominatore; un concetto emerge dalla massa dei pensieri e pur essendo apparentemente banale, sta diventando la pietra miliare del mio percorso, in tutti i campi: pianificazione. A partire dal team Lean di JEst, passando per la programmazione dello studio per gli esami e gli allenamenti, il lavoro con Sky e persino la morale ricavata da qualche film visto di recente il dato di fondo rimane sempre quello: la necessità di porsi obiettivi.
La logica di tutto è molto semplice: se pianifichi qualcosa e ti dai degli obiettivi puoi controllare in qualsiasi momento il progredire del tuo fare e di conseguenza puoi agire per modificare il corso delle cose per riportarti in linea. Come dice bene il nostro consulente di project managment: "..senza pianificazione non c'è controllo.."
Da qui il titolo del post odierno, Deming è stato infatti uno dei padri della filosofia Kaizen, molto in voga in molte aziende moderne. La base del suo pensiero è il suo famoso "ciclo", uno schema molto semplice ma altrettanto efficace per rappresentare il modo di fare qualità a livello di produzione industriale; i concetti risultano però applicabili a qualunque campo.
Nel suo approccio Deming parte dal "plan", la pianificazione, durante la quale è necessario capire dove si vuole andare, il risultato di questa fase sono quindi gli obiettivi, la rotta, che una azienda (o nel mio modus di pensare una persona) si pone. Si procede con il "do", il fare; il momento in cui si perseguono gli obiettivi pianificati. Gli obiettivi hanno tre caratteristiche fondamentali: devono essere reali, sfidanti ma soprattutto misurabili; solo così si potrà esaminarli durante la terza fase, il "check". Durante questa fase si misura cosa si è realizzato e lo si confronta con gli obiettivi; questa fase è cruciale perché l'analisi degli scostamenti (sia in negativo, sia in positivo) è il principale input per la quarta e ultima fase: "act"; ovvero agire affinché gli errori non si ripetano e fare in modo che le cose buone emerse diventino uno standard; implementare quindi miglioramenti risultanti dall'analisi precedentemente fatta. E' in questa fase che si consolida l'esperienza acquisita e si preparano i miglioramenti che saranno il viatico verso il prossimo giro di ruota, il successivo step di pianificazione. Il tutto è mirato per tendere ad essere un circolo virtuoso, fatto di piccoli e costanti miglioramenti.
Ognuno di noi può applicare questa filosofia nella propria vita e cercare di andare avanti passo dopo passo in un'ottica di continuo miglioramento. Vi lascio con qualche link di approfondimento su Deming e la filosofia Kaizen:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_di_Deming
http://it.wikipedia.org/wiki/W._Edwards_Deming
http://it.wikipedia.org/wiki/Kaizen

Ciclo di Deming


domenica 9 febbraio 2014

Olimpiadi

E' arrivato il 7/2/2014, data molto curiosa, e iniziano le Olimpiadi Invernali. Polemiche sottaciute e non-boicottaggi a parte si tratta di un evento planetario che coinvolge miliardi di persone tra atleti, spettatori, volontari e lavoratori vari; necessità di moltissimi investimenti e smuove altrettanti fiumi di denaro diretto e indotto. 
Vorrei parlare del lato sportivo dell'evento dalla parte di chi gli sport li pratica e li guarda con passione in tv o dal vivo. Tutti gli appassionati e praticanti sportivi hanno l'opportunità di immedesimarsi nei campioni di oggi ed emozionarsi per le performance degli atleti impegnati nelle varie discipline. 
Tre le considerazioni che mi accompagnano in ogni edizione delle Olimpiadi (invernali o estive che siano).
La prima è che il periodo olimpico è una magnifica vetrina di ogni tipo di sport, anche i più sconosciuti, è molto divertente vedere la gente che si appassiona per discipline come il curling, il biathlon, il salto con gli sci; tutte pratiche di nicchia ma che rispecchiano la varietà e l'universalità dello sport.
La seconda è l'internazionalità delle Olimpiadi, è forse la parte più divertente della cerimonia di apertura vedere la sfilata delle nazioni partecipanti; ci sono nazioni disperse ovunque nel mondo, in mezzo al mare o ai continenti, che portano atleti a questo evento; è una vera festa planetaria di persone sorridenti e colorate (e non solo per esigenze di copione..) 
Questa considerazione è seguita a ruota dalla terza: le Olimpiadi sono per tutti. Non tutti sanno che ogni federazione nazionale recepisce i requisiti del CIO e stabilisce i criteri di qualificazione. Alcuni paesi pongono, ovviamente, limiti molto esigenti per selezionare gli atleti e mandare alle Olimpiadi solo il meglio che possano offrire; mentre altre nazioni applicano il principio di de Coubertin "l'importante è partecipare" e lasciano dei criteri molto basici per poter essere presenti all'evento. 
In teoria ogni sportivo di qualsiasi nazione può conquistare il pass olimpico e questo rende le Olimpiadi un appuntamento imperdibile e indimenticabile (oltre al fatto di disputarsi ogni 4 anni). Chiunque di noi potrebbe arrivarci e sono quindi il sogno, più o meno nascosto, di ogni atleta di qualsiasi disciplina. Inoltre, come disse una volta un atleta medagliato, "..i campioni del mondo cambiano ogni anno, campioni olimpici lo si è per sempre.." 
La Carta Olimpica è un documento, una sorta di Costituzione dei Giochi Olimpici e viene aggiornato di volta in volta dal CIO. I vari articoli rappresentano i binari che le istituzioni devono seguire nell'organizzazione delle Olimpiadi. L'ultima revisione è datata 3 settembre 2013 e nella lettura mi ha colpito profondamente il primo principio fondamentale: poche righe in cui c'è il vero senso e spirito olimpico. Ve lo riporto senza neanche tradurlo dall'inglese perché è estremamente semplice, chiaro e spaventosamente profondo:
"Olympism is a philosophy of life, exalting and combining in a balanced whole the qualities of body, will and mind. Blending sport with culture and education, Olympism seeks to create a way of life based on the joy of effort, the educational value of good example, social responsibility and respect for universal fundamental ethical principles."



martedì 4 febbraio 2014

Correre o nuotare?

Questo è il dilemma. Come avrete notato dai telegiornali Vicenza, ma non solo, è nuovamente sott'acqua; come già ricordato è la terza volta in 4 anni che i fiumi di Vicenza creano problemi. Tutto il Veneto è interessato da questa ondata di maltempo tanto che il governatore, sig. Zaia, ha dichiarato lo stato di calamità.
Tra ieri e oggi sono stati sommersi diversi tratti dei miei abituali percorsi di running e, in attesa che il tempo migliori, mi sono dedicato a un po' di giornalismo tra internet e reportage fotografico col telefonino. Ecco il risultato di una mattinata a spasso per la città


Ponte degli Angeli
Mensa Università
Segreteria Università