lunedì 29 dicembre 2014

el Gringo strikes back

Antefatto: sabato 27 dicembre, ore 12:15
La neve scende copiosa dal cielo e inizia a coprire tetti, macchine e lampioni; guardo fuori dalla finestra e capisco che ben presto la coltre bianca si estenderà anche a strade e marciapiedi. Le previsioni meteo non mi rincuorano affatto, per domenica sono previste temperature vicine agli 0°C.
Alle 16 circa esco per il consueto allenamento pre-gara, mi copro bene e infilo le scarpette da corsa in montagna, quelle con la suola tassellata; fuori la neve è diventata la padrona di ogni centimetro quadrato di città. Rientro, doccia calda e ceno; sgombero la neve dalla macchina e vado al lavoro. Il turno termina all'1:30, arrivo a casa e mi fiondo sotto il piumino.
Domenica, ore 7:00 suona la sveglia. Colazione e trasferimento a Cittadella, arrivo verso le 8:15; il cielo è coperto ma, fortunatamente, non minaccia ne neve ne pioggia. Il clima è freddo e pungente, secondo il telefono la temperatura percepita è -2°C e, se devo essere sincero, a me sembra pure più freddo. Lungo riscaldamento che apparentemente non porta particolari benefici e poi lo schieramento sulla linea di partenza, sarà l'effetto "bue&asinello" ma in mezzo alla calca il freddo comincia a diminuire. Ore 10, lo sparo dà il via ai più di mille atleti della Maratonina; la mia bandana fa capolino a lato del fiume umano che rapidamente attraversa le mure del centro e si allontana verso la campagna. Le indicazioni del coach sono state molto precise: partenza decisa, distribuire bene lo sforzo, ascoltare le sensazioni e ricercare un ritmo naturale (possibilmente veloce). Facile a dirsi meno a realizzarsi ma ci provo. Partenza relativamente tranquilla e controllo dei primi passaggi per adeguare lo sforzo alla distanza; dopo il primo km in 4'24" mi trovo in coda ad un gruppetto pilotato da un palloncino azzurro con scritto 1h30' e decido di tenere il passo. La mia corsa è leggera, le ampie falcate si susseguono senza sforzo; arrivo al 5°km in 21'15" e mi sembra di essere appena partito. Decido di rallentare un po' il ritmo e mi lascio sfilare, altri si staccano e si accodano a me. Il palloncino azzurro è li a 100m quando varco la linea del 10°km (parziale 42'58"), prendo un bicchiere di tè caldo e un gel; sta spuntando il sole e devo dire che il freddo è solo un lontano ricordo. Continuo col mio ritmo, passo corto e radente, siamo in 5 nel mio drappello; arriviamo al 13°km e il cronometro si ferma a 55'47". Quasi sorrido guardando il display, la proiezione finale è di poco sopra i 90' e mi sta bene, sta uscendo un ottimo allenamento di qualità; doppia curva a destra e vedo il solito palloncino azzurro a soliti 100m di distanza. L'omino del cervello mi suggerisce che ci bastano 40" per stare sotto il muro e nasce in me la malsana idea di provare a raggiungerlo quel maledetto palloncino e, perché no, pure di superarlo. Mi giro e vedo facce stanche attaccate a gambe che si muovono pesanti; altra due curve dinanzi a me, stavolta a sinistra, poi in fondo al rettilineo il cartello del 14°km. E' l'istante che cambia la gara, entro in curva in piena accelerazione ed esco a velocità doppia; una rasoiata secca e decisa, un cambio di passo da mezzofondista che nemmeno io mi riconosco. In fondo al rettilineo ho già seminato i miei compagni di viaggio e mi sono avventato sulla coda gruppo che segue il palloncino. Sento le gambe girare a mille e continuo dritto sui miei passi senza neanche guardare in faccia gli atleti che supero, ora esiste un solo obiettivo: mangiarmi il palloncino.. Al 20°km raggiungo il bersaglio, il percorso ci ha riportati in città; l'ultimo tratto costeggia le mura fino a porta Padova, svolta secca a sinistra e si varcano le mura per gli ultimi 500m. Senza neanche guardare il cronometro lancio la volata, lunghissima, verso il traguardo; ho appena il tempo di intravedere i quattro atleti che scavalco a velocità folle negli ultimi metri, il bip del chip decreta la fine di quest'ennesima fatica sportiva. Poco dopo il traguardo scruto il display dell'orologio, sette cifre che messe in fila sono il punto esclamativo della giornata 1h29'51", per la terza volta in carriera abbatto il muro dei 90'. La soddisfazione aumenta pensando a come ho costruito la prestazione durante la gara, questo è un segnale molto ben augurante sulla "road to Treviso 2015". I kilometri sono stati e saranno ancora tanti; arrivare a questo punto della preparazione e riuscire a correre su questi ritmi e con queste sensazioni fa solo che ben sperare.
"el Gringo" è lanciato.. Treviso, sei pronta?

P.s: per la cronaca il palloncino azzurro ha raggiunto il traguardo in 1h30'05"

sabato 27 dicembre 2014

..avere 25 anni e non avere esami

Il post odierno è dedicato ad una delle persone più importanti della mia vita; il 27 dicembre 1989 nasceva Michele Dallagiacoma, mio fratello. Sarebbe dovuto nascere ai primi giorni del 1990 evidentemente aveva fretta oppure non aveva tanta voglia di far parte della generazione '90.
Numerosi i soprannomi che lo hanno accompagnato in questi 25 anni, il più noto è "el Dalla" perché di Michele in classe con lui già dalle elementari erano in 3, per mia zia Iris rimarrà sempre "il mio pulcino" per via della capigliatura bionda e arruffata che portava ormai diversi anni fa, per me è "el Bocia" perché in famiglia è il più giovane.
Da sempre siamo molto legati, si potrebbe dire fin dalla sua nascita visto che il nome Michele è stato un mio suggerimento; condividiamo moltissime passioni come i Lego (con cui giochiamo ancora), le Micromachines (ormai relegate in soffitta), World of Warcraft, un certo tipo di rock, il teatro e tanto altro. Come tutti i fratelli abbiamo avuto le nostre liti, spesso risolte a cuscinate ma anche tantissimi momenti felici; c'è una foto che campeggia sul caminetto del soggiorno, datata credo 1998 o giù di li, scattata dietro casa, noi due abbracciati e sorridenti. Momenti felici ma anche momenti molto meno felici che abbiamo condiviso e superato insieme soprattutto quando è morta nostra madre, da li in avanti il legame tra noi è diventato molto più saldo e ci ha resi entrambi molto più forti.
Dicono che ci assomigliamo, c'è qualche tratto simile tra noi due ma come personalità e carattere siamo ben distinti. Come in tutte le famiglie c'è quello un po' più tranquillo e "inquadrato" (nel nostro caso io) e quello un po' più sperimentatore e alternativo, nel nostro caso lui. Musica underground, tatuaggi, capelli lunghi, barba folta e una certa inclinazione per il mondo dello spettacolo rappresentano il suo predominante lato artistico, spesso mal visto dai nonni (e anche dal babbo) che lo rimproverano per il look e la costante precarietà lavorativa. Al contrario il fratellino è molto apprezzato dai parenti con vedute un po' meno tradizionaliste, la sua prima super-fan è ovviamente nostra zia Iris seguita dalle varie cugine. Anch'io mi annovero tra i membri del suo fan-club, vorrei passare più tempo a casa e poter seguire il suo lavoro come presidente-regista-attore nella compagnia teatrale di Grumes ma i miei troppi impegni lontani da Sevignano rendono le cose molto complicate.
Bene caro fratellino, ora che hai raggiunto il traguardo dell'1/4 di secolo ho una domanda: parafrasando il testo di una canzone de "i Cani" voglio chiederti se "avere 25 anni e non avere gli esami è davvero qualcosa in più?"
Auguri Bocia, altri cento di questi anni :-)

mercoledì 24 dicembre 2014

Natale intinerante

Scrivo in anticipo perché domani sarà giornata piena. Come intuibile dal titolo sarà movimentato e decisamente in linea col blog, sarà decisamente un Natale on the road.
Breve uscita running al mattino seguita da un po' di macchina per pranzare con parentela al gran completo in quel di Trento e poi rientro a Vicenza per lavorare. Ebbene si, c'è chi lavora anche di 25 dicembre e nel mio caso è il cinema "theSpace" di Torri di Quartesolo. Oggi è stato il mio primo giorno, a cui ne seguiranno altri 10 sparsi durante le festività. Avrò tempo dopo Natale di entrare nei dettagli, per ora auguri a tutti i miei followers di buone feste..non esagerate con pranzoni, cenoni e bicchieroni :-)


P.s: ero rimasto in debito di un dettaglio, questo vuol dire visibilità a due lampioni..

domenica 21 dicembre 2014

Fimon horror show

Il calendario afferma che oggi è iniziato l'inverno anche se le temperature mattutine ne davano già notizia da qualche giorno. In particolare nelle mie ultime due uscite atletiche le avvisaglie della nuova stagione si erano palesate nel fenomeno atmosferico tanto lugubre quanto suggestivo della nebbia. Questo ingrediente dell'inverno mi da sempre strane sensazioni, sarà perché non ci sono geneticamente abituato ma la coltre bianca tende a modificare la percezione delle cose che mi circondano. Come la neve, la nebbia è in grado di distorcere la realtà proiettandomi in una sorta di mondo parallelo. E così la brulla campagna vicentina diventa un fumoso mare bianco, pervaso da una luce fioca, gli oggetti entrano in scena e scompaiono velocemente come mossi da fili invisibili comandati da entità sconosciute. Dal fondo del mare provengono strani suoni ovattati e il sole è solo un pallido disco chiaro stampato sull'orizzonte lontano. In questo strano mondo le unità di misura convenzionali non sono utilizzabili, ecco che le distanze si misurano in base ai lampioni o agli scheletrici alberi che si riescono a contare; in mezzo alla nebbia il freddo e il caldo non hanno ragione di esistere, la temperatura è calcolata in base alla quantità di vapor acqueo che esce col respiro. I paesaggi cambiano drasticamente la loro natura tanto che diventano irriconoscibili; il percorso del mio allenamento odierno seguiva i colli Berici descrivendo un ampio semicerchio nella piana di Fimon, poco a sud di Vicenza. Utilizzavo molto spesso questo giro quest'estate durante i lunghi di 20-25 km, in particolare apprezzavo gli ampi tratti ombrosi tanto graditi nel periodo caldo. Con la nebbia invernale questo gradevole scorcio acquista toni decisamente più lugubri e a tratti spettrali. Il laghetto di Fimon, prende le sembianze di un portale demoniaco che esala fantasmi trasformando il caratteristico luogo di ristoro estivo in un set perfetto per un film horror dove il gracchiare di corvi e rane sono degno sottofondo musicale a questo palcoscenico. Io stesso mi ritrovo ad essere attore protagonista quando sfioro due ignari passanti che osservano il lago; il mio abbigliamento e il passo veloce mi trasformano in una inquietante ombra scura che fluttua per pochi secondi nel campo visivo dei due spettatori prima di sparire inghiottito dalla coltre biancastra.
Il tetro paesaggio torna ai suoi connotati tradizionali durante il rientro verso Vicenza; ripresa la ciclabile Casarotto, dopo circa 20 km di corsa, il sole ha vinto la sua giornaliera battaglia dissolvendo il manto nebbioso che poco prima dominava la periferia cittadina. Il cielo azzurro è piacevole sfondo per i moltissimi runner che incrocio nell'ultimo tratto del mio percorso e i numerosi saluti alzano il mio umore al punto tale che chiudo l'allenamento in forte progressione. 
Carico di buoni propositi posso affrontare la terribile giornata di lavoro che mi attende, il Natale è ormai alle porte e troppi ritardatari si stanno affrettando nei regali. I negozi sono presi d'assalto e il mio piccolo angolo luccicante di colori attende bramoso che i clienti sostino dinanzi alla vetrina per osservare le meraviglie tecnologiche custodite dalla vetrinetta. La mia missione è quasi terminata, ancora due soli giorni di angusto reparto telefonia e poi dovrò cambiare ambiente; mi attende la moquette del'ingresso del cinema, dal 24 dicembre lavorerò presso il multisala di Torri di Quartesolo come maschera per tutte le festività. 
Si è fatto tardi e sono stanco, avrei un altro paio di cose da raccontarvi ma avrò tempo nei prossimi giorni per riavvolgere il nastro di questa settimana e parlarvi ancora delle feste..

martedì 16 dicembre 2014

A Silvia..

Da troppo non scrivevo nel blog ma finalmente ho trovato tempo e ispirazione per buttar giù qualche pensiero. Il post doveva intitolarsi "once upon a time" ovvero "c'era una volta". C'era una volta l'entusiasmo, la voglia di scrivere e sfogarsi ma in queste ultime due settimane ci sono stati molti fattori che si sono sommati (anzi, moltiplicati) e che hanno sopito la mia verve.
Primo fra tutti il lavoro, negli ultimi 17 giorni ne ho lavorati 8.. Vi garantisco che passare più di 80 ore rinchiuso dentro la "gabbia" del reparto telefonia di un negozio come MediaWorld non è il migliore dei lavori. Come dicevo i fattori in questo caso sono moltiplicativi e non semplicemente addendi di una somma; in primo luogo troppa gente che gironzola per i centri commerciali dimentica a casa l'educazione e la pazienza, a noi commessi o promoter tocca quindi compensare.. Ci sono momenti in cui davvero ti chiedi se certe cose siano possibili e, purtroppo, la risposta è sempre e univocamente si.. Tocca stare li, dietro le vetrinette dei cellulari a recitare la propria parte; come gli animali dello zoo, a rispondere agli sguardi perplessi dei visitatori con il sorriso di chi sta aspettando solo che arrivi il contentino, ovvero vendere un cellulare a qualcuno. Fortunatamente c'è l'ora d'aria, come nei carceri. La pausa pranzo è quel momento della giornata che un po' di rimette al mondo, anche se passarla su scomode panchine mangiando panini o insalata di riso non è poi sto gran che..
Il vero momento di grazia in queste infinite giornate divise tra lavoro e studio è ovviamente la corsa. Il signor Maltempo sta imperversando e rendendo molto più duro il già impegnativo programma di allenamento da 90+ km/settimana, i marciapiedi dissestati di Vicenza e gli automobilisti scortesi fanno il resto. Fortunatamente ancora nulla è in grado di togliermi il piacere di allacciare le scarpette e lanciarmi sui lunghi viali ciclabili di questa ostica città, staccando la spina da tutti i pensieri e concentrarmi solo sul rumore del mio respiro e sui trilli del cronometro. Tanti i kilometri già percorsi e ancora molti mi attendono sulla via per Treviso, l'altro giorno mi è arrivata anche la conferma dell'iscrizione; pettorale n° 673 per questa nuovo tentativo d'impresa de "el Gringo". A breve farò anche un test su distanza agonistica, domenica 28 dicembre sarò alla Maratonina Città Murata di Cittadella, ma di questo avrò tempo di raccontarvi più avanti. Nel frattempo i riscontri in allenamento sono molto positivi, tanto che il coach s'è lasciato scappare un sms "bene, bravo, 7+.." il che mi ha fatto molto piacere.
A Silvia recita il titolo e il motivo nasce dall'ultimo weekend in gabbia. Sabato mattina c'era molta folla al centro commerciale ed io iniziavo "tardi", alle 11:00. Arrivato in negozio la fila davanti alle vetrine del reparto era notevole ma ancor più lo era davanti al banchetto dello stand Vodafone che campeggia a fianco della telefonia. Ad accontentare la folta clientela una rilassata e sorridente ragazza, Silvia appunto, che per nulla turbata dall'accalcarsi delle persone rispondeva ad ogni richiesta. Durante la pausa pranzo l'ho incrociata fuori dal negozio e le ho buttato li un "certo che stamattina ce n'è stata di gente, dev'essere complicato da gestire da soli quel banchetto" e lei "quando è così mi piace, non faccio fatica". In quel momento ho letto nel suo sguardo sincero entusiasmo per il proprio lavoro; quanta invidia nel capire che ci sono persone a cui piace davvero questo lavoro e riescono a farsi scivolare addosso critiche e pressione in quel modo.
Un grazie sentito quindi a Silvia perché adoro il suo saluto sorridente quando arrivo in negozio, mi contagia col suo entusiasmo e mi svela ogni volta il lato bello di questo lavoro: avere la possibilità di aiutare la gente nelle piccole scelte di tutti i giorni.
In chiusura saldo un debito, le foto delle bellissime luminarie che attraversano il centro di Vicenza



sabato 29 novembre 2014

Life in Vicenza

Undici giorni senza blog, diversi pensieri in arretrato da scaricare dalla mente. Mente molto occupata in questo periodo dalle tante e diverse attività: lavoro, scuola, allenamenti. Il lavoro in primis mi ha tolto molto tempo per pensare e fissare qualche episodio dei giorni che trascorrevano.
Eccomi quindi davanti al pc, è sabato poco dopo pranzo, sono a Sevignano. Tregua lavorativa questo weekend, in attesa della lunga e impegnativa tirata fino a Natale.
E' proprio da qui che parte il riassunto delle puntate trascorse:
Giovedì 20; "Luci a Vicenza"
Il pensiero del Natale appare all'improvviso lungo la strada che mi conduce dall'università a casa, sto sfrecciando in pieno centro e poco mi preoccupo dei passanti; ormai Dorothy è esperta nello schivare ignare figurine appiccicate ai sanpietrini di corso Palladio. Ad un tratto devo rallentare fino a fermarmi, un assembramento di giubbini arancioni sta freneticamente lavorando attorno ad un palazzo, tirano su una lunga scala e si arrampicano sopra il colonnato; stanno montando le decorazioni e le luci di Natale. Seguendo lo stile americano anche da noi si inizia sempre prima a spingere gli acquisti dei regali con promozioni e volantini vari e questo si porta dietro tutto il resto. Mercatini, luci, decorazioni prendono il sopravvento e invadono vie e negozi delle nostre città..e così sia, "luci a Vicenza"..
Domenica 23; "Sagome"
Longare, Vicenza; l'orologio della farmacia segna le 7:54, +8°C. E' una tipica mattina invernale in pianura, la campagna vicentina è avvolta nella frigida nebbia; lungo la ciclabile deserta si intravede solo una piccola macchia di colore, la mia maglietta giallo fluo che fende il muro bianco a passi corti ma rapidi. Lasciandomi la staccionata del parco sulla sinistra svolto secco a sinistra nel viottolo in selciato, in fondo altra svolta a sinistra per rientrare in ciclabile; bip del cronometro, giro di boa, si torna verso casa. Il paesaggio è quasi spettrale, la nebbia ti proietta in un mondo parallelo fatto di ombre e linee indefinite; sembra quasi impossibile ma al di sopra del tetto nebbioso il cielo è azzurro terso. Passate le 8:30 qualche altro runner decide di avventurarsi in questo universo, le loro figure sembrano quasi spettri, fluttuano nell'aria; sagome colorate che prendono forma solo quando ti passano a fianco nell'irreale silenzio che ci circonda, solo allora chi ti sfiora diventa una ragazza con le guancia rosse per il freddo, un signore sulla cinquantina sovrappeso che sbuffa ad ogni passo, due ragazzi che chiacchierano di calcio imbacuccati come i ricercatori del polo Sud. Ma ognuno poi prosegue per la sua strada tornando ad essere un'indefinita sagoma appesa sullo sfondo nebbioso dell'orizzonte..
Venerdì 28: "Geografia on the road"
Mattino presto, cielo plumbeo, mi attende un tranquillo allenamento. Invece della ciclabile che da Vicenza dirige a sud oggi ho scelto di andare a nord, lungo un bel percorso attraverso il quartiere di Laghetto, primissima periferia. Il nome deriva dalla presenza, in tempi remoti, di un bacino irriguo utilizzato per i campi limitrofi. Una volta bonificato ed edificato è diventato un tranquillo angolo residenziale a poca distanza dalla città. Particolarità del luogo sono i nomi delle vie, tutti dedicati a laghi italiani. L'allenamento si è trasformato in una piccola lezione di geografia, se infatti tutti (o quasi) abbiamo ben presente il lago di Garda, Como e Maggiore (le vie principali del quartiere) molto meno nota è la posizione di altri specchi lacustri come Pusiano e Viverone. Ampio spazio alle citazioni patriottiche tant'è che il mio percorso prevede il transito lungo le vie lago di Ledro, Levico, Toblino, Molveno ma anche richiami ad alcune perle altoatesine come Caldaro, Resia e Braies. Chissà se gli abitanti di questo quartiere hanno mai visitato realmente il lago che dà il nome alla propria via..
Vi lascio al weekend, con la settimana prossima spero che gli impegni mi diano un po' di fiato così da trovare un po' di tempo per scrivere con più costanza

martedì 18 novembre 2014

Altro giro..

Avrei voluto postare nel weekend ma ho voluto approfittare dell'occasione odierna per scrivere.
Oggi è infatti il compleanno di una persona importante, il 18 novembre 1956 nasceva il "vero anziano" di casa Dallagiacoma, il mio babbo. Abbiamo spesso avuto attriti e scambi di opinioni vivaci e ho sempre pensato che la cosa dipendesse da differenze generazionali o altre menate da adolescente. Col tempo ho invece capito che siamo molto simili e i nostri scontri erano dovuti alla caratteristica principale che ci accomuna: essere testardi. Testardaggine nel senso buono del termine ovvero quello di avere una posizione o un idea e difenderla strenuamente. Altre cose sue che riconosco in me sono il voler bene al nostro Trentino, la voglia di lavorare e di arrangiarsi, lo spirito mite e buona dose di umorismo. Trentini D.O.C. come si dice, Dallagiacoma: made by rock..
Nel weekend inoltre sono stato molto impegnato, in primis col lavoro e in secondo luogo da World of Warcraft nella sua ultima release: Warlord of Draenor. Ho passato le serate di venerdì e sabato a nerdare sulla nuova espansione dell'unico gioco che in questi anni mi ha tenuto compagnia. Evitando di entrare in dettagli inutili, il gioco è su stile fantasy, si gioca online ed è un multiplayer internazionale. La trama è piuttosto articolata, in breve si è un personaggio che nasce e cresce dentro un mondo attraversato da guerre e avventure varie; si fa crescere il livello del personaggio svolgendo missioni e completando obiettivi. Il divertimento è quello di giocare in gruppo e, da diversi anni, sono in un gruppo di giocatori italiani coi quali trascorro molte serate al pc. Ci siamo anche trovati varie volte, in questi anni, a fare scampagnate e mangiate in compagnia.
Domenica sera pausa meritata, verso le 22 mi sono seduto al tavolino del bar sotto casa e mi sono messo a scrivere qualche appunto sul mio quadernetto, ho ordinato una birra che ho rapidamente scolato; dopo tre giorni intensi ne avevo proprio bisogno. Alzo lo sguardo, poca gente al banco, alzo la mano "barista, altro giro.."
Ultime righe dedicate agli allenamenti, il terzo grosso impegno dell'ultima settimana. Giornate e corse mattutine martellate dalla pioggia fino a sabato. Il signor Maltempo ha deciso di darmi tregua e mi ha concesso un po' di tiepido sole durante il mio primo lungo (1h20' per un totale di 16,1km) di questo nuovo capitolo atletico. La destinazione finale è ufficialmente Treviso, proprio ieri ho confermato l'iscrizione. Ancora pioggia lunedì mattina mentre strigliavo ripetutamente la salita delle ville di m.te Berico; stamattina infine un progressivo al parco. Primi giri molto facili con quel "splich" piacevole ogni volta che calpestavo le pozzanghere; seconda parte molto più faticosa, hanno cominciato a farsi sentire le ripetute del lunedì. Ultimi due giri molto difficili unica consolazione lei, l'alieno. Dopo lunga assenza sono riapparse le sue Nike Pegasus fucsia e la sua coda bionda sulle stradine di parco Querini. Come già raccontato la cosa che più mi piace nel vederla correre è la sua ampia ed elegante falcata, anche perché fisicamente non si fa notare tanto; per di più faccia tesa, quasi incazzata..vabbeh in effetti neanche io quando corro ho un viso disteso e tranquillo..che dite se la merita una cioccolata calda uno di questi pomeriggi?
Altro giro, altro post..

mercoledì 12 novembre 2014

100+

Centesimo post del blog, centesima pagina di questo mio diario di vita. Come nelle migliori serie tv oggi vi racconto un po' di dietro le quinte.
Continuando nel giochino di pensare al blog come se fosse una sit-com oggi puntata dedicata all'executive producer. Il produttore è quel personaggio, che spesso rimane un po' nell'ombra e raramente conosciuto, che mette a disposizione del regista e del cast le risorse per realizzare l'opera. Il blog è stato pensato come un diario di bordo lungo la strada verso Berlino, immaginando la maratona di Berlino come la mia opera prima e considerando Treviso 2015 il sequel (o meglio, il secondo capitolo della serie) il mio produttore è necessariamente il mio coach, Claudio Pedri.
Persona molto mite e riservata, gran lavoratore, emblema del tipico trentino di montagna; casa, lavoro e impegno per la comunità. E che impegno..presidente da tempi immemori di una gloriosa famiglia di atleti che annualmente sforna giovani promettenti e prestazioni sempre migliori. Rappresentante principale di una delle realtà sportive migliori che il Trentino può vantare dedica tempo, conoscenze e competenze per trasmettere passione e disciplina ai suoi allievi. Ricordo ancora la sua faccia molto perplessa il giorno in cui varcai la soglia della palestra la prima volta; io un nerd sedentario dedito allo sport di poltrona mi ero presentato in scarpe da ginnastica a suola bianca, pantaloncini e una maglietta comprata al mercato, lui mi ha squadrato dall'alto in basso e la sua espressione diceva "ma 'sto qua 'n do volelo nar..". Carattere serio e severo, difficilmente si lascia scappare complimenti; è sempre il primo a trattenerti sulla terra in caso di buoni risultati ma, allo stesso modo, è il primo che ti incoraggia in caso di prestazioni sottotono. Col passare del tempo sono diventato un suo piccolo vanto ed io, diligente e costante, lo sto ripagando di tutto il tempo e consigli che mi ha elargito in questi quattro anni. Il progetto della maratona di Berlino, e quindi indirettamente l'intero blog, ha avuto il via libera proprio da lui e dalla sua famosa ed emblematica frase "ok..ma el sas si che la maratona l'ei longa?" E così si aprì il sipario su una delle avventure più esaltanti che un atleta può intraprendere, la maratona. 380 giorni sono trascorsi da quel pomeriggio, nel mezzo tre nuovi personali (5000, e due volte la mezza maratona) e 100 post del blog; tutto questo si può concentrare in qualche secondo di video..quello del mio arrivo a braccia alzate sotto il traguardo di Berlino, urlando al cielo i miei ringraziamenti ad almeno tre persone; la seconda (ma solo per questioni alfabetiche) è lui, Claudio "the executive Producer" Pedri..



sabato 8 novembre 2014

Yes man, we can

Ore 6:45, suona la sveglia e si apre il sipario di un nuovo weekend; l'orario e il panorama che si intravede dal lucernario non fanno presagire tanto relax e divertimento..
Nuvole basse e pioggerellina fitta fanno da cornice per la prima scena di questo sabato vicentino, mi alzo controvoglia, mi vesto bene infilo scarpette e cappellino e parto per il mio allenamento..no, non sono un pazzo, devo allenarmi adesso il resto della giornata la passerò al lavoro e al ritorno sarà quasi notte. Il signor meteo concede una tregua e per un'oretta la pioggia cessa quasi del tutto, giusto quel che serviva per completare i 60' di corsa a 4'40"/km previsti dalla tabella. Correre così viene fin troppo facile anche controvoglia alle 7 del mattino. Rientrato a casa mi godo il momento più bello della giornata: doccia calda e colazione abbondante; già uscendo dal bagno pulito e cambiato mi sembra di essere un'altra persona. Fatto il carico di carburante anche il mood svolta deciso in positivo.."yes man, we can" dico a me stesso mentre metto la giacca e raccolgo le chiavi di casa ed esco. Faccio appena in tempo a salire in macchina che ricomincia a piovere forte, faccio appena in tempo ad entrare nella prima rotonda che il solito ignorante mi taglia la strada, mi guardo in giro e vedo il mio positive mood che mi saluta e s'incammina verso casa..sarà una lunga giornata :-(
9 eterne ore di lavoro, tra clienti sbuffanti per il maltempo e le scarse offerte e colleghi incazzati per gli aggiornamenti inutilmente complicati del sistema gestionale del negozio. Alle 19:30 si abbassano le saracinesche e l'animo si riprende come quello di un adolescente che sente la campanella di fine lezione. La macchina vola via sulla SS11 "Padana superiore" e in breve raggiungo casa. Finita la cena mi ritrovo qui, davanti al pc a scrivere di un'altra umida giornata trascorsa sotto al 46° parallelo mentre si caricano un paio di puntate di "True Detective" ennesima serie molto bella prodotta dalla HBO che continua a sfornare telefilm di altissima qualità sia come sceneggiatura che come cast. Vi lascio e mi dedico al mio nuovo passatempo preferito, lo streaming..domani sarà una giornata molto simile a quella odierna anche se alla sera prevedo un finale molto divertente grazie al buon Andrea col quale abbiamo concordato una uscita a birra e risate..

mercoledì 5 novembre 2014

Roba da vecchi

Giornata uggiosa e ricca di pioggia in quel di Vicenza, occasione buona per cavalcare l'onda malinconica del maltempo per buttar lì due pensieri.
Il primo pensiero va a Camilla, la mia vecchia 500 (classe 1995) che in questi giorni sarà pensionata e sostituita da una pratica utilitaria 4x4 per agevolare gli spostamenti casa-lavoro del vecchio di casa (il mio babbo). Camilla va in pensione dopo quasi sei anni di onoratissimo servizio, acquistata a novembre 2008 da un anziano bolzanino che aveva macinato solo 20.000 km con la scatoletta a quattro ruote. Da subito c'è stato molto feeling tra il "nuovo" mezzo e il conducente, col passare dei kilometri l'affiatamento è aumentato e abbiamo condiviso diverse avventure stradali, come non citare la mitica scalata del passo Fricca (da Arsiero a Carbonare) sotto una fitta tormenta di neve di un ormai lontano febbraio 2011.. Diventata maggiorenne la splendida Camilla ha iniziato a mostrare qualche cedimento, inizialmente problemi al serbatoio e poi anche al motore tanto che, dall'anno scorso, non sono più io il fruitore dei suoi servigi; l'anziano Dallagiacoma ha preso il volante e, in vista del prossimo inverno, ha deciso il cambio della guardia in garage. Addio quindi o gloriosa Camilla, sentiti ringraziamenti alla tuo spartano abitacolo che mi ha accolto e coccolato negli oltre 70000 kilometri percorsi insieme. Ora resta solo da scegliere il nome della prossima cavalcatura delle scuderie di corte..
Il secondo pensiero è scaturito da una battuta tra amici, dopo aver affermato (nello stupore generale) che sto rinnovando la patente a qualcuno è scappato un "cavoli..se devi già rinnovare la patente sei proprio vecchio..". Li per li ci ho riso sopra anche se in realtà è assolutamente vero, all'interno del contesto universitario sono uno dei più vecchi iscritti e addirittura alcuni assistenti dei professori sono più giovani di me..è ora di finirla..(l'università, ovviamente) Andare a lezione in mezzo a gente che con gli anni '80 non ha nulla a che vedere fa davvero strano, troppo spesso citi o parli di cose che loro non hanno nemmeno sognato mentre cose che per loro erano fighe e alla moda per te erano superate o relegate al rango di "robe da boci". Oggetti che hanno fatto la storia della mia gioventù come il GameBoy (rigorosamente in b/n), il walkman a pile con le musicassette registrate dalla radio per loro sono pezzi d'antiquariato. Noi che le tute dell'Adidas e le All Star le usavamo a far ginnastica in palestra, che i jeans si scolorivano e strappavano da quanto li usavamo. Gente il cellulare se lo son comprato usato con 50000 lire risparmiate dopo un tirocinio a 17 anni e non l'hanno ricevuto in regalo alla prima comunione.. Che volete farci, son nato nell'84 io, son vecchio..
Ah, quan che ero gioven mi..altri tempi :-)

sabato 1 novembre 2014

Five days, five tags

Cinque giorni, cinque etichette ovvero una pillola per ogni giorno trascorso dall'ultimo post. E' stata una settimana abbastanza densa di episodi e spunti ma nessuno degno di un post dedicato.

Lunedì: Parole, parole, parole..
La giornata di lunedì è stata molto piena, mattina a scuola poi due riunioni JEst e pranzo al volo. Nel pomeriggio ho partecipato ad un incontro in università con Federico Coppola, un consulente aziendale in comunicazione e selezione del personale; dibattito aperto su vari temi, il principale come affrontare i disaccordi sul lavoro. Come da titolo il fulcro della discussione è stato sulle parole e di quanto sia importante il loro significato, usare le parole giuste serve a comunicare efficacemente le proprie idee e conoscere il significato delle parole è la chiave per capire cosa gli altri vogliono comunicarci.

Martedì: Fumo bianco
Allenamento mattutino al parco, abituato al tepore del sole della settimana scorsa è stato uno shock uscire di casa con circa 5°C e umidità sopra l'80%; come da titolo fumo bianco dalla bocca e freddo pungente. Dopo un paio di giri la situazione migliora, il sole per fortuna scalda ancora e il movimento genera il calore sufficiente a star bene. Sta di fatto che si è passati dalla padella direttamente nel freezer..

Mercoledì: PBJ
Il PBJ non è l'ultimo ritrovato della chimica ma semplicemente la più tipica delle merende americane, sono da sempre attratto e incuriosito dalle cose made in USA e questa volta ho voluto testare qualcosa di culinario. PBJ sta per peanut butter jam ovvero panino con burro d'arachidi e marmellata; mi sono quindi comprato il burro d'arachidi e ho provato. Per quanto strano l'abbinamento è valido e approvato, per la serie cambiare è buono :-)

Giovedì: let the show begin
Sempre in tema USA mercoledì notte è iniziato il campionato più spettacolare del mondo, l'NBA. Il torneo di basket americano è un incredibile show di più di 80 partite per ognuno dei 30 team messo in scena da circa 300 super atleti che in qualsiasi altro sport sarebbero degli dei in terra. Anche per i profani di basket guardare semplicemente gli highlights delle partite è puro spettacolo, in ogni match si susseguono giocate e numeri da circo; è uno sport di squadra (il singolo non riesce da solo a far la differenza sul lungo periodo) che insegna tantissimi valori e non serve avere particolari mezzi economici per mettere in piedi una squadra, basta una palestra e una decina di ragazzi. Poi in America ci mettono sempre del loro e tramutano in show qualsiasi cosa, let the show begin..

Venerdì: friday once again

E' di nuovo venerdì, ma senza Aldo Rock e senza Halloween; la festa dei morti è spesso un buon motivo per uscire e fare un po' di casino ma la mia serata è stata a casa sul divano. Avevo intenzione di andare in un pub vicino casa per una festa a tema ma le quasi tre ore di macchina per rientrare da Vicenza hanno spento le mie buone intenzioni. A farmi compagnia la satira di Crozza e la replica di DJCI, un po' di “Iene by night” e poi a nanna, domani ci aspetta il freddo alpino e 14 km di corsa tra le montagne trentine; quassù è già inverno Uomo..

domenica 26 ottobre 2014

Week-end sorridente

Altra settimana in archivio con discrete soddisfazioni e un paio di giornate degne di nota.
Venerdì la prima con un bell'allenamento di prima mattina, 1h a 4'35” costanti (anzi, parte centrale anche un pochino più veloce) tanto per ricordarmi che le fatiche di Berlino sono definitivamente alle spalle e si può proseguire serenamente verso nuovi traguardi. Mattinata a scuola, pranzo rapido e pomeriggio al lavoro. Serata super in compagnia dell'ormai mitico Andrea, ex-collega Sky, a raccontarci le nostre storie e ridere come dei pazzi per via del nostro comune senso dello humor molto sviluppato. Nel mezzo una discreta pizza, un paio di birre e lui che, baciato da congiunzioni astrali inimmaginabili, mi asfaltava prima a bowling e poi a biliardo. La “serata maschia” si conclude così alle 2 di mattina quando l'ultima goccia dell'ultima birra evapora dalla tozzola in un bel pub della prima periferia.
Sabato il sipario si apre on the road, con le scarpette ai piedi; altro allenamento di primo mattino, la giornata sarà infatti lunga e impegnativa. Niente lavoro, oggi sarà Team Building Event made in JEst. Giornata interamente dedicata a cementare ancor di più i legami tra i vari soci e limare i piccoli e inevitabili attriti tra le varie aree. Debutto ufficiale per me nell'area HR che ha organizzato e animato l'evento. Mattinata con l'attività di gruppo tra presentazioni incrociate e lavoro prima divisi nei team per poi convergere in una discussione aperta tra tutti i soci allo scopo di individuare una serie di oggetti da portare su un'isola o da lasciare obbligatoriamente a casa. Il semaforo generale risultante è molto rappresentativo di alcuni concetti ampiamente condivisi all'interno dell'associazione: luce rossa per Facebook (in rappresentanza dell'overdose di comunicazione futile tipica dei social network) e per il vestiario (simbolo di conformismo e desiderio di apparire a tutti i costi) mentre luce verde per il rispetto e per il pallone (che rappresenta la voglia di divertirsi insieme). Si prosegue con il pranzo, organizzato come una sfida liberamente ispirata a MasterChef tra i team JEst, ne è uscito qualcosa di spettacolare con tutti i soci impegnatissimi nel cercare di vincere la competizione. Tutti ne guadagnano, cibo ottimo e clima goliardico grazie anche alla interpretazione magistrale dei giudici d'eccezione. Festa che si è protratta fin nel tardo pomeriggio, location splendida nella villa di famiglia di uno dei nostri soci e, fortunatamente, meteo clemente.
Serata di sabato alone in the darkness, solo nel buio del mio soggiorno. Niente di drammatico o malinconico, da qualche settimana mi concedo la visione di film impegnati in streaming. Sabato scorso ho visto il lunghissimo ma molto piacevole “la vita di Adele” mentre ieri è toccato a “Inception”; ennesimo ottimo film di Christopher Nolan (il papà del moderno Batman) che ancora una volta miscela una trama avvincente ad una sceneggiatura spettacolare, in questo film il tutto è giocato sul filo dell'irrealtà dei sogni per due ore (abbondanti) di pure godimento. Consigliatissimo.
Domenica infine con la sveglia ritardata (merito del cambio ora) seguita da una pallosissima mattinata al lavoro. Negozio deserto mentre la mia mente combatte la noia pensando allo sport, oggi è il giorno della Venice Marathon che vede alla partenza anche il mio amico Luca; durante la pausa pranzo gli ho anche telefonato per sentire i suoi commenti a caldo, grande emozione per l'ennesima impresa portata a termine e la promessa di condividere prossimamente questo tipo di fatiche e gioie con me.
Pomeriggio un po' più movimentato anche per il bel tempo che campeggia sopra a tutta la provincia vicentina e serata che scivola via con le squadre trentine del basket e del volley da seguire via internet. Sorrisi per l'Aquila Trento che, grazie ad una prestazione corale molto consistente, batte Cantù al PalaTrento col punteggio di 83-71; la Diatec va in trasferta a Perugia dove prima soffre poi combatte col coltello fra i denti ed alla fine la spunta al tie-break; gli umbri dimostrano comunque che saranno una delle squadre da temere in questo campionato. Ora vi lascio, stasera ancora cinema: "Toy Story 3". 

martedì 21 ottobre 2014

La missiva

Era un'uggiosa mattina di inizio settimana, il giovane padawan era seduto davanti al pc e stava controllando la posta. Un lampo squarciò le nubi e apparve nella cartella "in Arrivo" una missiva lucente; il timido apprendista aprì la comunicazione con circospezione ma capì ben presto che la lettera era il viatico per la sua prossima missione. Le parole "maratona" e "Treviso" rimasero a lungo aleggianti nella mente del giovane avventuriero ancora stordito per via del contenuto della missiva, il suo saggio maestro lo aveva infatti appena promosso a cavaliere maratoneta. Ringalluzzito dall'investitura ricevuta passo le direttive all'omino del cervello il quale, grazie alle sue abilità amanuensi, tatuò il nuovo verbo nella memoria del neo cavaliere. Terminata velocemente l'operazione comandò al corpo di muoversi con un tonante "'ndemo toso, in Marca!" Il prode avventuriero si destò dal suo stato confusionale e partì per la sua nuova missione, allacciandosi bene le scarpette e fissando il cronometro al posto. Alzando gli occhi si sistemò il cappellino fece un profondo respiro e si lanciò fuori dal portoncino di casa assicurandosi di avere le chiavi in tasca per rientrare a fine allenamento..
Chiusa la parentesi epico-fantasy passo in breve rassegna il weekend sportivo appena trascorso. Sorvolando il campionato di calcio mi concedo una breve sosta sul quello di basket, dopo l'esordio complicato contro Reggio Emilia il calendario prevedeva per l'Aquila Trento una ancor più complessa partita contro Milano (campione in carica). Pronostico rispettato e onorevole sconfitta per la squadra trentina al cospetto di una formazione decisamente più forte e completa.
Chiusa l'estate dei mondiali è ripartito, sabato, il campionato di serie A di volley sotto il nome di Superlega; partita di apertura molto interessante tra Treia (ex Macerata, campioni in carica) contro Verona. Pronostico rispettato anche in questo caso ma più per demeriti di Verona, ancora in fase di rodaggio visti i numerosi nuovi innesti, che per i meriti di Treia. La squadra marchigiana si conferma una delle pretendenti allo scudetto vista la solidità generale del sestetto e alla panchina ben fornita. Le altre favorite hanno giocato di domenica con risultati abbastanza sorprendenti. In primis una rinnovatissima e molto rinforzata Modena che batte (abbastanza facilmente) Perugia col punteggio di 3-1. I canarini sono una squadra che punta decisa al tricolore grazie ai nuovi acquisti che hanno portato potenza in attacco e sembrano già ben rodati. Dall'altra parte gli umbri (finalisti dello scorso anno) si sono ripresentati in questa stagione con un organico molto talentuoso e saranno sicuramente un ostico avversario per tutti. Con un po' di patriottismo metto nel novero delle favorite al titolo Trento che ha sistemato il sestetto e presenta in panchina diversi ottimi giovani provenienti dal vivaio. Esordio facile per il team trentino contro una Padova ancora work in progress, risultato mai in discussione e perentorio 3-0. Dagli altri match merita una nota l'incontro tra Piacenza, formata da molti veterani del volley italiano, e Ravenna, costruita su una base giovanissima; a sorpresa la spuntano i romagnoli che schiacciano il team emiliano e si propongono come possibile sorpresa del campionato. A margine gli ultimi due incontri, Milano-Molfetta (0-3) e Monza-Latina (1-3) da cui emerge che le due squadre lombarde appena ricostruite debbano ancora fare molta strada per oliare al meglio i meccanismi tra i propri giocatori.
Ora vi lascio e scappo ad allenarmi, al "freccia Gialla" è stata assegnata la destinazione finale di questo nuovo viaggio: Treviso; arrivo schedulato al 1° marzo 2015 ore 10:00 locali..

venerdì 17 ottobre 2014

E' venerdì Uomo..

Ed è stato un buon venerdì, nonostante sia di 17.
Inizia tutto alle 8 di mattina con la sveglia, ti alzi dal letto e intravedi il cielo azzurro HD dal lucernario. Il sole filtra dalla piccola finestra sul tetto mentre ti sfiora il pensiero di rimanere a letto, tanto la prima lezione di oggi salta per assenza della prof. Ma nella mente scatta l'interruttore, è venerdì ed è il giorno degli Uomini. Metto su pantaloncini, canotta e maglietta, allaccio le scarpette e parto. Via, nel parco, senza remore. Un paio di giri tranquilli, altri tre in progressione e due a passo lento; aria frizzante ma sole brillante, c'è pure una scolaresca che pascola su e giù per il viale delle statue. Rientro a casa, doccia e colazione; poi università e "pranzo di lavoro" con un paio di colleghi JEster; ho recentemente cambiato area di competenza passando da Marketing a Risorse Umane e oggi avevo un incontro col responsabile per introdurmi nel team. Primo pomeriggio con il reloaded di DJCI nelle cuffiette mentre cazzeggio un po' al pc.
Aldo Rock parla di vittorie sportive, ma il discorso è facilmente allargabile anche alla vita di tutti i giorni. La frase cardine di oggi è: "per raggiungere una vittoria bisogna aver perso tante volte", dagli errori si impara e si cresce, senza aver sbagliato non si riesce ad avere la consapevolezza per poter vincere. Splendida la citazione di Michael Jordan:
"Avrò segnato 11 volte canestri vincenti sulla sirena, e altre 17 volte a meno di dieci secondi dalla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri. Ho perso quasi 300 partite; 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto."
Dopo questa scorpacciata filosofica arriva il momento del mio esordio nel mondo HR con la prima riunione organizzativa per un evento targato JEst in programma fra due settimane, stiamo rifinendo i preparativi per una giornata di team bulding. Parola inglese di cui le aziende si riempiono la bocca, spesso senza sapere davvero cosa voglia dire; letteralmente significa costruire squadra normalmente viene inteso come fare gruppo, aumentare le relazione e migliorare il clima all'interno di gruppi di lavoro. Inutile dire che in JEst non ce ne sarebbe bisogno, il clima è spesso sereno e disteso, diciamo che per noi è una "scusa" per un po' di festa tra amici..
Serata tranquilla a scrivere di come scorre la vita qui a Vicenza, fra poco si va a letto, domani mi aspetta una giornata di onesto lavoro; buonanotte a voi Uomini..e buon weekend

martedì 14 ottobre 2014

Cielo grigio su..

..diceva la canzone. E così è stato nella giornata di ieri, tanta pioggia. Finalmente stamattina il cielo è volto all'azzurro, anche se la minaccia di acqua permane.
Difficile trovare ispirazione in questo periodo, come già raccontato gli scarsi impegni mi permettono di cazzeggiare allegramente a casa sul divano. Il weekend è però stato ricco di occasioni per calcare il sofà, tanto sport da poltrona mi ha intrattenuto tra sabato e domenica.
Ne hanno parlato (e spesso straparlato) praticamente tutti, il sogno della nostra nazionale di volley femminile si è infranto letteralmente contro il muro cinese, nella semifinale del mondiale. Letteralmente in quanto la strategia muro-difesa cinese è riuscita a limitare e contenere il brillante attacco azzurro, mentre dall'altra parte la ricezione italiana si è dimostrata il reale punto debole della squadra. Credo che l'argomento sia già stato toccato da molti ma l'immagine che mi resterà di questo, comunque, bellissimo mondiale è la straripante e contagiosa gioia della ventenne centrale Chirichella che, ad ogni punto, esultava come se una ragazzina segnasse punti ad un mondiale.. Di questa nazionale rimane tanto per i posteri, la gioventù presente sarà sicuramente il fulcro della squadra che andrà alle Olimpiadi di Rio fra due anni il che fa solo ben sperare.
Altra splendida impresa quella di Alex Zanardi che domenica ha completato l'Ironman delle Hawaii, la sua intervista post-gara è un manifesto per tutti gli sportivi ma soprattutto per chi non lo è; lui è la dimostrazione che determinazione e impegno possono portare chiunque dovunque. Senza timore di offenderlo ammetto che la mia minuscola impresa berlinese è anche colpa sua. Forza di volontà e spirito da lottatore che non molla mai in nessuna situazione, neppure in quelle più ostiche. La vita gli ha tolto moltissimo ma lui ha saputo ricominciare da capo e ha raccolto orgogliosamente tutto ciò che ha saputo crearsi.
Per il resto mi sono dilettato con un po' di ciclismo di fine stagione, il motomondiale ed infine, grazie al www, ho sbirciato i risultati del basket italiano. Sabato è iniziata la nuova stagione di serie A e domenica c'è stato l'esordio dell'Aquila Trento nel massimo campionato. Un grande in bocca al lupo a questa squadra nella cui dirigenza militano due persone che alle superiori erano miei professori. Esordio non molto fortunato contro Reggio Emilia, squadra nel cui quintetto base ci sono giocatori esperti nel giro delle nazionali (Italia e Lituania in particolare), risultato finale a favore degli emiliani ma, secondo l'articolo della Gazzetta, Trento potrà avere giornate migliori.
Ultimo inciso sulla festa di sabato sera, mia cugina Federica si è laureata in Scienze Motorie e ha radunato i parenti giovani per una allegra rimpatriata. Le sue amiche hanno organizzato vestizione particolare e papiro per rendere più divertente la serata, risultato nella foto in calce. Aggiungo che la persona che si è divertita di più è stata proprio la cuginetta dottoressa, temo che con quel costume ci sia andata a dormire..


mercoledì 8 ottobre 2014

Day by day

Ovvero stratagemmi made by own per evitare di morire di noia..
La botta di emozioni di certi eventi ha, purtroppo, effetti collaterali. Svanita l'onda di adrenalina il corpo si riassesta sui valori normali e la mia vita poco movimentata accelera il processo di rimbalzo. Ammetto di essere incontentabile, mi lamento sempre di avere tanta roba da fare mentre ora mi ritrovo a combattere l'assenza di impegni.
Motivo di questo periodo sgonfio è una congiunzione astrale di situazioni: la prima è la momentanea assenza di una tabella degli allenamenti, diretta conseguenza della mancanza di un obiettivo preciso nel prossimo futuro. Il mio allenatore si è momentaneamente riservato di valutare le due proposte che gli ho sottoposto l'altro giorno. Vorrei tentare l'assalto ad una mezza maratona ma il tempo stringe, le ultime due papabili sono una il 16 e l'altra il 30 novembre, l'alternativa è partire verso metà novembre con la preparazione della prossima maratona (probabilmente Treviso). Nel frattempo continuo a frequentare assiduamente la ciclabile Casarotto e il parco Querini, mi limito a sedute di 1h-1h15' e mi dedico ad ammirare il paesaggio. Panorama solcato spesso da altri runner umani ma anche da una veloce e gradita presenza aliena..proprio ieri, al parco, ho nuovamente incrociato le enormi cuffie seminascoste dalla bionda e folta chioma bionda di Federica del Buono; solita falcata ampia ed elegante, sguardo cupo come al solito e usuale rumore di rock pesante proveniente dalle cuffione. Al primo incrocio mi ha visto e salutato con un timido gesto della mano, io ho contraccambiato accennando anche un sorriso ma il suo volto si è rapidamente girato ed è velocemente scappato via.
Seconda situazione che contribuisce al momento fiacco è il mio orario lezioni all'università, i due corsi che sto seguendo hanno le ore concentrate al lunedì e al venerdì mattina, nel mezzo tre giorni di nulla cosmico..
Terza situazione contingente le scarse attività nel calendario JEst, gli impegni prossimi si iniziano a programmare proprio con l'inizio delle lezioni e quindi le prime settimane di lezione sono solitamente tranquille.
Quarta situazione quella relativa al lavoro; per quanto sia contento di avere mansioni leggere fare presenza in reparto nei giorni infrasettimanali è davvero noioso, pochissimi clienti e scarsità di adempimenti relativi alla gestione dei prodotti rendono il tutto al limite della sopportazione. Credo di aver pulito tre volte le vetrinette dei cellulari questo pomeriggio..
Come affermato nel titolo day by day, la soluzione più semplice per combattere la noia è pensare giorno per giorno e cercare di riempire il tempo tra un pasto e l'altro in qualche modo.
La radio (Deejay) è, per fortuna, un valido compagno di cazzeggio

sabato 4 ottobre 2014

It's a mad world

Passata la sbronza di emozioni di Berlino la vita ricomincia dove l'avevo lasciata giovedì 26 settembre. Il rientro alla realtà è stato graduale, il primo piccolo passo martedì pomeriggio con Tropical Pizza poi, mercoledì mattina, la mia classica corsetta mattutina al parco. Devo dire che rimettere le scarpette non è stato così traumatico come credevo, muscolarmente ho recuperato bene e velocemente. Altro piccolo passo venerdì con la ripresa delle lezioni in università, ennesimo primo giorno di scuola e questa volta spero davvero sia l'ultimo. Questo semestre due i corsi da seguire con l'obiettivo di passare i rispettivi esami, più il difficile e complicato doppio impegno di fisica tecnica di cui voglio sbarazzarmi il prima possibile. Secondo semestre molto più morbido con gli ultimi due esami per giungere all'agognato traguardo della laurea.
Oggi il passo finale per rientrare nel mondo reale, otto ore di “sano” lavoro cercando di spiegare a innumerevoli figli di papà esaltati e ad altrettanti indobangapakistani che esiste una sottile differenza tra uscita sul mercato di un prodotto e la sua effettiva presenza fisica nei negozi. La gente fa un po' fatica a capire che quando al tg dicono che esce il nuovo padella-phone con una mela mangiucchiata serigrafata sulla scocca non significa che tale gingillo tecnologico è bello e pronto in qualunque negozio di elettronica; a molti sfugge totalmente la questione dei tempi di distribuzione e commercializzazione. Siamo si in una società globalizzata ma, fortunatamente, esistono ancora distanze immense tra i centri logistici Apple in USA e negozi ubicati in remote località venete come Arzignano. Dopo la pausa pranzo ero molto tentato di scrivere un cartello con scritto “I-phone 6 esaurito, tornate dopo il 13 ottobre” ma il mio capo reparto sostiene che tale informazione sarebbe lesiva per la reputazione del punto vendita..
La dura legge del mercato, se il cliente chiede bisogna rispondere con cortesia e accontentarlo. Purtroppo la tiritera andrà avanti per molto, i pezzi in arrivo sono appena sufficienti a coprire le prenotazioni che abbiamo in carico; mi attende un mese di giustificazioni plausibili da dare in pasto a clienti affamati di mela mangiucchiata. Non mi permetto di criticare le caratteristiche tecniche o le sempre maggiori funzionalità dei dispositivi di Cupertino ma provo un po' di pena per parte della clientela che li acquista. Passino i figli di papà (o i papà imprenditori) che comprano Apple solo perché ce l'hanno tutti i loro colleghi/amici ma trovo decisamente penoso vedere gente che chiede finanziamenti o prestiti solo per avere in mano un pezzo di alluminio e vetro che, tipicamente, sfrutteranno al 10%. Questa rincorsa agli status-simbolo mi risulta sempre più incomprensibile, capisco il momento di crisi ma ostentare un I-phone comprato a rate non mi sembra un gran biglietto da visita per sentirsi accettato da questa società malata di consumismo. Buon viso a cattivo gioco, per quanto trovi poco morale far girare il giocattolo Mondo con questi meccanismi capire come funzionano le cose fa parte del mio futuro lavoro e per farlo bene sono consapevole di dovermi adeguare per calarmi nel sistema. L'importante è avere un piccolo orticello dove coltivare qualche soddisfazione personale; come ha detto il vate Aldo Rock ieri a DJCI è la consapevolezza che ci dà la forza di rincorrere i nostri sogni. Consapevolezza, olio prezioso per gli ingranaggi del cervello, quella sensazione che ti porta a pensare sempre avanti.
Il capotreno ha già fischiato, tutti in carrozza, il Freccia Gialla sta ripartendo, final destination ancora da decidere..

martedì 30 settembre 2014

Il muro esiste/Back from heaven

Dal diario di bordo del "Freccia Gialla":

Operazione B-day @Berlin, day 2 e day 3
Vicenza, martedì 30 settembre

E' martedì pomeriggio e comincio a rimettermi nei miei panni usuali di studente impegnato. Sono stati giorni talmente pieni di avvenimenti ed emozioni che faccio ancora fatica a mettere tutto in ordine, i tentativi di mantenere il controllo su ciò che mi succedeva sono stati vani.
Il racconto inizia da dove l'avevo lasciato, ovvero sabato notte quando ho spento il pc e sono andato a dormire. Nottata tranquilla ma sveglia prima dell'alba per fare colazione e dirigersi ai blocchi di partenza. L'atmosfera era molto carica già salendo sul treno per andare verso la porta di Brandeburgo, una volta scesi lo scenario che si è aperto era splendido, migliaia di atleti che percorrevano i vialetti dell'enorme parco del Tiergarten per prepararsi all'evento. Un immenso puzzle di magliette e scarpe colorate pronti a dare tutto lungo i 42,195 km della maratona. Evitando di scadere in tecnicismi riguardo ritmi, parziali o altro vi racconto in breve la mia corsa.
La preparazione è stata un'escalation di tensione ed emozione, ero lì in mezzo a decine di migliaia di altri atleti provenienti da ogni parte del mondo; io, una piccola formichina gialla con la testolina nera. Breve corsetta di riscaldamento, poi il sole che faceva capolino tra gli alberi iniziava a scaldare la strada. Condizioni climatiche perfette per correre, sono le 8:35, inchiodo le mie scarpette sulla famosa linea blu e decido che sarà lei la mia fedele compagna di viaggio. 8:43, lo speaker presenta i top runner e inizia il countdown, capisco che non si può più tornare indietro; eravamo tutti pronti, come attori sul palco che sanno che il sipario si sta aprendo. Vengono tolti i nastri e la gente si compatta in avanti. Musica di sottofondo e massima carica di tensione, nella mia testa la scena rimane sospesa come un momento di lucida irrealtà, i rumori ovattati e i colori distorti, pochi secondi e il sogno è rotto dallo sparo secco dello starter..volano via i palloncini gialli e la massa inizia a muoversi verso la linea di partenza. Il sibilo continuo dei chip che si innescano si confonde con i trilli dei cronometri che scattano, passo sopra al tappeto anch'io e via, sono ufficialmente un maratoneta. La cornice di pubblico è maestosa, lungo il percorso si sono ammassate più persone di quelle che stanno correndo, ogni metro è coperto da tifosi che incitano chiunque si trovi al di là della transenna. Moltissimi hanno un cartello (fornito dall'organizzazione) per attirare l'attenzione di qualche persona cara che transita sul percorso, in molti tratti ci sono band o gruppi che suonano musica per intrattenere il pubblico festante ma anche per incoraggiare e sostenere gli atleti. Più che una maratona sembra un immenso corteo festoso. 
I primi 15 km scorrono in un battibaleno, mentre mi guardo in giro e mi godo lo spettacolo che va in scena il mio omino del cervello guida il mio passo con stupefacente regolarità e costanza; sono in uno stato di estasi agonistica rinnovata dai continui stimoli musicali che arrivano da bordo strada. Uno dei miei migliori passaggi è sicuramente il 4'23" con cui arrivo al 21°km, come colonna sonora le note di "Another one bites the dust". Arrivo in breve al 32° con il mio omino del cervello sempre intento a fare conti e tenere il ritmo, sono più di 2h30' che sto ballando e comincio a sentire la stanchezza. Improvvisamente sparisce la treccia bionda della giovane svedese che finora mi precedeva e mi teneva compagnia, prendo il comando delle operazione e switcho il cervello in modalità "vietato zeder". Il mio ritmo rallenta ma il pulsante "reazione vigorosa" mi fa tener botta; 35° in 4'33" ma è solo un fuoco di paglia, il ponte che conduce a Postdamer Platz è un gradino fatale lungo il mio viaggio. Passo a fianco del Sony Center, incrocio le mattonelle che segnalano ai turisti il disegno del muro di Berlino, a modo mio mi accorgo che il Muro della maratona esiste. Le gambe sono ormai vuote, il passo diventa lento e pesante, i successivi 4 km sono un lungo transito attraverso l'inferno. Dopo un'interminabile agonia svolto su Unter den Linden e vedo la luce; la tabella del 41° è lì a pochi metri; la passo, alzo lo sguardo e vedo la luce. A breve distanza si staglia la porta di Brandeburgo, swtcho il cervello in modalità "orgoglio" e pigio il pulsante "non esiste un domani"; sotto le scarpe l'asfalto ricomincia a scorrere veloce, le gambe mulinano, il passo si allunga. Un urlo si alza da un gruppetto di italiani a bordo strada: "vai Paolo!!", è la scintilla che accende la poca benzina ancora presente nei muscoli. Passo sotto la porta e mi involo sul traguardo a braccia alzate, sento il bip del cronometro, una cordiale (e molto carina) volontaria mi mette al collo la medaglia, è il momento che certifica l'impresa: 3h20'07", 3407° assoluto nella maratona di Berlino. 
Riprendo fiato percorrendo il vialetto d'uscita dalla zona arrivi, il cuore continua a battere all'impazzata, ritiro la borsa dei vestiti e il rifornimento; mi metto una maglietta ma lascio la canotta ben in vista per la foto di rito scattata dal nostro accompagnatore e finalmente meritato riposo e ristoro sdraiato sul prato all'ombra del Reichstag.
Il resto della giornata è pura gloria e condivisione delle emozioni della gara con i compagni di viaggio italiani ma anche con altri atleti che incrocio mentre sono in coda nell'area massaggi, sul metro ma anche al baracchino turco vicino all'hotel dove mi concedo un rigenerante currywurst con patate accompagnato da una sanissima birra media. E' davvero incredibile come l'intera città partecipi a questo evento e ancora più incredibile è vedere il rispetto e il saluto sempre cordiale che ti portano le persone che incroci. Pensavo fosse retorica ma devo proprio ricredermi, "every finisher is a winner" non è un semplice slogan ma la realtà di questi grandi eventi.
In serata cena organizzata con l'intero gruppo italiano di cui facevo parte per chiudere in bellezza, tutti con la medaglia ben in vista e un gran sorriso stampato in volto. E' stata davvero un'esperienza incredibile che è valsa ogni singolo allenamento. Poter condividere queste emozioni con un compagno di viaggio come Marco è stato sinceramente la ciliegina sulla torta, non avrei mai immaginato di incrociare qualcuno con così tanto in comune con me.

Breve inciso sul day 3, il ritorno alla realtà. Viaggio tranquillo e cielo terso hanno accompagnato la nostra malinconica trasvolata. Dopo il ritiro bagagli ancora un po' di emozione affiora mentre saluto i vari eroi berlinesi. Io e Marco ci lasciamo con una vigorosa stretta di mano e un grande abbraccio, ci siamo anche scambiati i numeri e con la promessa di rivederci in una futura maratona, magari proprio la prossima..eh sì, perché da oggi la nuova domanda da farsi non è più "quand'è la prossima gara?" ma diventa: "qual'è la prossima maratona?"
Buongiorno, mi presento. Sono Paolo, ho 30 anni, gareggio con una bandana in testa e il mio coach mi chiama "el Gringo"; che sport faccio? Uomo io non faccio sport, io sono un maratoneta..

La cartina del percorso, il pettorale, la medaglia e il mio nome nel giornale del giorno dopo..le poche cose materiali che restano della maratona. Le emozioni e la gioia sono chiuse in un piccolo angolo del mio cuore e nelle parole di questo blog.. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato nel raggiungere questo traguardo e grazie a me che ci ho creduto ed ho lottato fin sulla linea d'arrivo per rendere reale questo sogno..


sabato 27 settembre 2014

La linea blu

Dal diario di bordo del "Freccia Gialla":

Operazione B-day @Berlin, day 1
Berlino, sabato 27 settembre

Giornata di sabato all'insegna del relax, sveglia puntata alle 6:30 e tranquilla mezz'ora di corsetta nel parco vicino all'hotel. Dopo la doccia una robusta colazione e, dalle 10 alle 13, visita guidata attraverso i luoghi simboli di Berlino. Itinerario classico con partenza da Alexander Platz e arrivo a Postdamer Platz toccando la torre della televisione (a forma di Sputnik), il municipio rosso, l'isola dei musei, il viale dei tigli (Unter den Linden) e il check-point Charlie (con limitrofo pezzo del muro). Tutte cose già viste ma apprezzate molto di più grazie alla simpatica e professionale guida italo-tedesca a condurci lungo il percorso. Pranzo in compagnia in uno degli innumerevoli centri commerciali del centro e pomeriggio trascorso a ispezionare un altro percorso ad alto tasso di interesse: il percorso della maratona.
Col mio compagno di stanza d'hotel Marco abbiamo noleggiato la bicicletta e abbiamo fatto il sopralluogo di alcuni punti chiave della maratona di domani. Da buoni ingegneri gestionali (io futuro, lui ormai esperto) siamo entrambi molto attenti ai dettagli e siamo in sintonia su molti aspetti della corsa e del modo di vedere il mondo più in generale. Dopo gli scambi di opinioni avuti nella giornata odierna sono sempre più convinto che lui sia il mio clone invecchiato di 20 anni..
Titolo dedicato proprio al nostro sopralluogo, volendo citare Ligabue abbiamo pedinato una morbida scia, nel nostro caso rappresentata dalla famosa/famigerata linea blu che demarca l'intero percorso della maratona segnalando ai runners il tracciato ideale di gara. Questa linea è infatti quella utilizzata per la misurazione dei 42195 m che portano alla certificazione ufficiale di maratona.
Rientrati in hotel verso le 16 abbiamo riposato per poi andare a cena con gli altri del gruppo. Menù rigorosamente a base di pasta con un po' di insalata poco condita a fare da contorno, obbligatorio fare il pieno di carboidrati per avere il serbatoio pronto per la partenza.

Infine ancora qui davanti al pc a dedicare un po' del mio tempo al blog. Oggi ho scattato poche foto, vi lascio la più significativa ed evocativa, la porta di Brandeburgo ovvero il simbolo universale di questa città. Magari domani ne faccio un'altra così potete fare il giochino delle differenze..


venerdì 26 settembre 2014

Willkommen im Berlin

Dal diario di bordo del "Freccia Gialla":

Operazione B-day @Berlin, day 0
Berlino, venerdì 26 settembre

Anche oggi si è fatto tardissimo ma le cose da fare erano tante. La sveglia è suonata relativamente presto, rapida colazione e via, carico di bagagli verso il treno. Ringraziamento sentito a Trenitalia che non ha fatto mancare il puntuale ritardo del mio treno era una cosa su sui contavo molto per aumentare l'ansia del viaggio. Giunto al Marco Polo di Venezia sono invece incappato nella "sorpresa" di giornata, rapidissima e indolore trafila di controlli tra check-in e metal-detector che mi ha velocemente portato in sala d'attesa dell'area partenze. Il volo è stato particolarmente noioso a causa della coltre di nubi sovrastante l'intero centro Europa, solo in parte mi sono goduto il panorama delle tanto amate Alpi da quota 11mila metri..
Titolo del post dedicato alle parole del nostro comandante subito dopo l'atterraggio: "liebe Herren und Damen, willkommen im Berlin". Li per li ho apprezzato poco, visto anche il meteo grigio e umido che ci aspettava fuori dalla carlinga; in serata, ripensandoci, ho dato il giusto peso alla cortese (seppur retorica) affermazione. Portare a spasso per quasi 1000 km un grosso autobus con le ali non deve essere proprio un lavoro semplice e condurre un viaggio del genere causando noia ai passeggeri è un vanto più che una colpa.
Giornata proseguita con il laborioso trasferimento in albergo (ben 3 cambi di mezzo di trasporto per soli 8 km di viaggio) e successivamente la visita al Marathon Center per il ritiro dei pettorali. Fin da subito era chiara l'impronta pragmatica e l'efficienza estrema del meccanismo teutonico, a partire dall'uscita della metro un cordone di volontari in tenuta giallo fluo indicavano la strada verso il luogo predestinato. L'Expo è ricavato all'interno dell'ex-aeroporto di Tempelhof poco fuori il centro della città; struttura immensa figlia delle manie di grandezza del regime nazista. Ufficio gara posto al termine del lunghissimo terminal principale mentre ai lati, dentro gli hangar dismessi, si sviluppano tutti i vari stand degli sponsor e dei vari marchi sportivi presenti all'evento. Pettorale ritirato e classiche foto di rito dinanzi alle gigantografie del percorso o dei simboli di questa maratona. 
Rientro in albergo per una velocissima rinfrescata per poi andare a cena, ultimo sforzo odierno raccogliere le idee e qualche foto e pubblicarle sul blog. Il day 0 è terminato, ora si inizia a far sul serio
vediamo se trovate il segno che ho lasciato..

pacco gara e pettorale personalizzato..this is a major run


giovedì 25 settembre 2014

The time has come

Dal diario di bordo del "Freccia Gialla":

Operazione B-day @Berlin, day -1
Vicenza, giovedì 25 settembre, quasi mezzanotte

Calata la notte sui colli Berici, mancano ormai poche ore alla partenza. Quasi tutto è pronto, le valigie sono chiuse, i documenti di viaggio nello zaino e le scarpe a lato del letto; devo solo spegnere il computer, lavarmi i denti e andare a nanna.
E' stata una giornata grigia a Vicenza oggi, la temperatura si sta progressivamente abbassando e al mattino comincia a fare fresco. Sono uscito a correre verso le 9, al parco; c'era pochissima gente, a farmi compagnia i soliti conigli al pascolo e le oche in riva al laghetto. Una sgambata tranquilla di 40 minuti con un po' di allunghi nel finale. Il resto della giornata l'ho passata a sistemare gli ultimi dettagli: pulire casa con DJCI in sottofondo, finire di preparare i bagagli dando un'ultimo sguardo alla check-list, controllare il meteo di Berlino e compiere un paio di commissioni in quel di Trento e Rovereto. A Trento ho ritirato un paio di cose per il viaggio e ho prelevato un po di soldi, a Rovereto un rapido briefing con il coach e una visita al mio amico Luca. Da entrambi le indicazioni sono le stesse: godersi la maratona e cercare di portarla in fondo senza guardar troppo il cronometro. Con Luca abbiamo poi ricordato alcuni ormai datati episodi mentre sua moglie Samanta ci guardava e rideva di gusto. Piacevole cena accompagnata dalle celeberrime paste del Dario di Volano, anche questo gradito ricordo dei nostri trascorsi da vicini di casa.
Viaggio lungo e lento per rientrare a Vicenza poi, messa a nanna la macchina dopo aver fatto benzina, eccomi qua davanti al pc. Giornata tranquilla vissuta in quel clima di sospensione, la classica atmosfera che nei film ti fa prevedere che stia per succedere qualcosa di importante. 
Nel mio film il capotreno ha la mano sulla maniglia della porta scorrevole e fischia per avvisare i passeggeri che il treno è in partenza. Il distinto signore in divisa sale e il convoglio si avvia.. the time has come, next (and last) stop Berlin


lunedì 22 settembre 2014

Ultimo tango a Vicenza

Titolo liberamente ispirato al film e alla canzone, ieri è andata in scena l'ultima mia fatica in terra palladiana. Ultimo allenamento lungo e a velocità tranquilla, una sorta di collaudo; vestito come sarò in gara alla maratona con pantaloncini e canotta della squadra, lenti a contatto, bandana e un paio di gel in tasca. Partenza alle 7:00, non solo per simulare la sveglia all'alba che mi attende fra sei giorni ma anche per esigenze logistiche, ieri mattina si è corsa la mezza maratona di Vicenza; ho cercato quindi di rientrare prima che l'evento partisse alle 9:30 da parco Querini. Mezza di Vicenza che fa da preludio ad una probabile maratona di Vicenza che gli organizzatori stanno tentando di inserire nel fitto calendario italiano del 2015. Il mio allenamento si è svolto al solito lungo la ciclabile della riviera Berica, 12 km in andata e altrettanti in ritorno; giro di boa classico alla chiesa di Costozza. Vista l'ora la ciclabile era abbastanza deserta, anche al ritorno solo pochi ciclisti e runners hanno incrociato il "freccia Gialla".
In città, invece, già alle 9 c'era un discreto movimento. Motivo principale, ovviamente, il discreto numero di partecipanti alla mezza maratona (circa 1000) con appresso accompagnatori e tifosi. Percorso complicato, numerosi strappi e tantissime curve, e risultato cronometrico deludente (esclusi i due alieni invitati); la grossa pubblicità e la presenza di un testimonial d'eccezione (Gelindo Bordin) non è bastata a portare atleti di livello alla partenza della manifestazione. Col mio primato personale sarei arrivato ampiamente nei primi 100 classificati assoluti e nei primi 20 della mia categoria.
Ieri è terminata l'estate e oggi inizia ufficialmente l'autunno, passaggio di consegne decisamente ammorbidito dalle condizioni meteo, già da inizio settembre le temperature si sono parecchio abbassate e le continue piogge di luglio e agosto hanno lasciato pochissimo spazio alle tipiche giornate di caldo afoso delle estati in pianura.
Oggi sarà anche il mio ultimo giorno di lavoro prima della trasferta tedesca; parte dunque ufficialmente il countdown, -4 allo start dell'operazione B-day @Berlin, il "freccia Gialla" è ormai in vista della final destination.. stay tuned

la Chiesa di Costozza

il Volto di Costozza
il pass x il ritiro pettorale

venerdì 19 settembre 2014

Due pesi, due misure

Venerdì 19 settembre, fra meno di una settimana la partenza per Berlino e fra nove giorni il compleanno assolutamente on the road lungo i 42,185km della maratona. Dal punto di vista atletico sto molto bene, mi sento preparato e fiducioso; terminata la fase di carico è ora periodo di rifinitura con molto riposo, distanze e ritmi abbastanza blandi ma anche tratti di velocità agile per tenere le gambe pronte a tutto.
Un paio di giorni tra i monti trentini per recuperare un po' di bagaglio, stampare i documenti per il viaggio e sistemare alcune cose, sabato torno in pianura a lavorare.
Un po' di arretrati di questa settimana: finale dei mondiali di basket fin troppo facile per team USA che spazza via una comunque ottima Serbia grazie a una quantità industriale di canestri; agli americani entrava davvero tutto e il 129-92 finale è una lezione forse eccessiva per i giovani e talentuosi balcanici. Nell'altro mondiale, quello di volley, la Francia dimostra di essere davvero in palla e accede facilmente alle semifinali, stesso copione per il Brasile che si presenta con i favori del pronostico agli scontri finali. Le altre due qualificate sono da un lato la sorprendente Germania che ha schiantato l'altra sorpresa Iran nello scontro diretto, dall'altro la padrona di casa Polonia che ha battuto in due incontri serratissimi (entrambi terminati 3-2) le avversarie Russia e Brasile. La vera sconfitta è quindi la corazzata russa, che arrivava forte della vittoria olimpica di due anni fa e dell'europeo dell'anno scorso; ancora una volta la straripante fisicità e il talento della Russia non si è concretizzato. Le semifinali saranno Francia-Brasile e Polonia-Germania.
Per me giornata intensa con mattinata nei vigneti per la vendemmia e pomeriggio dedicato all'atletica con allenamento e preparazione dei bagagli per Berlino. Vendemmia povera quest'anno a causa del continuo maltempo, la grandine ha causato molti danni e il poco sole ha ridotto di molto la resa delle viti.
Titolo del blog dedicato alla preparazione minuziosa della valigia da stiva e del bagaglio a mano. Molte sono le regole da rispettare riguardo al contenuto, inoltre ci sono limitazioni per quel che riguarda le misure e il peso. Dopo una breve e fruttuosa ricerca su internet mi sono scritto una check list delle cose da portarmi, quelle fondamentali (completo da running, scarpe, spazzolino, portatile e un paio di cambi) nello zaino da portarmi in cabina, il resto nella valigia da stivare. Armato di metro e bilancia ho preparato il tutto a puntino..
Nel tardo pomeriggio visita al coach per gli ultimi dettagli e al mio amico Luca che di maratone ne ha corse diverse e potrà sicuramente darmi qualche buon consiglio su come affrontare questa piccola impresa.
Ultimo atto preparativo per la maratona il taglio di capelli ad opera del mio fidato fratello

Vigneti della Val di Cembra
il nuovo look aerodinamico

domenica 14 settembre 2014

Day after day

Giorno per giorno, così sta trascorrendo il lento avvicinamento al fatidico giorno 26 quando un aereo decollerà da Venezia con destinazione Berlino. Questa settimana ho volutamente evitato di postare, mi piacerebbe dire che mi sono preso un po' di vacanza ma in realtà ho lavorato parecchio e ho avuto poco tempo di fermarmi a pensare e scrivere qualcosa.
Dopo le fatiche di domenica scorsa ho avuto una settimana molto leggera e lo saranno anche i prossimi 12 giorni. La tabella prevede corsa tranquilla e riposo a giorni alterni, quello che dovevo fare è fatto e i test dell'ultimo periodo hanno dato ottimi e incoraggianti riscontri; da adesso in avanti morbida e lunga discesa verso Berlino.
Restando in tema sport da segnalare due eventi che meritano assolutamente, dopo i recenti mondiali di calcio (fin troppo reclamizzati) si stanno disputando i campionati del mondo di altri due sport di squadra, meno blasonati ma (secondo me) molto più meritevoli di attenzione.
In Spagna si svolge quello di basket (Italia assente, non qualificata) che, stasera, avrà il suo epilogo con la sfida tra il team USA e la sorprendente Serbia. Sugli USA poco da dire, i fenomeni dell'Nba stanno asfaltando tutte gli avversari che incontrano con imbarazzante facilità trascinati soprattutto dalla coppia di Golden State Thompson-Curry nel backcourt e dalla devastante atleticità dei lunghi, Faried e Davis su tutti. Dall'altra parte la Serbia, 7° posto agli ultimi europei, ha iniziato faticando ma poi è cresciuta in maniera esponenziale partita dopo partita; guidata dal suo regista Teodosic ha battuto tutte le quotate avversarie che il tabellone le ha proposto. Precisione al tiro e la varietà di gioco proposta dai serbi è stata fatale alla Grecia agli ottavi, al Brasile ai quarti ed in semifinale alla quotatissima Francia; tutte queste squadre si presentavano favorite e ben rodate ma la gioventù serba ha avuto la meglio grazie a prestazioni davvero ottime. Teodosic e compagni saranno in grado di mettere in difficoltà il meglio dell'Nba? Stasera la risposta del campo; mia personalissima opinione è che i serbi daranno filo da torcere agli USA finché coach K non sveglierà i mostri che albergano dentro ai corpi dei giocatori americani..
L'altro avvenimento in corso di svolgimento sono i mondiali di volley, in Polonia. Qui Italia presente ma, purtroppo, mai protagonista. Formula di gioco strana (a mio parere assurda) che prevede tre fasi a gironi successive per delineare il quadro delle semifinali. Accorgimenti politici per garantire ai padroni di casa di arrivare più avanti possibile evitando i sempre pericolosissimi scontri ad eliminazione diretta. Al momento troviamo una pessima Italia già sicura di tornare a casa dopo la partita odierna contro l'Australia mentre, sempre nel nostro girone, c'è grande incertezza in testa. Passano il turno le prime tre di questa fase e la situazione attuale vede solo la Francia sicura e tranquilla di avere il pass in tasca; chi rischia di più è proprio la Polonia che dovrà battere proprio i transalpini per accedere al prossimo girone. Le sue dirette avversarie (Iran e USA) hanno impegni "morbidi" contro squadre già eliminate, logico pensare quindi a vittorie facili e rotonde. Anche qui al campo le sentenza definitive. Nell'altro girone dominano Brasile e Russia che si incontrano oggi per un anticipo di finale mentre il terzo e ultimo posto utile se lo giocano la solida Germania contro la sorpresa Canada. Favoriti i tedeschi, visti i precedenti ma anche perché avanti di 2 punti in classifica, partita sicuramente interessante da guardare anche se la copertura televisiva di questo evento è decisamente scarsa.
Trovo solo apprezzabile il tentativo della Rai di dare visibilità a i cosiddetti sport minori ma mi sento di criticare nuovamente i modi con cui lo fa. Trasmettere in diretta solo le prestazioni dell'Italia o dei suoi atleti non vi fa certo migliori di chi trasmette sul satellite o in pay-per-view; altro neo è il commento tecnico, spesso gestito da fanatici ex-praticanti che mettono ben poco di tecnico e troppe volte sparlano con linguaggio colorito e folkloristico, atteggiamento decisamente sconveniente e poco gradito.
Parlare molto meno di calcio e dedicare più spazio a sport come il volley e basket forse aiuterebbe i giovani a interessarsi ad esperienze di vita sane e utili per il futuro di questo malandato Belpaese..

lunedì 8 settembre 2014

Hangover

ovvero, the day after.. Dopo una gara lunga e col finale duro come quella di ieri è normale avere dei postumi dolorosi. Uscire dal letto dopo la Marcialonga Running può essere tutt'altro che banale. Anche se sei allenato e abituato, quando corri una gara come la mia di ieri le tossine nei muscoli delle gambe si sentono.
Sveglia quando era ancora buio, alle 5:30, colazione sostanziosa e poi via, in macchina verso Cavalese. Parcheggio e poi in autobus fino alla partenza di Moena. Il voler essere sul posto presto è cosa voluta, quando le gare sono importanti preferisco fare le cose con calma e con meno stress possibili. Ritiro pettorale all'ufficio gara allestito dentro il bel teatro di Moena, dove nell'atrio è stato allestito un plastico rappresentativo della valle di Fassa; la particolarità di questo plastico è il materiale con cui è costruito: il Lego. A fondo pagina vi lascio le foto di questa curiosità che ha un po' illuminato il pre-gara. Solito rituale con lungo e blando riscaldamento, un po' di progressioni e allunghi e poi schieramento in griglia. Temperatura e umidità gradevoli, giornata ideale per correre forte, pochi pensieri in testa mentre stringo la bandana e mi preparo allo sparo, puntuale alle 9:30. Un po' di traffico nel primo kilometro ma ho ormai imparato bene a svicolare le lumache e trovo strada libera in poco spazio. Primo tratto del percorso interamente sulla ciclabile, strada veloce in leggera discesa che invita a ritmi pericolosi, mordo a ripetizione il freno ben conoscendo le difficoltà che mi attendono e seguo la mia tabella ideale. Con precisione quasi svizzera replico fedelmente i parziali programmati: 5°km in 21'11", 10°km in 42'22", 15°km in 1h03'45". Nel tratto pianeggiante tra Panchià e Lago di Tesero tiro un po' il fiato e mi rifornisco bene, alla mezza maratona timbro 1h29'56", tabella rispettata quasi al secondo. Le gambe girano ancora molto bene, svolta a destra e imbocco il ponte sull'Avisio, poi sottopasso della statale, si esce già in leggera salita. E' nel sottopasso che mi trasformo da mite runner in squalo assetato..seguo l'odore del sudore e della fatica degli avversari e sbrano chiunque mi trovo davanti. Passi brevi e frequenze molto alte, sembro un motorino che passa a velocità doppia gli altri corridori, molti dei quali pagano caramente una partenza troppo veloce. Vari tratti sterrati e il suggestivo passaggio in galleria poco prima della stazione degli autobus, da lì la strada spiana per gli ultimi 450m, una volata imperiosa e ultimo sorpasso proprio sulla linea del traguardo. Tempo finale 1h52'07" per un eccellente 227° posto assoluto (su 1700 partenti). Due dati che confermano l'impresa compiuta nel tratto finale: al passaggio alla mezza maratona ero 254° (27 posizioni rimontate in meno di 5 km) e un parziale di 22'11" nei 4,5km finali (140m di dislivello in salita).
Oltre alla soddisfazione personale ci sono altri vantaggi nell'ottenere un risultato così buono, spogliatoio poco affollato, attesa per la doccia molto breve e acqua calda, fila per il pasta party quasi inesistente; i piccoli piaceri di arrivare tra i primi. Fugace momento di gloria quando il tuo pettorale viene pescato per i premi ad estrazione, vieni "intervistato" dal presentatore e scendi dal palco con un gran bel cesto di roba buona da portare a casa sorridendo ai molti sguardi invidiosi..
Ora vado a sciogliere un po' i quadricipiti femorali, altrimenti domani non riesco neanche ad uscire dal letto



sabato 6 settembre 2014

Blog on the road

Oggi il blog è davvero on the road, trasmetto infatti live @largo A. de Gasperi ad Azignano, all'ombra della vecchia stazione della cittadina vicentina. Una volta per di qua passava il treno della val di Chiampo che salendo trasportava le materie prime alle numerosissime concerie della zona, mentre scendendo riportava in pianura le pelli trattate da distribuire ai laboratori tessili che stavano in pianura.  Pausa pranzo lunghissima a causa dell'orario spezzato del negozio in cui lavoro, tocca riempire più di due ore di buco dalle 12:30 alle 15 facendomela passare in qualche modo.
Pausa dedicata ad ascoltarmi la puntata di ieri di DJCI col rientro di Aldo Rock e a sistemare dei dettagli in vista di domani. Il trenino "Freccia Gialla" ferma domenica a Cavalese per la Marcialonga Running, versione pedonale della ben più nota granfondo di sci nordico. Classico programma con la corsetta pregara di stamattina, controllo del meteo seguito dal rito della preparazione della borsa; giornata di lavoro e lungo viaggio per tornare tra gli amati monti trentini.
Marcialonga Running quindi, 25,5 km lungo le valli di Fassa e Fiemme, partenza da Moena poi il tracciato segue il tratto finale del percorso della versione sciistica; finale differente, non c'è la famosa salita della cascata ma la più morbida strada che sale da Masi all'arrivo di Cavalese. Morbida si fa per dire perché dopo 22 km farne 3 di salita al 4% non è proprio una passeggiata di salute, anzi. Strategia conservativa, partenza tranquilla e ritmo regolare fino al passaggio della mezza maratona (target 1h30' circa) per poi sfogare i cavalli sulla salita finale, sempre che rimanga benzina nelle gambe. Più di 2000 partenti, altissimo rischio traffico e imbottigliamenti in partenza, ma fortunatamente il mio tempo di accredito mi dà accesso alla seconda griglia di partenza e quindi un po' meno affollata delle successive.
Finalmente ritorna Aldo Rock a illuminare i weekend con vista su Berlino, l'Uomo si è ripresentato in formissima, carico di pensieri musica e parole. Settembre dev'essere il punto di svolta o un nuovo inizio per tutti coloro che si sono trovati a fare cattivi pensieri in questa estate balorda.
Nel reloaded del sito di Deejay trovate l'intero spezzone del programma, io vi lascio il link del primo intervento per far godere anche voi la perla di ieri, merita davvero un ascolto;

Blog Linus - Aldo Rock 5-09

Buon weekend Uomini


La vecchia stazione di Arzignano

La live Blog Station