martedì 28 luglio 2015

Dove osano i camosci

Domenica mattina, nello splendido teatro dell'altopiano di Brentonico va in scena un grande classico della corsa in montagna trentina: la S.Giacomo-Altissimo, cronoscalata di 5km che porta gli atleti ad innalzarsi fino ai 2060 metri del rifugio Damiano Chiesa in cima al monte Altissimo. I soli numeri (888m D+ in 4,6km) non rendono abbastanza bene la durezza e l'asprezza del percorso che si inerpica sul crinale roccioso e selvaggio. Queste due immagini forse possono far capire l'unicità di questa gara storica del calendario trentino
L'arrivo inquadrato dalla partenza
La partenza inquadrata dall'arrivo
Percorso quasi completamente all'insù, solo un breve tratto di lancio in leggera discesa che conduce all'imbocco del sentiero che fa da traccia ai primi 2,5km di gara. Fondo scosceso e pendenze durissime sin da subito, condizioni ideali per gli specialisti della salita pura, molto meno gradite dai runner più classici. Uscendo dal bosco si raggiunge il rifugio Graziani per poi iniziare il tratto più difficile, gli ultimi 1700m presentano infatti numerosi varianti rispetto al sentiero normale, svariate volte gli atleti devono letteralmente arrampicarsi sulle rocce seguendo la linea di massima pendenza. Pochissimi i tratti di respiro sulla strada forestale ed estremamente suggestivo l'arrivo posto sui gradini d'accesso al rifugio Chiesa. 
Detto del percorso diciamo della gara; vittoria quasi scontata per l'alpino Spada seguito (a distanza) dal camoscio Molinari, "solo" quinto il nostro "leoro" Davide Parisi che non riesce ad affondare il colpo finale e giunge a miseri 9" dal quarto della graduatoria. Partecipazione gialloblù molto nutrita che consente l'ennesima vittoria di squadra, numerose le prestazioni di livello nelle varie categorie con moltissimi podi conquistati.
La gara si sapeva non era a me favorevole, salita eccessivamente dura e lunga, ma la condizione molto buona mi hanno permesso di gestire le difficoltà. Partenza veloce per guadagnare posizioni e primi kilometri nel bosco corsi/camminati ben in spinta, al passaggio al Graziani c'è ancora benzina nel serbatoio. L'erta finale non lascia però scampo, nei tratti rocciosi cerco di difendermi piantando le unghie nelle caviglie e nei polpacci degli avversari per avanzare lungo il crinale. Le gambe già frollate dalle pendenze precedentemente incontrate e dal caldo sole reggono a fatica i continui allungamenti obbligatori per superare i continui gradini altimetrici. Ai -300 dal traguardo l'avanzare è sempre più lento ma ormai sono in vetta, poco più avanti gli ultimi tornanti; tengo il passo del gruppetto che mi sta trainando. Ai -100 trovo l'incitamento del "leoro" appollaiato su una roccia che scruta i vari arrivi; tiro su la schiena, un respiro fondo, due balzi per valicare le ultime rocce e poi via di slancio mi tuffo letteralmente oltre i gradini dell'arrivo. Il tempo realizzato (52'37") è di scarso rilievo ai fini della classifica ma è estremamente importante per il progresso registrato rispetto a due anni fa (56'40"). Raccolti 22 punti, fondamentali per mantenere il podio provvisorio nella classifica generale del circuito; adesso riposo, poco, per poi affrontare la prossima avventura, venerdì sera, a Castellano. Stavolta il percorso è più adatto alle mie caratteristiche e si punta davvero a fare la prestazione, servono altri punti e conferme cronometriche per il proseguo della stagione.
Vi lascio con il panorama mozzafiato che ci è stato regalato dopo l'arrivo..per la serie la fatica vale il paesaggio
Lago di Garda - Riva, Torbole

Lago di Garda - versante sud

giovedì 23 luglio 2015

Collinetta d'inferno

Mercoledì mattina, ore 6:20. La stupida sveglia suona come ogni altra stupida mattina. Il sole già filtra dal lucernario, mi guardo in giro e leggo sul termometro 29°C. Sbuffo alzandomi dal letto, controllo la tabella degli allenamenti e sbuffo di nuovo, oggi il menù prevede 5x1000 a 4' recupero 500m. Sconsolato mi vesto e scendo le scale, barretta e acqua da frigo. Guardo fuori, il cielo è leggermente velato, il sole picchia già sui tetti della città; si preannuncia un'altra giornata di caldo infernale. Esco di casa che sono le 6:45, scarpette ben allacciate e via lungo le contrà del centro; classico giro di riscaldamento mentre attendo che il guardiano apra il parco alle 7:00. Transito la prima volta davanti alla cancellata, al solito l'omino in nero è in ritardo, giro intorno alle mura e lo incrocio alla porta nord; non appena il cancelletto si schiude sguscio dentro. Finiti i 30' di riscaldamento si parte con i lanciati. I primi due di gran carriera, abbondantemente sotto i 4', i successivi due giri un po' più tranquilli (4'01", 4'00"); l'ultimo lanciato è uno spettacolo, falcata lunghissima sul selciato del parco con i conigli che fanno la ola a bordo strada, timbro un 3'47" clamoroso. Trasfigurato dallo sforzo mi attacco alla fontanella e consumo qualche ettolitro di acqua prima di riprendere vita; qualche passante mi guarda stranito ma la cosa mi sfiora e scivola via veloce come il getto potente che esce dal rubinetto.
A casa, dopo la doccia, lancio uno sguardo al tavolo della cucina e vedo i libri di scuola..eh, no..oggi no.. Una piacevole sensazione mi attraversa il corpo mentre l'omino del cervello mi ripropone l'immagine dell'esame registrato martedì mattina; la sessione è finalmente finita. Sono stati due mesi molto duri per via del lavoro e del caldo, tirando le somme le cose non sono proprio andate come dovevano e la mia permanenza a Vicenza è destinata a prolungarsi. Soprattutto giugno è stato molto complicato dal punto di vista lavorativo, speriamo che agosto sia un po' morbido perché ci sarà da studiare molto.
Weekend con vista sullo sport: da un lato la tv col Tour si avvia al gran finale con Froome padrone e gli altri a inseguire più che attaccare; dall'altro la scalata al rifugio Chiesa sul monte Altissimo che sarà l'appuntamento domenicale. Il coach ha deciso unilateralmente che quest'anno vale la pena far classifica nelle gare di corsa in montagna e quindi dovrò prodigarmi in almeno altre due imprese sportive durante il prossimo mese. Domenica sarà Altissimo e, a breve distanza, venerdì 31 toccherà alla "into the Wild Run" nei dintorni del paesino di Castellano.
Dicono che la temperatura calerà un po' nei prossimi giorni, che dire..forza Uomo, abbiamo scollinato, almeno per qualche giorno sarà discesa..
ore 6:39 del mattino.. #inferno@home

martedì 14 luglio 2015

Like there's no tomorrow

Per la serie "le gare viste da dentro" oggi si parla del "giro del Solombo", gara di corsa in montagna svoltasi domenica. I due protagonisti della pagina odierna sono "el Leoro" (o el Levro, come si direbbe dalle sue parti) e "el Gringo"; il primo vincitore neanche tanto a sorpresa, il secondo autore di un'ottima prova.
Manifestazione curata dalla locale società sportiva che, con piglio teutonico, garantisce efficiente organizzazione; percorso di gara abbastanza veloce, i circa 9km si snodano nei boschi sopra Carano, in val di Fiemme, alternando lunghi tratti in agevole falsopiano a brevi strappi con pendenze arcigne.
Partiamo quindi con l'impresa del biondo lagarino che, grazie ad una clamorosa rimonta finale, mette in fila i più blasonati Antonio Molinari e Carlo Rigoni. Like there's no tomorrow dice il titolo ed è proprio questo lo spirito che anima "el Leoro", l'uomo che non conosce il domani; reduce dal primato personale sui 3000 timbrato venerdì e da una passeggiata di 9 ore sulla Marmolada al sabato, Davide Parisi si presenta al via di Carano in ottima forma. Partenza lanciata del gruppo che si sgrana appena la strada inizia a salire; in testa allungano i due favoriti della vigilia mentre dietro si lotta per le posizioni di rincalzo. Poco dopo il 6°km si scollina con Molinari saldamente in testa, staccato di circa 1' segue Rigoni mentre Parisi transita con oltre 2'30" dal leader; la classifica sembra già scritta ma "el Leoro" compie il capolavoro in discesa. Come il Savoldelli dei giorni migliori si fionda a rotta di collo giù dal colle e recupera entrambi gli atleti che lo precedevano ma non solo, negli ultimi 500m si prende anche il lusso di staccare la compagnia e giungere solo al traguardo.
Trionfo nella categoria assoluta del Lagarina Crus Team completato al maschile da Marco Forletta (3°SM e 6° assoluto), Paolo Dallagiacoma (6°SM), Giulio Scrinzi (2° under 23) e Giovanni Dallacosta (1°JM) mentre sul versante rosa domina con Federica Scrinzi (1° posto SF e 2° assoluto), Scottini Giorgia (2° posto SF) e Chiara Gentili (4° posto SF). Da segnalare inoltre i numerosi altri piazzamenti nelle varie categorie Master.
Gara un po' più solitaria nelle retrovie per "el Gringo" che continua comunque a mostrare grossi passi avanti. Su terreno favorevole ma non troppo conclude la prova in 47'21" che gli consente di piazzarsi 47° assoluto e 6° nella durissima categoria SM. Partito di gran carriera tiene bene il gruppone nel primo tratto in leggera discesa, dopo il 3°km iniziano gli strappi e la strada sale ma la celeberrima bandana nera è sempre li sulle code dei veterani della squadra. Nonostante il peso piuma le gambe digeriscono male le discontinuità della salita e allo scollinamento "el Gringo" si trova a dover inseguire in discesa, terreno non esattamente favorevole. Solo verso il 7,5°km le leve ricominciano a macinare lo sterrato, gli avversari che vengono raggiunti nel finale sono travolti dalla foga agonistica del treno giallo-blu che si invola sul piazzale d'arrivo "like there's no tomorrow".
Prossimo appuntamento domenica 26 luglio a san Giacomo di Brentonico per il super classico estivo della scalata al monte Altissimo.
Podio della gara, da dx verso sx Rigoni - Parisi - Molinari


venerdì 10 luglio 2015

La pillola rossa

La sveglia suona alle 7:00 e controvoglia ci si alza. Negli ultimi giorni il clima è tornato nei ranghi e la notte si riesce a respirare e non sudare, uscire a quest'ora per correre è quasi piacevole; infilo le scarpette e via per una decina di chilometri tranquilli. Tornato a casa doccia e colazione, poi avanti con la routine, un po' di cose al pc e studio. In questa usuale mattina uguale a moltissime altre all'improvviso arriva l'Uomo e butta lì un paio di perle delle sue.
Primo intervento sul kaizen, filosofia giapponese (di cui ho già parlato altre volte) che persegue il miglioramento continuo attraverso piccole azioni da attuare su piccoli problemi. Abituato a vederla applicata nei contesti produttivi mi ha fatto un certo effetto sentir spiegare queste cose da Aldo Rock ma già io le ho collegate diverse volte alla vita di tutti i giorni e alla corsa. Kaizen, miglioramento continuo, grandi cambiamenti a partire da piccoli passi.
Da qualche parte bisogna però cominciare e a questo si collega il terzo intervento: la pillola rossa. Citazione clamorosa di "Matrix" che dall'Uomo davvero non ti aspetti e da qui il mio cervello è partito..il primo passo verso il cambiamento è il frutto di una scelta, tua e individuale; è prendere la pillola rossa, è intraprendere la vita vera. Devo essere sincero, di questi tempi con tutti gli stress dovuti allo studio e al lavoro ho preso tante volte la pillola blu, sono rimasto attaccato al mondo e mi sono lasciato trascinare dall'inerzia delle cose; troppo facile far scorrere il tempo senza metterci del tuo, troppo difficile dare il colpo per far cambiare il giro. Si rimane lì, nel limbo delle decisioni non prese e nel mondo che gli altri hanno disegnato per te, per farti stare comodo mentre fai i comodi degli altri; ti convincono che restare inerme è la scelta più saggia, niente sbattimenti, pensano a tutti gli altri. Come nel film ti riducono ad una batteria umana che serve ad alimentare e tenere in piedi il mondo fittizio in cui tutto sembra bello e normale; nel frattempo di là, nel mondo reale, vive chi comanda e decide le sorti di tutto e di tutti. Il mondo reale, un luogo praticamente inaccessibile; c'è solo un modo per scoprire la verità, devi fare una scelta..pillola rossa o pillola blu..
Questo weekend ho bisogno di vita reale, di strade su cui correre, di una sana birra da condividere con persone vere; quindi, caro il mio Morpheo, mi sta che sto giro mi calo una pillola rossa..sai com'è, a noi Uomini piace scegliere e vivere, sempre e comunque, on the road

domenica 5 luglio 2015

10000 di sera bel tempo si spera..

Rozzampia, piccola frazione di Thiene, è un venerdì sera estivo qualunque in questo lembo di mondo dimenticato da Dio e dall'uomo. Se ti guardi in giro vedi poche case basse con giardino, la chiesa, qualche capannone, un lungo nastro d'asfalto che corre parallelo alla ferrovia, campi e prati a perdita d'occhio, l'unico confine è tratteggiato dal profilo delle montagne sul fondo della scena. Il piccolo paesino viene soprannominato Rozzangeles dai locali e se non fosse per una bandiera della Serenissima esposta ad un balcone si potrebbe davvero pensare di esser finiti nel cuore del Nebraska. Ti guardi in giro e ti accorgi che non è un venerdì sera estivo qualunque, c'è tanto movimento di persone e tutt'intorno si alza un gran vociare marcatamente veneto; è il primo venerdì di luglio e sta iniziando la festa patronale del luogo. Per l'occasione 200 atleti si sono dati appuntamento per una gara di corsa; stranamente l'asfalto non è rovente, un violento temporale pomeridiano ha mitigato la temperatura ma il clima rimane comunque poco favorevole. Le magliette colorate si schierano dietro al gonfiabile verde che farà da linea di partenza e di arrivo; il campanile inizia a suonare e all'ottavo rintocco gli atleti schizzano via a velocità folle lungo il desertico rettilineo che si perde nella pianura. Dopo soli 300 metri la corsa prende già forma, un gruppo di cinque runners allunga inesorabile e deciso a fare la gara in testa, dietro il resto del plotone si sgrana rapidamente sotto le trenate imposte da coloro che hanno la gamba buona. In prossimità del 1°km un drappello di una decina di temerari sbuca da una doppia curva a destra guidato da una sagoma familiare; passo lungo e disteso, testa alta e sguardo concentrato, anche senza la classica bandana in testa lo si riconosce immediatamente: "el Gringo" c'è e marcia spedito. Il percorso prevede due giri di circa 5km lungo un circuito piatto e facile, alla campanella (20'21") il gruppetto si è già ridotto a poche unità sempre guidato a ritmo costante e brillante dal Gringo che pare molto a suo agio in questo scenario dalle tinte yankee. Poco dopo l'8°km la canotta giallo-blu lascia il comando delle operazione ad un compagno di viaggio, sembra un piccolo segnale di difficoltà ma ai -500 dall'arrivo si capisce che la mossa è stata puramente strategica. Si lascia il circuito e si sottopassa la ferrovia; all'ingresso il plotoncino è compatto, all'uscita sembra di rivedere l'epica scena delle olimpiadi di Atene 2004. Senza che gli avversari se ne accorgano "el Gringo" prende e se ne va, esce solo e già in vantaggio sugli ormai ex-compagni di corsa; sfruttando anche il leggero dislivello in salita la lunga falcata scava un divario sempre più ampio, da dietro qualcuno si affanna a recuperare ma è troppo tardi, il traguardo si avvicina rapido e inesorabile sotto le scarpette del Gringo. L'ultimo bip del cronometro suggella l'ennesima prova spettacolare, 10km coperti in 40'39" che valgono il 35° posto assoluto e il nuovo PB sulla distanza. Nonostante l'estate rovente pare che gli allenamenti siano efficaci e produttivi. Non mi resta che continuare sulla strada tracciata dal saggio coach Pedri, la sensazione è che a settembre si potrà lottare per risultati eccellenti anche sulla mezza maratona, l'obiettivo di 1h26' non sembra più un traguardo così alieno..