venerdì 7 ottobre 2016

Punto di rottura

Sottotitolo: la vita non è un film

Martedì sera, ore 18:25, sono da poco uscito dal lavoro e sto correndo in ciclabile, la tabella prevede 1h a 4’40”/km; sono per strada da circa 15 minuti, il cruise control lavora bene e navigo tranquillo in direzione Milano.
Ad un tratto un gruppetto di ciclisti sfreccia alla mia sinistra, senza sapere come o perché volo via e finisco nella scarpata; passa qualche secondo ho dolori in ogni parte del corpo, cerco di rialzarmi ma il braccio con cui faccio forza cede di schianto e mi trapassa un’altra fitta terrificante. Decido di rimanere disteso nell’erba e cerco di capire cosa sia successo. Poco distante vedo un’altra persona anche lui steso nella scarpata, guantini e caschetto, è un ciclistica. In un baleno riesco a ricostruire la dinamica, uno di quelli che mi stava sfrecciando accanto mi ha centrato in pieno e siamo entrambi volati nella scarpata a lato della ciclabile. Inizio a tastare il mio corpo cercando di fare la conta dei danni subiti, i primi riscontri sono decisamente poco confortanti: spalla dolorante, la testa dell’omero sembra fuori posto; scendendo ho forti dolori alle costole soprattutto al lato sinistro; qualche graffio su braccia e gambe; botte varie e distribuite un po’ dappertutto. Cerco di muovere la spalla per capire quanto grave è il danno, a fatica e con gran dolore sembra ruotare e tornare in asse; mi tiro su in posizione seduta ma ho continue fitte al torace. Immerso nel mio limbo di dolore e incomprensione neanche mi accorgo che c’è una persona che mi sta parlando con faccia decisamente preoccupata. Rientro nel mondo reale e inizio a comunicare con questa buon’anima rassicurandolo delle mie condizioni, lui mi risponde che sta arrivando l’ambulanza.
Passano altri 10 minuti prima che i crocerossini ci carichino entrambi e ci portino al pronto soccorso, nel frattempo riesco ad alzarmi da solo e muovere qualche passo. Il ciclista è invece ancora disteso e lo devono trasportare con la barella. Giunti in ospedale ci vuole quasi un’ora di attesa prima della visita preliminare, l’ortopedico mi manda poi a fare i raggi e anche li altra attesa. Il responso definitivo arriva alle 21 circa: sublussazione alla spalla e due costole incrinate; 10 giorni di tutore e più di un mese per ristabilirsi completamente. Un foglio di carta che suona come una condanna sulla strada per Venezia, niente maratona, stagione finita.
Mentre torno a casa in autobus ancora sporco d’erba e di polvere troppi pensieri occupano la mia testa, cerco di distrarmi guardando fuori ma il paesaggio e la brevità del percorso non aiutano. Arrivato a casa cerco di farmi una doccia, nonostante i continui dolori a spalla e costole riesco a lavarmi; insieme all’acqua se ne vanno anche un po’ di pensieri. Avrò qualche giorno di riposo forzato e poi tornerò a lavorare, il medico dice che dalla settimana prossima potrei provare anche a guidare la macchina se il tutore non mi dà troppo fastidio, il 13 andrò a fare un visita di controllo e decideranno se devo tenerlo o meno. Per la corsa se ne riparlerà verso il 20 di novembre quando le costole saranno guarite del tutto.
Nel cinema vanno tanto di moda le trilogie e Venezia doveva essere il mio terzo capitolo nella saga delle maratone, purtroppo la vita non è un film ed il mio rimane incompiuto, senza lieto fine.

giovedì 22 settembre 2016

La coperta grigia

La prima sveglia d’autunno suona all'alba nella casa nuova e quasi completa, trasloco ufficialmente terminato nello scorso weekend e chiavi vicentine riconsegnate al proprietario un po’ triste per la mia partenza.
Tempo di vestirsi e via a correre in ciclabile mentre la periferia e la campagna stanno ancora sonnecchiando sotto una comoda coperta di nuvole. Il cielo di Milano sta rispettando le consuetudini autunnali, presentandosi col suo tipico manto grigio mattutino che andrà via via diradandosi col passare delle ore. Se adesso, a settembre, il calore del sole è ancora sufficiente ad aprire varchi nelle nuvole, verso novembre invece difficilmente avrà la forza di scalfire la nebbia. ElGringo marcia sicuro lungo la strada senza preoccuparsi delle enormi pozzanghere, spiacevole lascito dei nubifragi degli ultimi due giorni; manca solo un mese alla maratona di Venezia, il più è stato fatto, si tratta solo di rifinire gli ultimi dettagli e di tirare un po’ il fiato prima del grande giorno. Le sensazioni e la condizione sembrano buone, peccato non avere un riscontro serio, la scarsità di gare in zona da appuntare sul calendario non permette di inserire un test probante in questo periodo. C’era la possibilità di correre una mezza maratona ma il coach preferiva qualcosa di meno impegnativo, domenica dunque mi sono prodigato in una simulazione di gara sui 16km; risultato cronometrico confortante nonostante un clima decisamente sfavorevole.
Il prossimo weekend si preannuncia intenso, sabato arriva finalmente il materasso e tocca mettere ordine in camera visto che i vestiti sono ancora tutti ammassati nelle valigie; sicuramente sarà necessario anche un giro in qualche negozio per comprare un paio di mobili (scarpiera e una cassettiera) per completare l’arredamento ed inoltre dovrei pulire il box auto (e se avanzo tempo anche la macchina).
Conseguenza inevitabile dunque il rinvio della gita a Milano, dovrò ancora qualche giorno prima di poter passeggiare in piazza Duomo confuso in mezzo ai locali ed ai turisti sempre numerosi; stavo pensando addirittura di far coincidere questa “prima volta” con una gara di corsa, giusto per fare il mio debutto nella nuova città al meglio ma la DeeJay Ten del 16 ottobre ha visto i circa 30mila pettorali bruciati in pochi giorni. Dovrò accontentarmi di esplorare la grande city a modo mio, biglietto giornaliero per i mezzi alla mano e scarpe comode per colmare i buchi dei trasporti pubblici; sarebbe cosa gradita avere un guida, magari carina, che mi porti a spasso e mi faccia conoscere gli angoli più o meno noti del centro ma per ora nulla di nuovo sul fronte amicizie.
Gray Skyline

venerdì 2 settembre 2016

Casa nuova, vita..vecchia

Dopo la lunga e rigenerante pausa estiva trascorsa tra i monti trentini si torna alla vita ordinaria. Tempo di trasloco e quindi di cambiamenti a cominciare dalla casa; appartamento più grande e più confortevole, dotato di climatizzatore e con il riscaldamento a pavimento, unica piccola pecca è l’assenza del balcone ma per il resto sono messo davvero bene. Il comune di Binasco è a metà strada tra Milano e Pavia, in mezzo alla pianura ma anche in mezzo al verde, a due passi dal naviglio e dalla ciclabile; la distanza dal lavoro è minima, meno di 2 km, e in paese ci sono tutti i servizi: supermercati, bar e pizzerie, banche, c’è persino lo stadio d’atletica.
Se l’ambiente cambia lo stesso non si può dire della vita, la giornata tipo si discosta di poco da quella vicentina. Ci si alza un po’ prima, ma solo per sfruttare l’aria mattutina per andare a correre, per il resto la solita routine lavorativa rallegrata a tratti dall’umorismo del nostro commerciale interno.
Manca poco più di un mese a Venezia e il “ritiro in altura” è servito a passare la boa di metà strada macinando kilometri nei freschi boschi tra val di Cembra e altopiano di Piné, ora arriva la parte tosta di lavoro specifico per migliorare la velocità di crociera. Domenica il primo lunghissimo padano corso a lato dell’autostrada dell’acqua meglio nota come naviglio Pavese, sulla cui sponda è stato steso un nastro d’asfalto che per lunghi tratti gode dell’ombra dei pioppeti. L’unico reale pericolo sono i ciclisti che popolano in gran numero il percorso e sfrecciano a velocità stile Giro d’Italia. Durante questa prima uscita pochissimi i runners, forse per l’ora mattiniera o forse per il caldo che comunque picchia forte in mezzo alle risaie; percorso quanto mai lineare e senza difficoltà altimetriche, giro di boa nei pressi della nota Certosa di Pavia. Due ore e spiccioli trascorse ad un metro dal naviglio e ad almeno trenta dalla statale, lambendo i numerosi paesini stesi al sole in mezzo alla pianura.

Il poco tempo libero che mi è restato prima di ricominciare a lavorare l’ho passato tra Ikea e centri commerciali per mettere a posto alcune cose dell’appartamento; un paio di mobili, lo specchio per il bagno, lampadine e un po’ di cose colorate per accendere il grigio perla dell’arredamento molto sobrio messo dal padrone di casa. Padrone di casa poco attento e poco incline alle esigenze degli inquilini, vari i problemi segnalati alla consegna delle chiavi (il 10 agosto) e che solo questo weekend è riuscito a risolvermi, dopo innumerevoli solleciti. Finalmente ieri mi hanno collegato la lavatrice e solo oggi posso dirmi pienamente in possesso di una casa bella e funzionale..
Sunset@Living room

domenica 31 luglio 2016

Last lap

In una uggiosa e poco estiva mattinata si consuma il mio ultimo giro di pista a parco Querini. Molto probabilmente è stato il mio ultimo allenamento in quel di Vicenza, ormai da un mese sto facendo il "pendolare" per lavoro andando settimanalmente avanti e indietro da Milano e sto prendendo confidenza con i percorsi tracciati tra le risaie e le cascine del parco agricolo. Inizia domani l'ultima settimana prima della chiusura per ferie, tre settimane di meritato relax che trascorrerò tra l'amato Trentino e la nuova maison meneghina che stanno rifinendo in questi giorni; consegna delle chiavi prevista tra il 9 e il 12 agosto ma è possibile che riescano a finire già per il 5. Durante le ferie toccherà quindi traslocare, dopo qualche valutazione preliminare ho notato che la roba da portarmi a Milano non è neanche così tanta, escludendo la bicicletta con un solo viaggio in macchina dovrei essere in grado di trasferire praticamente tutto.
Come si diceva ultimo giro, a conclusione di un allenamento abbastanza tranquillo; partenza poco dopo le 8:00, cielo coperto, temperatura poco gradevole vista l'umidità e minaccia di pioggia decisamente concreta. Bastano un paio di km per vedere i primi scrosci ma si sa, la pelle è impermeabile, quindi avanti tutta incuranti di tutto; tra l'altro non sono l'unico a pensarla così, altri due runners mattinieri proseguono imperterriti nel loro incedere sullo sterrato del parco. Diciamo anche che gran parte del giro è ben protetto dalle fronde degli alberi che adornano il parco e la pioggia solo a tratti risulta diretta e fastidiosa. Nemmeno i conigli sembrano preoccuparsi di ciò che succede, continuano nelle loro corse sfrenate nel grande prato per poi sdraiarsi a lato dei vialetti per osservare questi animali dalle gambe lunghe che volano via veloci sui sentieri del parco. Un po' mi mancherà questo "pubblico" silenzioso, la fauna delle risaie e dei campi di mais è molto più schiva e poco appariscente.
Parlando di allenamenti non posso esimermi da un commento sullo stage 01 della road to Venice, domenica scorsa si è corsa in un remoto lembo dell'altopiano di Asiago la Enego-Marcesina, mezza maratona su un tracciato davvero entusiasmante dal punto di vista paesaggistico ma altrettanto esigente dal punto di vista atletico. Sebbene la località Marcesina sia nota per la piana usata tuttora come alpeggio estivo è intervallata da diversi rilievi che rendono i percorsi delle piste per lo sci di fondo della zona molto impegnative. Proprio lungo queste strade e sentieri si snodano i 21,097 km di gara che vedono al via circa 450 atleti, numero davvero alto per una manifestazioni così giovane (3a edizione) e particolare. Si capisce subito che il livello medio degli atleti non è così elevato, i primi due scappano già in partenza e si giocheranno la vittoria in volata con un margine di circa 5' sui pochi eletti in grado di restare sotto il muro degli 80'. Dal mio punto di vista più che gara si trattava di un test per vedere a che punto della preparazione sono arrivato, la risposta che ho ottenuto non è stata positiva ed incoraggiante come speravo alla vigilia. Andatura che cerco di controllare senza farmi trascinare dalle solite lepri che partono a mille; 22'36" ai 5km, sfruttando lieve dislivello a favore, 46'14" al 10°km dopo aver valicato la prima salita ed infine 1h01'11" al 13°km; lì praticamente finisce la mia gara, salendo verso il 14° il passo si fa lento e pesante, nella successiva discesa le gambe non riprendono a girare come dovrebbero ed io mi "accontento" di procedere evitando crolli. Intenzioni esaudite solo in parte, l'ultimo strappo mette a dura prova la mia resistenza soprattutto quella mentale; ci vuole davvero tanto impegno per scavalcare le pendenze a doppia cifra che conducono al 20°km, ciò che mi traina, nonostante la grande fatica, lungo la salita è il pensiero che poi sarà solo discesa fino al traguardo. Aggrappato a questa convinzione tento un timido rilancio in vista del cartello per poi lasciarmi guidare dai lunghi e ampi tornati che mi portano giù verso l'arrivo. Ai -700 il solito moto d'orgoglio va a pescare benzina e zucchero laddove non si pensava ce ne fossero ancora, gli ultimi 500m sono una lunga planata di corsa lunga ed inaspettatamente elastica che mi permettono di limare qualche posizione e rubare qualche secondo al crono finale. Rimane un comunque deludente 1h49'48" che dice di condizione ancora molto scarsa, per fortuna la strada per Venezia è ancora lunga, ci sono ancora due mesi e mezzo per macinare kilometri e per migliorare un po' la velocità di regime del motore.
Agosto inizia come mese cruciale sotto molti aspetti, per quel che riguarda la corsa confido nel mite clima trentino per fare i necessari passi avanti verso Venezia, una volta ultimato il trasloco e stabilizzato la situazione lavorativa sono sicuro le cose inizieranno ad essere un po' più semplici e regolari.



martedì 19 luglio 2016

Alba padana

Post che arriva in ritardo di qualche giorno, la bozza la stavo scrivendo venerdì sera ma gli eventi internazionali hanno un po' spostato la mia attenzione. 
Non mi piace mai fare discorsi politici o esprimermi sulle questioni internazionali in quanto le ritengo molto più complesse e impossibili da districare per noi piccoli uomini; purtroppo non posso fare a meno di notare e passare oltre ai commenti degli esperti di internazionalità che bazzicano i social e a questo punto un pensiero sensato e ragionato forse vale la pena esprimerlo.
I fatti americani, francesi e persino quelli turchi mettono in luce un filo rosso che secondo me li collega tutti, l'umanità sta lentamente ma inesorabilmente degenerando a causa di un "male" che sta dilagando a macchia d'olio senza distinzione di nazionalità, religione e sesso: l'odio. Sarà opinione mia ma trovo che questo sentimento sia l'esatto opposto del rispetto, sempre più raro da trovare nella gente. L'andazzo generale che si riscontra quotidianamente per strada è la cosa più inquietante che noto, nessuno saluta più, si fatica a sentire qualcuno che ringrazia, il tono della voce di chi parla è sempre alto e spesso incattivito da espressioni volgari, ovunque si vada si vede l'incessante rifiuto delle regole e di quella che si definisce "educazione civica". In questa sorta di anarchia egoistica in cui ciascuno si sente padrone di un suo mondo ed è in perenne conflitto col vicinato, i fatti prima citati risultano essere solo episodi eclatanti di un sentimento diffuso e radicato che quotidianamente erode la serenità di chi prova a vivere cercando integrazione, dialogo e condivisione.
Chiusa questa parentesi passiamo a cose un po' più frivole. Finalmente la direzione si è decisa a darmi qualcosa di concreto da fare e dalla settimana scorsa sono in trasferta a Milano (per la precisione nel quasi insignificante paese di Vernate) per iniziare a gettare le basi in vista della mia assegnazione definitiva allo stabilimento. Il gruppo Zincol ad inizio 2015 ha acquisito la zincheria Origoni, che ha sede nel piccolo comune subito al di fuori della cintura sud di Milano. Inizialmente la proprietà ha inserito un proprio rappresentante a sovrintendere e coordinare le attività per allineare la gestione a quella degli altri impianti. Dopo circa un anno e mezzo dall'acquisizione le cose sono migliorate molto ma si sentiva la mancanza di una figura di riferimento e di collegamento per gli aspetti tecnici ma soprattutto gestionali per gli ambiti di qualità (prodotto e processo), ambiente e sicurezza. Da qui il mio percorso di inserimento, inizialmente presso la sede centrale per apprendere le basi del sistema di lavoro e incamerare tante più nozioni sulla zincatura nel minor tempo possibile; in seguito andare a supportare il personale di Vernate per una gestione migliore delle tematiche. Mentre mi barcameno tra procedure da implementare, istruzioni da scrivere e registrazioni da archiviare non mi faccio mancare gli allenamenti; sono ormai alla vigilia della prima tappa ufficiale sulla road to Venice. Domenica correrò sull'altopiano di Asiago una bella mezza maratona tra boschi e pascoli, la Enego-Marcesina, in questi giorni sto andando a correre veramente presto, di solito la partenza è tra le 5:30 e le 6:00. Da qui il titolo alba padana, quella che quasi tutti i giorni mi accompagna tra le grandi risaie e i filari di pioppi tipici della campagna milanese e pavese; strade strette e deserte che si dipanano sugli argini dei canali che corrono tra una cascina e l'altra, lunghi rettilinei che puntano l'orizzonte lontano dove si stagliano montagne maestose. Sembrerà strano ma persino quaggiù, dispersi in mezzo alla pianura padana, lanciando lo sguardo verso nord e sfruttando il cielo azzurro terso del mattino presto si vedono sagome rocciose che emergono dalla linea piatta. La mia nuova "montagna polare" è ancora anonima, le mie conoscenze geografiche lombarde/piemontesi sono davvero scarse, avrò tempo di indagare e ve ne darò conto.
Appuntamento quindi a domenica, elGringo andrà all'assalto dell'altopiano di Asiago, se non sapete cosa fare o se avete voglia di farvi una gita in montagna passate a farmi il tifo, partenza alle 9:30 e arrivo (si spera) verso le 11 al centro del fondo di Enego. Voi portate voce ed entusiasmo, alle birre ci penso io :-)

sabato 9 luglio 2016

The bitter end

Per la serie "non sempre le favole hanno il lieto fine", ovvero trovarsi a vedere una finale in cui si poteva essere i protagonisti.
Vigilia dell'epilogo dell'Europeo di calcio più bizzarro di tutti i tempi dove i luoghi comuni e le tradizioni pluridecennali sono state frantumate da alcune pagine che resteranno per moltissimo tempo negli annali di questo sport. Osservando solo il nome delle finaliste, in realtà, sorprende relativamente poco vedere il Portogallo contro la Francia (che era decisamente tra le favorite); andando a ritroso nei turni eliminatori invece le "anomalie" diventano la norma.
Per farla semplice diciamo che ogni squadra arrivata ai quarti ha disputato una o due partite assolutamente al di sopra di ogni previsione. In primis l'Italia che si è giocata ben due jolly contro il Belgio e contro la Spagna; due match dove la classe operaia di Conte ha messo in crisi fior di milionari talenti facendo due semplicissime cose: corsa e passaggi precisi. Purtroppo contro la Germania sono stati loro a giocarsi il jolly sfruttando la poca qualità italiana in mediana per fare possesso ed evitare di esporsi alla velocità dei nostri incursori. La lotteria dei rigori ha poi sancito il nostro finale amaro. Finale amaro a cui pochi giorni dopo è approdata la stessa corazzata tedesca che si è vista scardinare dai galletti francesi in stato di grazia divina; dall'inizio degli Europei i due blues Griezman e Payet stanno trasformando qualsiasi pallone in oro, per la gioia di Deschamp e di un'itera nazione. Proprio i sopracitati attaccanti transalpini sono stati i giustizieri di una delle favole più belle scritte in questa manifestazione: l'incredibile Islanda. I nordici passano il turno grazie ad un gol in pieno recupero nell'ultima partita dei gironi per poi compiere il miracolo sportivo contro i "maestri del calcio" inglesi. Anche per loro, purtroppo, arriva ai quarti il finale amaro; nonostante una partita generosa i francesi surclassano in qualità tecnica gli islandesi rispedendoli sull'isola del ghiaccio e dei vulcani. L'ultima favola calcistica è quella gallese che termina in semifinale dopo aver vinto il proprio girone ed aver annientato i talenti del Belgio con una partita perfetta; il loro finale amaro porta la firma di CR7, Cristiano Ronaldo. Nonostante un Europeo al di sotto delle aspettative il reuccio del pallone si è fatto trovare puntuale in tutti i momenti critici trainando la sua squadra fuori dai guai a suon di assist e anche di gol decisivi.
Rimane il capitolo finale che, visto il percorso delle squadre, risulta molto più incerto di quanto non potesse essere immaginato un mese fa. Se la Francia infatti arriva da favorita per la storia e per quantità e qualità di organico, il Portogallo ha dimostrato nella partita secca di potersela giocare contro chiunque grazie alla capacità di adattarsi all'avversario, contenerne i punti forti e giocare su quelli deboli per portare a casa la posta. In Champions League a spuntarla è stato proprio CR7 e il suo Real Madrid sull'Atletico di Griezman (secondo me il francese più incisivo); domani sera sapremo chi alzerà la coppa.
A margine si segnala che sempre in Francia si sta correndo il Tour e che questo pomeriggio si è corso il primo tappone su e giù dai Pirenei; per la cronaca si è imposto Froome con un incredibile e assolutamente inatteso attacco in discesa ai -15km dal traguardo conquistando tappa e maglia gialla. Domani si riparte con altri 5000m di dislivello in terra spagnola con arrivo in salita ad Arcalis in Andorra; vedremo chi avrà il coraggio di provare a ripagare con la stessa moneta lo sfregio subito oggi dal frullatore britannico. Per noi italiani occhi puntati su Aru che finora si è ben comportato; Nibali ha dato qualche segnale ma si sapeva non essere allo stesso livello degli avversari, il suo Tour è infatti un allenamento speciale in vista delle Olimpiadi.
ElGringo intanto prosegue sulla road to Venice con allenamenti all'alba; il cambio di clima si è sentito molto in quel di Vicenza, il forzato cambio dei ritmi della giornata è stato digerito con non poca fatica. Il sempre più prossimo trasloco aggiunge un po' di stress al tutto ma le sensazioni stanno migliorando e finché il cielo resta sereno non vale la pena preoccuparsi. Mi aspetta un Luglio decisamente intenso e spero di riuscire ad avere un riscontro positivo dalla prima vera tappa verso Venezia. L'appuntamento segnato a calendario è per domenica 24 sull'altopiano di Asiago, elGringo sarà ai nastri di partenza della mezza maratona Enego-Marcesina.
Ci si prepara inoltre alla trasferta milanese che nelle prossime settimane mi terrà impegnato nel lavoro, quattro giorni immerso nella pianura lombarda per poi rientrare ogni venerdì alla casa base vicentina. Ringraziando anticipatamente l'aria condizionata che mi terrà compagnia negli uffici vi rimando alla prossima puntata

domenica 26 giugno 2016

Settimane fuori porta

Periodo lavorativo molto intenso, chiuso da un weekend poco riposante nella madre Patria Trentino; questo il riassunto degli ultimi quindici giorni. Il direttore tecnico ha finalmente definito il mio programma di trasferimento verso Milano, partirò a metà luglio facendo quattro giorni lì e rientrando il venerdì preso la sede; nel frattempo girerò gli altri stabilimenti per vedere l'applicazione del sistema organizzativo nelle varie realtà. Inizialmente è toccato a Noale, dove sono rimasto due giorni facendo il pendolare da casa; mentre nella settimana appena conclusa sono stato ospite dell'impianto di S. Vito al Tagliamento trascorrendo tre giorni nella tranquilla provincia di Pordenone. Classico albergo di paese, meta di lavoratori che vengono mandati in trasferta, scarsa la presenza di ospiti nei giorni di mia permanenza, a detta della titolare il periodo migliore è quello invernale quando le tante aziende a direzione tedesca mandano i loro impiegati a tirare le somme dell'anno.
Giovedì breve "gita" anche in quel di Milano in occasione della visita ispettiva per la certificazione; molta curiosità da parte dei miei futuri colleghi ma anche da parte mia; finalmente inizio a conoscere l'ambiente e la zona dove, quasi sicuramente, andrò ad abitare. Periferia sud di Milano, a metà strada tra la metropoli e la città di Pavia; zona di campi, capannoni e piccoli paesi distesi sull'immensa pianura Padana. Vernate, comune di pertinenza dello stabilimento, è talmente immerso nella provincia lombarda che neanche nelle giornate più terse riesce a regalare la vista delle montagne all'orizzonte. In compenso tanto verde e la vicinanza del naviglio Pavese, antica via di transito merci tra Milano e Pavia, ora fonte d'acqua per i sistemi di irrigazione nonché percorso ciclabile molto ben tenuto e frequentato.
Per la casa nuova la scelta è stata Binasco, centro abitato abbastanza grande per garantire servizi essenziali quali un grande supermercato, banche, pista d'atletica; posizionato sulla direttrice Milano-Pavia è ottimamente collegato ad entrambe le città e giace a due passi dall'autostrada Milano-Genova e dalla tangenziale ovest il che offre una serie infinita di vie di fuga in caso di necessità. La questione casa dovrebbe decidersi in una decina di giorni, mentre il trasloco vero e proprio lo farò durante la chiusura estiva, verso metà agosto.
Parentesi sportiva che si apre con gli Europei di calcio, l'Italia passa il turno nonostante si faccia battere dall'Irlanda schierando le riserve e giocando la peggior partita dell'era Conte. Poche ma interessanti sorprese quelle che arrivano dagli altri gironi: il Portogallo passa come ripescata in un girone teoricamente semplice (Ungheria prima e Islanda seconda) e trova la Croazia che battendo la Spagna diventa la favorita della parte sinistra del tabellone; il Galles vince il girone del derby con l'Inghilterra. Tra le escluse ci sono i grossi nomi di Svezia, Russia e Austria che alla vigilia venivano accreditate di sorte migliore; resta fuori anche l'Albania che quindi non vede il lieto fine tanto sperato dopo la favola delle qualificazioni.
Nota a margine: avendo scritto il blog nella mattinata di sabato non avevo ancora i risultati dei primi match delle eliminatorie; alla luce delle partite di sabato la Croazia si suicida sportivamente contro il Portogallo facendo di tutto per non segnare, fino ai supplementari. Come si sa a quel punto non sempre i più forti vincono e basta poco per girare la partita, classico contropiede e la velocità dei portoghesi sorprende la difesa croata, lancio di C. Ronaldo il portiere fa quello che può ma Quaresma mette nel sacco. Nelle altre partite la Polonia passa ai rigori contro la Svizzera mentre il Galles vince un'altro derby inglese contro l'Irlanda del Nord, il tabellone si chiuderà stasera con Belgio-Ungheria.
Se da quel lato c'è il nuovo che avanza, dall'altra parte del tabellone si trovano tutte le cosiddette nobili del calcio europeo; si comincia con la Francia (contro l'Irlanda) seguita dalla Germania (contro la Slovacchia). Lunedì il big-match tra Italia e Spagna mentre si chiuderà con l'Inghilterra che se la vedrà con l'Islanda.
Di altro sport meglio non parlare, proprio ieri un'anonima presenza de elGringo alla Molveno Lake Running, gara di circa 13km attorno al noto lago incastonato nelle Dolomiti di Brenta. Percorso davvero tosto il tracker dirà 512m di D+, non c'è stato un metro di pianura nei primi 10km e i continui saliscendi rendono difficile tenere il ritmo; dopo il giro di boa ci si mette pure il sole che picchia in testa per tutti gli ultimi 5km. Da parte mia una partenza un po' allegra, passaggio discreto al 3°km ma poi subisco inesorabilmente le continue difficoltà altimetriche del tracciato e il ritmo cala vistosamente, andando verso il giro di boa capisco che non è giornata e spengo il cervello lasciando scivolare via gli avversari che mi superano. Qualche rigurgito di orgoglio emerge verso il 10°km dove il percorso diventa più facile e il cervello cerca di reagire, a quel punto sono però le gambe a non rispondere più come ci si aspetterebbe; purtroppo i pochi km che il motore ha accumulato da inizio anno non mi consentono di risalire la china più di tanto. Recupero un paio di atleti che rantolano lungo la spiaggia e abbozzo una progressione nel kilometro finale giusto per rendere meno amaro il pomeriggio. Il risultato finale non lascia spazio ad alibi, c'è ancora molto da lavorare sulla via per Venezia..

martedì 14 giugno 2016

Squadre vincenti

In mezzo alle tempeste che si stanno scatenando sulle città italiane qualche spiraglio di sole si affaccia qua e là. Raggi di sole soprattutto nello sport, sia dal punto di vista personale che da quello nazionale.
Inizio dai miei allenamenti, sempre più intensi, finalmente arriva qualche riscontro cronometrico positivo; sempre con l'occhio vigile alle condizioni meteo mi trovo spesso a dover prevedere delle finestre di non pioggia per poter uscire tranquillo e pensare solo a quello che devo fare. Mi trovo così in tabella 1h su saliscendi da fare un martedì sera, ne escono 13km su e giù per le salitelle delle ville palladiane (dislivello positivo totale di quasi 350m) oppure il bellissimo lungo di domenica mattina attraverso i borghi della periferia nord di Vicenza, 18km sulle desolate e desertiche strade di campagna che collegano i paesini di Monticello, Cavazzale, Fornaci, Cresole e Rettorgole; giro completato in 1h23' e spiccioli.
Piccola parentesi per un'altra squadra che per rimanere vincente (contraddicendo la saggezza popolare) si rinnova di anno in anno; venerdì sera abbiamo festeggiato i nuovi soci di JEst, come facciamo ogni anno in questo periodo. Festa come sempre in grande stile, con molti dei nostri ex-soci come ospiti; tutti vestiti eleganti in una bellissima location immersa nel verde dei colli Berici.
Foto di rito con la torta
Tornando allo sport bisogna parlare di Italia, la tanto bistrattata nazionale di calcio che ha esordito come meglio non si poteva agli Europei in corso in Francia. Finalmente la dimostrazione che nel calcio, essere squadra può fare la differenza; come più volte ribadito dal c.t. Conte ieri sera è andata in scena una nazionale operaia, tutti si sono impegnati al massimo e si sono spesi per la causa comune. Obbligatoria comunque una precisazione, il Belgio era si squadra fortissima e ricca di talenti ma dietro la coperta ce l'hanno molto corta, 3/4 della difesa sono le riserve riadattate di quelli che sono arrivati ai quarti di finale del Mondiale e che hanno stravinto il loro girone delle qualificazioni. La partita dell'Italia è stata perfetta, tantissimo movimento e pochi rischi veri; occasioni create sfruttando proprio le debolezze della retroguardia belga. Viste le altre partite e le notevoli difficoltà avute dalle altre potenze calcistiche europee contro le piccole nazionali ben arroccate e organizzate in difesa viene davvero da sperare che il percorso possa essere positivo; se la nostra difesa continuerà a reggere e i nostri esterni a correre come ieri sera si può andare lontani.
Che altro dire..saliamo sul carro finché saremo vincenti, per scendere al volo e criticare a sproposito come in tanti hanno fatto fino all'altro ieri c'è tempo da qui al 10 luglio

giovedì 2 giugno 2016

Door Selection


In tutti i locali di tendenza si fa "door selection", ovvero si seleziona la clientela all'ingresso; nelle aziende, soprattutto quelle strutturate, la selezione all'ingresso è duplice.
Inizialmente si fa un'attenta scrematura dei cv che vengono raccolti durante una cosiddetta "call" (ricerca di personale specifico) e si scelgono una rosa di candidati (solitamente 4-5) che si ritengono idonei ad un certo ruolo; si prosegue quindi con un giro di colloqui conoscitivi dai quali l'azienda stila una sorta di classifica di priorità. A questo punto i superstiti sono sottoposti ad un altro colloquio a cui è presente un rappresentante della proprietà che poi deciderà chi sarà il fortunato neoassunto. La mia "door selection" parte da metà aprile quando, ben consapevole della situazione complicata che stavo attraversando, ho risposto ad un annuncio per una figura tecnica da inserire nell'ufficio qualità di una grossa azienda vicentina. Primo colloquio molto tranquillo in cui mi viene presentata l'azienda e il ruolo specifico che veniva cercato, di contro mi presento e racconto i miei trascorsi lavorativi e la mia storia scolastica. I miei interlocutori mi sembrano subito molto interessati e incalzano con le domande sulle mie esperienze lavorative in ambito qualità e certificazioni. A distanza di una decina di giorni vengo convocato nuovamente per un secondo colloquio al quale è presente anche il vice-presidente della società. Anche qui una mia breve presentazione e qualche domanda poi è proprio il vice-presidente che mi spiega l'idea emersa a seguito del mio primo colloquio. Vista la mia esperienza già solida in ambito qualità e ambiente vorrebbero inserirmi in azienda attraverso un periodo di formazione nello stabilimento di Vicenza per poi trasferirmi in quello di Milano con il ruolo di referente di stabilimento per il sistema qualità e ambiente. Lì per lì rimango un po' spiazzato e chiedo un paio di giorni per pensarci, già mentre rientro a casa in macchina la decisione da prendere mi è ben chiara: a costo di allungare i tempi della laurea questa è un'occasione che va presa.
Da buon (quasi) ingegnere prendo carta e penna e metto a confronto i pro e i contro dell'opportunità, valutando almeno tre scenari e le relative probabilità di accadimento. Da un lato un'azienda solida e nota nel settore a livello europeo, un ruolo di responsabilità con possibilità di crescere, un ottimo stipendio; dall'altro il dovermi trasferire a breve in un luogo e in una realtà molto diversa da quelle cui sono abituato, il probabile allontanamento della data di laurea, l'abbandono di tutte le attività parallele a quella universitaria.
Sebbene i contro abbiano un peso significativo, le ragioni dei pro disegnano uno scenario futuro (diciamo fra 4-5 mesi) decisamente positivo. Detto, fatto; il giorno seguente chiamo l'agenzia e confermo il mio interesse, nel giro di un paio di giorni il contratto è pronto e inizio questa nuova avventura. Giovedì scorso varco per la prima volta da dipendente le soglie del cancello, prima procedura da eseguire è quella degli accrediti; alcuni punti dell'azienda sono controllati da accessi elettronici, mi viene quindi consegnato il badge con cui poter timbrare le ore e con il quale ho l'autorizzazione per accedere agli uffici, alla produzione, al laboratorio, al parcheggio ed alla mensa. Sempre sul badge viene caricato il mio profilo per l'uso del pc e i relativi permessi di accesso alla rete e ai server aziendali. Una sola chiave per fare praticamente tutto, essendo infatti parte del team qualità e ambiente ho diritto di accesso a tutti gli stabilimenti del gruppo; unica pecca del sistema: non si può usare per pagare e prelevare ai distributori automatici :-(
La mia postazione nell'ufficio tecnico di stabilimento

domenica 22 maggio 2016

Road to Venice - stage 0

Settimana di ferie "forzate" aspettando un nuovo lavoro; lavoro che arriverà a breve, il colloquio che ho sostenuto martedì scorso ha dato esito molto positivo e l'azienda sta definendo gli ultimi dettagli riguardo il contratto. Nell'attesa di queste formalità ricarico un po' le energie dedicandomi allo sport e alla mondanità.
Venerdì si è festeggiato a Vicenza il 25esimo compleanno di Ingegneria Gestionale ed è stato organizzato un evento in grande stile presso la fiera di Vicenza; una conferenza autocelebrativa con più di 400 partecipanti seguita da una serata di gala nel vicino locale "Villa Bonin". La parte più interessante sono stati i brevi interventi di diversi ospiti che hanno raccontato il loro modo di essere ingegneri gestionali nel mondo del lavoro. Manager, consulenti ma anche imprenditori di successo con la stessa base comune, essersi laureati a Vicenza in questi 25 anni, hanno portato sul palco la loro esperienza; i temi trattati sono stati molto vari, dalla apertura mentale alla capacità di applicare alla realtà gli strumenti studiati all'università, dal fare squadra alla continua voglia di imparare cose nuove. Interdisciplinarità, visione d'insieme, capacità di analisi e metodo, flessibilità mentale, queste le caratteristiche che da sempre distinguono e permettono ad un ingegnere gestionale di emergere nel mondo del lavoro; il dati più eclatanti riguardano l'occupazione: oltre il 97% dei laureati usciti da ingegneria gestionale di Vicenza attualmente lavorano, inoltre il tempo trascorso dalla laurea al primo impiego è inferiore ai 2 mesi. Dimostrazione che in Italia anche a fronte di scarsi investimenti nell'istruzione c'è chi è comunque in grado di fare formazione d'eccellenza e che almeno parte della futura classe dirigente industriale è di assoluto livello.
Passando allo sport è stato un weekend decisamente gustoso e ricco di belle pagine; si sono da poco conclusi i campionati europei di nuoto dove la spedizione italiana si è ritagliata momenti di gloria davvero grandiosi. Cagnotto, Dallapé, Paltrinieri, Detti, Dotto, Pellegrini e moltissimi altri atleti si sono distinti e fanno ben sperare in vista delle vicine Olimpiadi. Piatto sportivo arricchito dal trittico di tappe alpine del Giro dove i contendenti non si sono risparmiati; un opaco Nibali ha decisamente ceduto il passo al nuovo che avanza, l'olandese Kruijswijk e il colombiano Chavez se le sono date di santa ragione nel tappone dolomitico di Corvara e a farne le spese sono stati Valverde, Majka e Amador. Nella cronoscalata odierna l'olandesino volante, galvanizzato dalla maglia rosa, le ha suonate a tutti, Nibali in primis e bersagliato pure dalla sfortuna. Ovviamente il Giro non è ancora finito ma se questi sono i presupposti credo vivremo almeno altre due tappe spettacolari, venerdì e sabato prossimo la corsa rosa si deciderà sulle Alpi a cavallo tra Piemonte e Francia. Sono certo che sia Nibali che Valverde faranno di tutto per rendere la vita difficile alla attuale maglia rosa, non mi stupirebbe qualche azione sin dalla tappa di martedì per riaprire i giochi.
Parlando di sport non può mancare una piccola digressione sulle mie mattinate atletiche; gli allenamenti iniziano ad essere regolari e controllati, tabella messa in calendario e sedute intense stanno entrando nella routine delle mie giornata. E' partita la missione "road to Venice" con la conferma dell'iscrizione e l'assegnazione del numero di pettorale; sarà quindi #2090 il marchio che accompagnerà la locomotiva de elGringo in questa nuova avventura. La strada è tracciata e la meta ci attende all'alba del 23 ottobre, non resta che incamminarsi..


domenica 15 maggio 2016

ctrl+alt+canc

ctrl+alt+canc, ovvero la combinazione di tasti che consente di aprire la gestione del sistema operativo del computer quando si blocca. La stessa combinazione di tasti che ho dovuto premere nel mio cervello per resettare il mio sistema operativo e riavviarmi.
Quasi due mesi sono passati dall'ultimo post, a più riprese ho provato a scrivere e in molte altre occasioni ho scelto di non scrivere. Dapprima gli attentati di Bruxelles in cui è morta una persona che conoscevo, poi il non positivo periodo atletico e la pessima piega presa dal lavoro. Avevo bisogno di staccare e cercare nuove motivazioni e stimoli per guardare al futuro con la speranza di raggiungere obbiettivi che rincorro da troppo tempo.
La situazione più pesante, che sin da febbraio ha condizionato purtroppo in negativo tutto il resto. è quella lavorativa. L'iniziale entusiasmo e i buoni risultati ottenuti in breve mi avevano illuso riguardo l'apertura mentale del titolare e la possibilità di ricoprire un ruolo decisivo all'interno dell'azienda. Dopo la tempesta di gennaio-febbraio le cose sono lentamente degenerate, l'orizzonte si è ridotto considerevolmente e l'arrivo di un consulente per la qualità (amico del titolare) mi hanno relegato a mansioni operative a basso valore e a scarsissimo impatto sulle attività dell'azienda. Nonostante il poco tempo ero riuscito a costruire un sistema semplice ed efficace per monitorare la produzione e la qualità grazie ad una serie di indicatori di performance che consentivano precise previsioni anche sul lungo termine, una dettagliata analisi dei flussi delle materie prime e dei semilavorati che permetteva di definire al meglio il layout del nuovo capannone, ho inoltre proposto una revisione della documentazione riguardo la certificazione di qualità. Una relazione completa di oltre 50 pagine con numerose indicazioni su dove e come poter aumentare l'efficienza per far fronte ai carichi di lavoro previsti in tutto il 2016 e andare progressivamente ad migliorare la produttività senza incidere sui costi industriali attuali. Il titolare per tutta risposta ha bollato la relazione come poco utile, parcheggiandola in un cassetto e suggerendomi di occuparmi solo delle questioni operative riguardanti la routine quotidiana. Volendo fare un paragone è come prendersi su una barca un cartografo in grado di disegnare la rotta sulla base di mappe da lui stesso create attraverso attente osservazioni ma poi relegarlo a fare semplicemente da collegamento tra il capitano, che decide la rotta navigando a vista, e il resto della ciurma.. Se poi arriva anche un consulente esterno che detta regole e disegna il futuro layout dell'azienda senza né confrontarsi né leggere la relazione depositata nel cassetto allora la decisione da prendere è una sola: lasciare il proprio posto. Non è tanto questione di vigliaccheria, è questione che assumere un ingegnere gestionale in virtù delle sue capacità di analisi e per le sue conoscenze logistiche e organizzative e poi non ascoltarne le opinioni e i suggerimenti è un atteggiamento oserei dire suicida; è proprio l'immobilismo, la scarsa visione d'insieme e la paura del cambiamento che hanno condannato migliaia di piccole aziende italiane anche se sane e costruite su un solido business. Venerdì, al termine dei sei mesi di tirocinio, ho quindi ringraziato e salutato tutti, negli occhi di molti la consapevolezza che quello era un amaro addio.
Parentesi lavorativa che si chiude per lasciare spazio a nuove opportunità che mi sono cercato in queste ultime settimane, martedì probabilmente avrò un riscontro quasi definitivo al riguardo.
Anche nell'ambito della corsa avevo bisogno di nuove sfide; dopo aver buttato l'inverno e passato la primavera tra periodi di buon allenamento e lunghe pause volevo trovare un po' più di regolarità per incamerare i kilometri arretrati. La svolta domenica scorsa, ero partito per un'uscita da 15-16km tranquilli, la bella giornata e una buona dose di nervosismo da scaricare mi hanno fatto correre alla lusinghiera media di 4'16"/km. Dopo aver consultato con sommo stupore il cronometro ho fatto una piccola "follia", da mercoledì infatti il mio nome compare sulla lista iscritti della maratona di Venezia. Stamattina infine sono tornato all'agonismo su strada partecipando alla "Fimon Lake Run" gara sui 13km disegnata intorno al, più volte citato in questo blog, lago di Fimon poco fuori Vicenza. Premetto che non mi aspettavo niente di clamoroso e sin dalla partenza ho cercato più che altro di impostare e mantenere un ritmo buono e costante lungo l'ondulato e impegnativo percorso. Poco più di cento gli atleti schierati dietro la linea di partenza in quel di Arcugnano, temperatura fresca ma cielo che promette gara asciutta; plotone che viene messo subito in fila sotto le trenate del gruppetto di testa che ben presto si stacca e vola via veloce. Il resto delle magliette colorate si trascina lungo i primi 3km pianeggianti, ogni tanto sulla destra della carreggiata fa capolino la bandana nera de elGringo che galleggia agevolmente nel mezzo del gruppone. Poco dopo il 3°km inizia la salita, primo gradino in asfalto con pendenza in doppia cifra che immette su un lungo tratto sterrato con pendenza molto più morbida e regolare fino allo scollinamento che sarà poco dopo il 5°km. Come facilmente prevedibile il plotone esplode in mille pezzi appena incontrato lo scoglio altimetrico, elGringo si mantiene nell'avanguardia e, a circa metà della salita, prende decisamente la guida dei pochi superstiti dando un ulteriore scossone al ritmo. Più passano i metri più si scava il solco tra lui e chi segue, in cima il distacco e di circa un centinaio di metri sui diretti inseguitori; un sguardo in basso al primo tornante per controllare possibili obiettivi, discesa senza forzare per recuperare un po' di forze in vista del finale. Si giunge velocemente al 7°km, si prende la riva del lago e si gira attorno allo specchio d'acqua su facile sterrato; si avanza a pilota automatico inserito, dal 7° al 10° si passa in 12'45" iniziando a puntare decisamente gli atleti in difficoltà che appaiono nel campo visivo sul breve raggio. Poco dopo il 10°km si torna sull'asfalto, si imbocca la facile ciclabile che dal lago riporta i runners verso il paesino di Arcugnano; per gli avversari c'è solo il tempo di sentire il fiato de elGringo che li passa in velocità e scompare rapidamente all'orizzonte. L'ultimo tratto è una cavalcata a briglia sciolta, gli ultimi 3200m letteralmente volati in 12'41" al passo di 4'/km; il colpo ad effetto arriva sul rettilineo finale dove ben due atleti vengono sverniciati dalla lunghissima volata de elGringo. Risultato finale: 13,2km corsi in 56'37", 54° posto assoluto e 11° di categoria. Decisamente un'ottima gara viste le attuali condizioni di forma lontane anni luce dai giorni migliori; una prima bella mattonella lungo la road to Venice.
Con rinnovata fiducia torno quindi in pista in tutti gli ambiti; il riavvio del sistema è riuscito

---Welcome back elGringo---

domenica 20 marzo 2016

Green Days

20 marzo, inizia ufficialmente la primavera, anche se già da qualche giorno il clima si era ammorbidito parecchio.
Giornate verdi soprattutto quella di giovedì, san Patrizio, patrono d'Irlanda ma adottato anche dagli universitari come protettore delle serate alcoliche. Menù a base di carne inondata di Guinnes a casa Dallagiacoma, cena decisamente alternativa almeno per questa volta.
Verde che inizia a farsi vedere a bordo strada, non solo perché inizia la bella stagione ma anche perché i miei allenamenti serali sono "illuminati" dalla luce del tramonto e non più dal faretto led della mia torcia da runner. elGringo prosegue con il carico dei kilometri arretrati in vista di appuntamenti agonistici prossimi, sabato pomeriggio in quel di Villalagarina e l'ormai classicissima gara di Pasquetta in quel di Drò. Diciamo chiaramente che sono ancora lontano anni luce dalla condizione che mi ero prefissato e che la primavera sarà avara di grosse soddisfazioni, per ora mi accontento di macinare strada senza particolari pretese; una volta sistemate le questioni scolastiche e lavorative ci sarà tempo e spazio per preparare a dovere qualche appuntamento autunnale.
Semaforo verde ai vari progetti in campo lavorativo, dopo le numerose buone cose applicate alla produzione e al magazzino e visti i risultati in termini numerici ed economici il boss mi ha dato via libera per iniziare ad impostare i dettami per la qualità interna. Due gli obiettivi fondamentali, il primo è quello di standardizzare i processi attraverso la creazione di istruzioni di lavoro grafiche e semplici, l'altro è quello di ottenere un valido strumento certificato per far fronte ad eventuali problemi di reso merce presso i clienti.
L'ingresso nella primavera è annunciato anche dallo sport, come tutti gli anni infatti l'uscita dall'inverno è segnata dalla chiusura del cosiddetto "circo bianco" dello sci e dall'inizio delle gare di ciclismo in Europa nonché dalla partenza delle competizioni motoristiche.
Dopo la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza l'evento che dà il la alle classiche ciclistiche è da sempre la Milano-Sanremo; corsa lunghissima e dal grandissimo fascino che, facendo leva su un percorso relativamente poco impegnativo, è ogni anno aperta ad ogni possibilità. Anche quest'anno c'è stato un vincitore a sorpresa (anche se non troppo) ed è l'ennesima dimostrazione che nel ciclismo moderno il più forte spesso non vince. Nonostante i favori del pronostico i vari Sagan, Van Avermat e Cancellara sono rimasti ingabbiati nelle tattiche attendiste dettate dai vari direttori sportivi, fa davvero strano in uno sport che dovrebbe essere individuale vedere le fasi di corsa scandite e decise dalla squadra e non dall'abilità del singolo ciclista. Ancora una volta vince chi sta coperto, nell'ombra, protetto dalla squadra; vince la furbizia di chi lascia agli altri il lavoro di tenere il gruppo chiudendo i buchi, confidando nell'annullamento vicendevole dei pochi in grado di fare la differenza sugli altri. Così succede che, nonostante una caduta, si arriva su via Roma con una cinquantina di corridori e la volata viene lanciata da velleitari tentativi di allungo di gente che parte e dopo 50 metri si gira e rallenta.. tutto facile quindi per il (peraltro valido) velocista di turno che si prende la sua meritata giornata di gloria, alla faccia dei telecronisti che a stento lo avevano considerato nelle prolungate e inutili analisi pre-gara.
Altra parentesi sportiva su cui spendo due parole è il 6 nazioni di rugby conclusosi, mestamente, ieri con l'Italia che incassa l'ennesima sconfitta poco onorevole. Avendo visto tutte le partite, non solo quelle della nostra nazionale, mi sovviene un curioso parallelo con quanto appena scritto riguardo il ciclismo. Se da un lato abbiamo uno sport individuale in cui le squadre sono molto decisive, dall'altro abbiamo uno degli sport più di squadra che esistano dove le differenze sono dettate dalle abilità dei singoli. L'Italia ce lo ha dimostrato, in negativo, in ogni partita si è palesato l'imbarazzante divario tecnico e fisico tra un qualunque giocatore azzurro nei confronti di un qualsiasi avversario; nonostante infatti, a livello di squadra, il divario era attenuato dallo spirito di sacrificio del gruppo sono stati fin troppo evidente i problemi negli scontri singolo contro singolo. I vincitori dell'Inghilterra lo hanno dimostrato in positivo, le loro grandi prestazioni si sono poggiate di volta in volta su uomini dal talento e dalle capacità sopra la media che andavano puntualmente a mettere in difficoltà l'avversario diretto e garantendo di giocare in sostanziale vantaggio numerico le più svariate situazioni. Personaggi come Vunipola, Itoje, Farrel hanno fatto la differenza scavando il solco tra la loro squadra e gli avversari di turno e regalando al loro coach e ai tifosi una vittoria finale davvero schiacciante.
La mia domenica trascorre tranquilla sotto il sole tiepido di Vicenza, questo il panorama che mi circonda in questo momento..buona domenica :-)

martedì 1 marzo 2016

elGringo never die

Vicenza, 1° Marzo
La notte è ormai padrona della città, un'altra lunghissima giornata volge al termine; la cucina è in ordine, il computer acceso. Le note dei Linea77 in sottofondo, stappo una Moretti fresca e mi siedo sul divano, davanti ai caratteri che scorrono sullo schermo mi godo questo momento di riflessione.
E' passato un sacco di tempo dal mio ultimo post, l'ultimo mese è stato davvero denso di cose da fare, forse addirittura troppe. Pochi i momenti di sfogo podistico, ancor meno quelli di reale pace e relax. In queste quattro settimane sono arrivato al limite molte volte, ho rincorso affannosamente le deadline lavorative e quelle scolastiche. Ogni volta che mi dicevo "fatto questo avrò tempo di respirare" ecco che qualcos'altro arrivava ad allungare la coda delle scadenze.
Se già questo non fosse abbastanza lo stress viene appesantito dai quotidiani spostamenti casa-lavoro, da sempre costantemente minati dall'incomprensibile menefreghismo degli automobilisti. Troppo spesso mi trovo a farmi la stessa domanda: "perché c'è gente che ostinatamente guida fregandosene degli altri sul loro percorso? non sarebbe meglio anche per loro se tutti rispettassero le basilari regole del codice della strada?". Passano gli anni e i kilometri ma ancora non trovo risposta sensata a tale quesito, comincio davvero a pensare che quantomeno alcuni lo facciano apposta, che godano nel creare disagio nel prossimo e a se stessi..
Come ogni inizio di mese, al lavoro, sembra che la tempesta si stia prendendo un pausa, oggi è il primo giorno dall'inizio dell'anno che non arrivano solleciti o richieste urgenti via mail o telefono; giornata ideale per fare il punto e prepararsi al prossimo trimestre. Da una certa soddisfazione arrivare alle 17 senza particolari disturbi, soddisfazione che aumenta quando scopri di essere riuscito a metter giù il piano materiali completo e di avere già in mano il plan grezzo dei prodotti finiti da consegnare. Sempre in tema di lavoro è arrivata anche l'ultima conferma da parte di BMW sui progetti in cantiere per i prossimi anni; siamo riusciti ad aggiudicarci ben tre nuovi modelli di selle per un totale di circa 250mila pezzi da produrre nei prossimi 8 anni. Risultato sorprendente raggiunto grazie anche alle analisi da me condotte nell'ultimo mese; partendo dai vincoli di margine imposti dal boss, valutando gli investimenti già in programma e calcolando con notevole precisione i costi industriali in termini di risorse materiali ed umane siamo riusciti a consegnare dei piani industriali decisamente competitivi rispetto anche alla concorrenza est-asiatica, la stessa BMW si è detta molto contenta di poter continuare ad avvalersi di un fornitore di alta qualità e con livello di servizio elevato come il nostro.
Dopo notizie come queste c'è solo un modo per suggellare l'inizio di un nuovo mese: scarpette ben allacciate e via in ciclabile; avevo davvero bisogno di riprendermi un po' di asfalto. Da troppo tempo mi mancava sentire la fatica e lo stress scivolare giù per lo scarico della doccia calda alla fine dell'allenamento, sedermi a tavola veramente affamato, godermi un birra fresca seduto sul divano sapendo che la giornata è andata come io ho deciso che dovesse andare.
A tutti è concesso vivere ma solo pochi eletti hanno il privilegio di conquistare la sopravvivenza..
#elGringosurvive, #elGringoneverdie

giovedì 28 gennaio 2016

Cambio gomme

Giovedì sera, sono quasi le 19 e la notte è ormai calato all'orizzonte; ai margini della zona industriale di Vicenza due macchine affiancate ad un semaforo. Nella corsia interna un'Audi di color nero metallizzato, alla guida un tizio sui 40 anni in camicia e giacca elegante che parla animatamente al cellulare col vivavoce inserito, dalle espressioni della sua faccia si capisce che è stressato e nervoso. Nella corsia a fianco una Panda, modello vecchio quella stile scatoletta di latta, alla guida un ragazzo sulla trentina, faccia seria ma serena; mentre il semaforo è rosso mangia qualcosa tirato fuori dalla borsa. I due hanno molte più cose in comune di quanto si possa pensare, entrambi infatti fanno lo stesso lavoro ed entrambi stanno tornando a casa dopo una lunga giornata; i due si vedono praticamente tutti i giorni sia all'andata che al ritorno, le aziende dove lavorano sono nella stessa zona ed evidentemente hanno orari molto simili. Tutti e due sono atleti, entrambi sono runner, si sono visti a diverse gare e si sono persino incrociati per strada durante i loro allenamenti; sicuramente condividono un valido motivo per cui andare a correre, quello di scaricare le tensioni che si accumulano durante la settimana.
Se da un lato il tizio nell'Audi sta ancora pensando al lavoro e quando arriverà a casa penserà a sdraiarsi sul divano in attesa della cena, dall'altro il ragazzo nella Panda ha lasciato lo stress del lavoro dentro i cancelli della fabbrica ed ora il suo primo pensiero non è ne il divano ne la cena. Appena arriverà a casa infatti sfilerà l'abito da (quasi) ingegnere e vestirà i panni molto più comodi e confortevoli del runner, allaccerà per bene le sue nuove e fiammanti scarpette gialle dopodiché andrà a mangiarsi un po' di asfalto; un'ora abbondante in cui si isolerà da tutti i rumori tipici della città e del lavoro, una parentesi di pace all'interno di giornate complicate. Nessun pensiero, solo il ritmato su e giù delle gambe intervallato dagli sbuffi di vapore che emette la bocca ad ogni respiro; la mente vola via lungo strade a tratti illuminate solo dalla luce frontale tenuta ferma dal berretto. Nonostante lunghi tratti assolutamente deserti la ciclabile può vantare alcuni assidui frequentatori delle tarde ore serali il che rende le uscite ancora più piacevoli; come facilmente intuibile, in queste particolari fasce orarie, gli unici arditi personaggi sono uomini veri, quelli che salutano amichevolmente ogni fratello runner che incrociano o affiancano lungo collaudatissimi percorsi.
Il momento più bello rimane sempre uno: uscire dalla doccia calda e prepararsi la cena, sedersi a tavola a quel punto diventa quasi un volersi premiare per essere arrivati ancora una volta a fine giornata stanchi ma soddisfatti; anche oggi ho fatto il mio dovere..e come spesso accade, l'ho fatto bene..
Collaudo positivo..go go running


mercoledì 20 gennaio 2016

A tutto R&R

Rock&Roll, sempre e dovunque, specialmente nelle cuffiette mentre ti stai allenando la domenica mattina, le parole di Neil Young e del Boss Bruce Spreensting danno benzina a muscoli e cervello. Il sole tiepido che ti sfiora la testa mentre le gambe pistonano agilmente lungo la ciclabile della riviera Berica, sopra il cappellino il cielo è di un blu irreale, quasi fosse stato dipinto da un qualche impressionista fiammingo.
Rock&Roll quindi, ma non solo; le due R parlano anche di lavoro e casualmente una delle due parole quasi coincide. Da roll a rolling infatti il passo è breve anche se il significato è radicalmente diverso. Dicesi rolling un sistema di organizzare il lavoro in maniera cadenzata e ragionata, particolarmente usato nella aziende dei settori dell'abbigliamento e delle calzature per gestire gli approvvigionamenti e di conseguenza schedulare la produzione. Vista le molte similitudini con tale settore abbiamo deciso di adottare questo modo di pensare anche nell'azienda dove lavoro; sfruttando gli ordini previsionali sul medio-lungo periodo che ci forniscono i clienti abbiamo approntato una sorta di calendario per gestire gli acquisti delle materie prime in maniera efficiente. Il meccanismo che sta alla base del sistema prevede di aggregare le quantità di materiali necessari alla produzione di un certo periodo (detto copertura, nel nostro caso 3 settimane) e di determinare l'anticipo necessario per la consegna puntuale della fornitura (detto orizzonte). Definiti questi due parametri il sistema ruoterà (da qui la definizione rolling) attorno a questi due numeri: l'analisi del fabbisogno di produzione verrà effettuata guardando il periodo di copertura distante un orizzonte rispetto al presente e verrà ripetuta seguendo il ciclo delle coperture. Il sistema può apparire a prima vista complesso e macchinoso da gestire, nella realtà sono sufficienti invece delle distinte base dei prodotti complete e aggiornate e delle indicazioni il più attendibili possibile sugli ordini che i clienti andranno a confermare mano a mano che si progredisce lungo il calendario. Nel nostro caso i clienti lavorano con largo anticipo sulla produzione e di conseguenza gli ordini che ci inviano (per quanto aperti e di lungo periodo) sono molto affidabili e ci permettono di agire con altrettanto anticipo e sicurezza nel programmare la produzione (e di conseguenza gli acquisti di materie prime).
La seconda R lavorativa è diretta conseguenza delle mie innovazioni nell'organizzazione del lavoro dei reparti. Come già raccontato in post precedenti, Babbo Natale ci ha regalato un magazziniere il quale ha sgravato di tutto il lavoro di carico/scarico camion e di preparazione delle spedizioni l'ufficio produzione. Questa delega di mansioni ci ha permesso di implementare un miglioramento notevole per aumento la produttività del reparto assemblaggio (la fase finale del nostro processo produttivo). Da inizio Gennaio, io e il mio collega Mattia abbiamo introdotto la figura del "runner"; prendendo ispirazione dai sistemi lean il "runner" è una persona che si occupa delle movimentazioni interne ed in particolare si dedica al rifornimento di materiale delle postazioni di lavoro e di scaricare le stesse di prodotto finito. Ciò permette agli operatori di concentrarsi solo sulle lavorazioni (che nel nostro caso sono esclusivamente manuali e quindi molto delicate) e non dover girare per i reparti o per il magazzino in cerca dei materiali di cui hanno bisogno oppure di perdere tempo chiedendo in giro la scaletta dei prodotti finiti da realizzare. Il "runner", a inizio giornata, provvede a caricare le postazione con dei kit di materiali sufficienti ad impegnare ogni operatore per un certo periodo seguendo la sequenza di prodotti finiti da realizzare nella giornata, quando i kit vanno esaurendosi rinnova la fornitura e procede al trasferimento dei prodotti finiti in magazzino dove, successivamente, il magazziniere procede con l'imballo definitivo seguendo la scaletta delle spedizioni da effettuare. Nei primi dieci giorni lavorativi del nuovo anno l'impatto di questa innovazione è stato a dir poco clamoroso, rispetto allo stesso periodo di Dicembre 2015 il numero di pezzi finiti realizzati è aumentato del 19% senza pregiudicare la qualità dei prodotti, gli operatori si sono inoltre detti molto soddisfatti dicendo che lo stress lavorativo è nettamente diminuito.
Non mi resta che correre quindi a preparare i kit per questo pomeriggio..sempre a tutto R&R

domenica 10 gennaio 2016

Partenza in retromarcia

Inizia ufficialmente oggi il mio 2016 dopo un fine anno e una prima settimana di gennaio decisamente complicate. Rientrato a Vicenza poco dopo Natale sono incappato in una fastidiosa e perdurante laringite che mi ha tenuto chiuso in casa per quasi dieci giorni, situazione aggravata anche dal fatto che il mio medico di base ha deciso di passare il fine 2015 in ferie da qualche parte. Tanto riposo e finestre ben chiuse quindi, la febbre altalenante mi ha dato non pochi problemi tra mal di testa e spossatezza generale. Il tutto ha iniziato a risolversi il giorno dell'epifania anche se i due giorni successivi andare a lavorare è stata impresa decisamente ardua.
Presto raccontato il s. Silvestro; cena a casa tra pochi intimi a base di sontuose tagliatelle al salmone, cotechino e lenticchie, il tutto bagnato da (relativamente poco) vino bianco veneto. Per il brindisi di mezzanotte spumante trentino e pandoro, nel mezzo giochi in scatola e sana allegria.
Dopo il lungo stop ho ripreso anche con la corsa, breve sgambata il 6 gennaio per poi fare sul serio ieri mattina, sotto la pioggia, con 1h di corsa a ritmo variabile e oggi con un faticosissimo ed infinito medio di 1h20'; non esagero nel dire che è stato l'allenamento più tosto a memoria di runner, 16,5km di sofferenza. Con ancora nelle gambe le scorie del lavoro del giorno prima mi sono avviato nella tarda mattinata sfruttando un timido e pallido sole che faceva breccia tra le nubi; temperatura clemente anche se l'umidità pesava nell'aria. Percorso facile, almeno sulla carta, due giri nella periferia sud da 6,5km a cui aggiungere il tratto d'uscita e rientro in città; primi 5km corsi abbastanza agevolmente ma verso l'8°km la fatica è cominciata a salire lungo le gambe, il secondo passaggio sulla salita di villa la Rotonda è stato come scalare il Mortirolo..350m eterni che hanno lasciato il segno. Passo corto e arrancante, cosce rigide come tronchi di legno, gli ultimi 4km sono stati un inferno, peggio del finale di una maratona, la vista di ponte degli Angeli è sembrata quasi un miraggio sulla via del ritorno. La doccia calda e il pranzo mai furono cosa così gradita.
Programma della stagione completamente rivisto rispetto alle intenzioni di fine anno, tra studio e lavoro il tempo da poter dedicare alla corsa sarà davvero poco da qui ad agosto/settembre; purtroppo non ci sarà spazio per una maratona primaverile e temo neanche autunnale, cercherò di regalarmi qualche soddisfazione su gare più alla portata per poi vedere la situazione in estate.
Già perché l'obiettivo reale e pressante di questo 2016 è la laurea, mancano soli 3 esami al tanto agognato traguardo e, visti i numerosi intoppi lungo il percorso, quest'anno dovrà essere necessariamente l'ultimo. Motivazione che mi spinge ad impegnarmi ulteriormente in questo senso è il lavoro, che sta dando soddisfazione e le prospettive future sono più che buone; il foglio di carta sarebbe sicuro lasciapassare per la stabilizzazione e per ruoli di responsabilità nell'azienda che mi sta ospitando.
Si comincia quindi con questi propositi il nuovo anno, nella speranza che sia migliore del non esaltante 2015..dopo una partenza in retromarcia l'augurio è quello di ingranare velocemente e bene le marce alte