lunedì 28 luglio 2014

Metti una sera..a Vicenza

E' stato un weekend, come usuale, a tutto sport con le due tappe finali del Tour a fare da intercalare agli allenamenti di corsa. Domenica sera infine un po' di relax nel salottino di Vicenza, due passi tra corso Palladio e piazza dei Signori.
Il Tour de France, conclusosi con la bellissima vittoria di Vincenzo Nibali, finalmente dopo 16 anni un altro italiano in giallo a Parigi sui Campi Elisi. Piccola polemica nei confronti della Rai: io capisco l'esaltazione per le imprese di un italiano ma infarcire le telecronache con interventi retorici e patriottici fa venire veramente il vomito..tralascio il resto della critica alla competenza tecnica dei giornalisti presenti perché sono stati davvero pietosi. Detto del primato di Nibali (peraltro mai in pericolo dalla 10a tappa in avanti) vorrei spendere due parole per l'eccellente prova complessiva di Thibaut Pinot.
Il giovane francese (classe 1990) si è piazzato terzo in classifica generale, ha vinto con ampio margine la classifica dei giovani e, soprattutto sui Pirenei, si è dimostrato uno dei pochi che ha attaccato i suoi diretti avversari con successo. Bistrattato dai media francesi per il suo carattere introverso e timido e preso in giro pure dai nostri giornalisti per la sua scarsa predisposizione all'andar veloce in discesa, Pinot ha messo sulla strada tutto il suo talento. A cronometro si è ottimamente difeso contro i suoi rivali più quotati e in salita è spesso andato all'attacco in prima persona, anche a causa di una squadra non particolarmente competitiva. Eccellente il suo secondo posto nella tappa di Hautacam ma anche nelle altre giornate si è destreggiato molto bene sia quando si saliva (suo l'attacco nel finale del port de Balés che ha messo un po' in crisi addirittura Nibali) sia in discesa, cercando sempre di rintuzzare le trenate della AG2R.
Detto del Tour passiamo ai miei allenamenti. Sabato un'ottimo lungo in condizioni climatiche davvero pessime, partenza nuvolosa e con altissima umidità per poi prendere tanta acqua lungo i 19,5km del percorso mentre domenica lavoro di qualità (variazioni di ritmo) in un afoso e affollato parco Querini. Giunto a casa una bella doccia fresca, cena e poi mi sono preso il lusso di un gelato in centro. Mentre ero a spasso per un'insolitamente deserto centro città ho scattato qualche cartolina..buona visione

porta Santa Lucia
piazza dei Signori


campanile della Basilica

Duomo di Vicenza

ingresso di piazza Castello

piazza S. Lorenzo


esterno Teatro Olimpico

venerdì 25 luglio 2014

Chaleur in Valpadana

Sto un po' trascurato il blog per carenza di ispirazione ma in questi giorni ho raccolto un po' di cose da raccontarvi.
Come al solito c'è un sottile filo che collega tutti i vari episodi ed è la chaleur, termine francese che tradotto letteralmente significa caldo ma viene usato comunemente per indicare l'afa.
Caldo umido e opprimente che aumenta sensibilmente la temperatura percepita dal corpo. E' tipico delle aree poco ventilate e con gran presenza di acqua; in Francia si associa il termine chaleur al Tour, si dice che sia il vero nemico di ogni corridore soprattutto nelle lunghe tappe alpine o pirenaiche. In Italia invece il si incontra spesso nelle città di pianura, dove questo fenomeno è infatti alimentato dal calore emanato dall'asfalto e dai muri dei palazzi ed intensificato dai fumi di scarico del traffico.
Chaleur, quindi, che mi ha accolto martedì a Brescia dove dovevo svolgere dei sopralluoghi di rilevamento prezzi e inventario. Non ero mai stato a Brescia e ho scoperto/imparato diverse cose. Il comune di Brescia è il secondo in Lombardia per popolazione (+ di 650mila abitanti) anche se la città vera e propria conta "solo" 190mila anime; la città ha una pianta tipicamente romana per quel che riguarda il centro da cui poi si sviluppano diramazioni che seguono il profilo delle montagne circostanti. Parlando di questioni curiose ho scoperto che:
- Brescia ha una linea di metropolitana di moderna concezione;
- le commesse di MediaWorld parlano tutte come Sara Foresti di DJCI;
- il traffico è spaventoso, ho impiegato 48 minuti per percorrere 4,7km in orario di punta;
- gli imbecilli al volante sono in numero pari o solo leggermente inferiore rispetto al numero di autoveicoli circolanti.
Mercoledì sono stato invece a Padova, portandomi a spasso un bello zainetto di chaleur, per andare ad un colloquio di lavoro. Come al solito, per questo tipo di trasferimento, ho preferito un "comodo" viaggio in treno. Viaggiare con Trenitalia ti da due sole certezze: il tuo convoglio è puntualmente in ritardo ma trovi sempre piacevole (esteticamente parlando) compagnia.
La chaleur si è fatta pesantemente sentire durante i miei ultimi allenamenti, unica giornata relativamente fresca proprio ieri, giovedì. Per il resto alte temperature e tassi di umidità elevatissimi mi costringono a sveglie all'alba o ricercare un po' d'ombra tra gli alberi di parco Querini.
Tour de France infine, dove la chaleur si è fatta sentire poco; l'unica tappa arroventata è stata la frazione alpina con l'arrivo a Chamrousse. Le tappe pirenaiche di questi giorni ci hanno consegnato una classifica in rapido mutamento nelle posizioni; classifica dominata e controllata dal re giallo Nibali che, seduto comodamente e saldamente sul suo trono, si è preso il lusso di imprimere il suo sigillo anche sull'ultima tappa di montagna. Meravigliosa la sua solitaria cavalcata lungo le rampe di Hautacam, dietro di lui intanto gli altri si scannavano, coltello tra i denti, per limare ritardi o per guadagnare secondi su gli avversari. Al termine del trittico pirenaico i contorni del podio sono poco definiti. In tre si contenderanno, nella crono di domani, i due posti rimanenti del podio. Il favorito per il secondo posto è il giovane Pinot che si è dimostrato il più in palla dei tre e, dicono in Francia, a crono si difende bene; per il terzo posto vedo Pèraud messo meglio rispetto a Valverde, lo spagnolo l'ho visto veramente messo male sui Pirenei e temo che la sua età non lo aiuti in termini di energie residue. Unico possibile incomodo l'americano Van Garderen, in forma e decisamente forte a cronometro, il suo ritardo di quasi 4' dal podio implica però il realizzarsi di un'impresa epica. Per la vittoria della tappa vedo un unico grande favorito: il panzer Tony Martin, ha dimostrato di avere motore eccelso nelle tappe alpine e si è "riposato" in queste pirenaiche. Aspettiamo quindi la passerella finale di Parigi per incoronare, finalmente, un re giallo che viene dall'Italia; ricordo che l'ultimo italiano che è arrivato in giallo a Parigi era stato Pantani, nel 1998. Quanti ricordi..chaleur, pioggia, pendenze estreme..nulla fermava il Pirata.. Infatti è stato lui stesso a mettersi nelle condizioni di fermarsi, anzi, schiantarsi..
Se avete visto le mie foto atletiche avrete sicuramente notato che porto una bandana, sempre la stessa da quando ho iniziato; a parte la questione pratica di trattenere il sudore ed evitare che grondi negli occhi è un mio personale ricordo per chi andava veloce in salita per far durare meno la sofferenza della scalata..

domenica 20 luglio 2014

Il re giallo

Dopo l'esame di lunedì ho staccato letteralmente la spina. E' stata una settimana all'insegna del relax, con l'unico pensiero degli allenamenti.
Il giallo è stato il filo conduttore, da martedì il sole ha iniziato a brillare e martellare la mia testa durante le sedute di allenamento tra il parco e la ciclabile. Moltissimi i kilometri percorsi e molti altri quelli che mi aspettano da qui a fine settembre, in questi due mesi c'è ancora molto lavoro e sicuramente almeno un paio di gare.
Giallo quindi, come la maglia del re del Tour, Vincenzo Nibali. Due tappe relativamente tranquille e poi i due arrivi in salita di venerdì e sabato sulle Alpi. Lo Squalo si è dimostrato il padrone della corsa, controllando con facilità gli avversari e scattando nel finale per infliggere distacco. Venerdì la lunga scalata di Chamrousse in cui Nibali stacca tutti e vince in solitaria mentre sabato la salita finale di Risoul con il plotone tirato dalla squadra francese dell'AG2R fino ai -5km quando il gruppo si frammenta e lo Squalo prende l'iniziativa e stacca numerosi avversari. Resiste solo Pèraud e l'ottimo Majka, vincitore di tappa. Ora che il trono è ben saldo l'interesse si sposta sugli altri gradini del podio, attualmente al secondo posto c'è Valverde ma è seriamente messo in pericolo dall'assalto dei due giovani francesi Pinot e Bardet che si stanno dimostrando dei validi avversari in salita ma anche l'americano van Garderen che ha retto bene le salite alpine ed è decisamente molto forte a cronometro (e i distacchi definitivi saranno decisi proprio dalla crono del penultimo giorno).
Sempre giallo è il muro contro cui si è infranta ieri sera un'altra speranza sportiva; in questi giorni a Firenze ci sono le finali della World League di volley con l'Italia protagonista. Dopo un'incoraggiante inizio di manifestazione contro gli USA e la facile vittoria contro l'Australia, l'Italia si è fermata in semifinale contro il Brasile. La nazionale verde-oro si è dimostrata decisamente più forte mentre l'italvolley ha palesato preoccupanti limiti sia al servizio che nello svolgimento del gioco. I molti errori e la distribuzione di gioco approssimativa hanno spianato la strada ai brasiliani che oggi si giocheranno il titolo contro gli americani. A settembre ci saranno i mondiali di volley in Polonia e la World League è da sempre un buon banco di prova. Da quello che si è visto ci sono almeno due squadre di livello molto alto, Brasile e Russia, mentre l'Italia sta ancora arrancando nel tentativo di ridurre il divario con loro. In vista dei mondiali vedo nettamente favorito il Brasile che si è dimostrato molto solido, concreto e in netta crescita; la Russia è al solito troppo altalenante e in una partita secca può esaltarti o fallire miseramente. Le altre protagoniste saranno sicuramente l'Italia, che però deve aggiustare diverse cose, la Polonia, padrona di casa e farcita di ottime individualità, e la Serbia. Le sorprese potranno arrivare da due squadre viste a Firenze e inserite nel nostro girone del mondiale, ovvero USA e Iran, hanno buoni elementi e gli allenatori hanno costruito un buon sistema di gioco.
Ora mi godo il weekend lungo tra i monti trentini, oggi mi toccano una ventina di kilometri. Andrò a correre nel tardo pomeriggio e cercherò un po' d'ombra visto che, anche qui, il sole picchia e non poco..

lunedì 14 luglio 2014

La legge del campo e della strada

Sono quasi le 23:30 di un'uggiosa domenica d'estate; me ne sto al tavolino di una birreria con una bionda doppio malto quasi finita davanti, seduto di fianco c'è Andrea, mio ex-collega di Sky, che di calcio capisce poco ed è praticamente astemio.. All'improvviso si alza il vociare che viene dalla televisione, seguo attento con lo sguardo la volata di Shuerrle sulla fascia, è quasi arrivato sul fondo quando fa partire un traversone verso il centro; solo al limite dell'area piccola c'è Goetze che arpiona il pallone, riesce a colpirlo al volo e lo insacca in fondo alla rete. E' il goal che regala alla Germania il suo quarto titolo mondiale e rimanda i sogni di gloria argentini alla prossima edizione della Coppa del Mondo.
E' stato un bel mondiale, quasi tutte le partire sono state ricche di emozioni e goal. Nonostante la delusione del Brasile padrone di casa (sconfitto anche nella finale 3°-4° posto dall'Olanda) l'organizzazione è stata impeccabile e il risultato complessivo molto al di sopra di quanto mi aspettassi.
La Fifa ha premiato Messi come miglior giocatore della manifestazione e io non mi trovo d'accordo con tale affermazione; il povero "Vomitino" non ha mai inciso realmente nelle partite che contavano. Lui, insieme a Neymar, erano le stelle tanto attese che alla fine non hanno brillato per quanto promettevano. Goal e azioni splendide solo contro le "piccole" squadre, tanto lavoro a metà campo ma entrambi limitati adeguatamente nei match che pesavano maggiormente. A mio modo di vedere il migliore del mondiale è stato un giocatore di cui si è parlato pochissimo, uno di quelli che ti accorgi che esiste solo quando non scende in campo. Parlo di Bastian Schweinsteiger, fondamentale pedina del centrocampo tedesco; durante il mondiale ha corso più di 12km a partita recuperando palloni e pressando i costruttori di gioco avversari. Una cerniera indispensabile per le ripartenze tedesche ma anche piedi educati e sguardo ampio nel distribuire gioco quando la Germania è stata in possesso della palla. Come nella canzone di Ligabue lui è proprio un mediano, uno che "finché ce n'hai stai li, nel mezzo.. anni di fatiche, botte e vinci casomai il mondiale".
Parlando sempre di sport c'è stato il weekend lungo del Tour de France con delle bellissime tappe. Sabato il finale splendido sul muro di Gérardmer con Contador all'attacco e Nibali incollato alla sua ruota posteriore, lo sguardo dello Squalo fisso in avanti per incrociare e sfidare quello del Pistolero ogni volta che lo spagnolo si girava per controllare la situazione. Domenica la solita fuga "bidone" che guadagna 7 minuti, la gioia del francese Gallopin che potrà sfoggiare la maglia gialla nel giorno della festa nazionale del 14 luglio, la maestosa impresa di Tony Martin che lascia i compagni di fuga ai -50km dall'arrivo e si invola verso il traguardo come un motorino. Oggi infine il tappone dei Vosgi, tantissima salita e più di 4000m di dislivello per sconvolgere la classifica; purtroppo l'evento che scombina l'intero Tour è la caduta e conseguente ritiro di Contador. La tappa è vinta dal nostro Nibali, sempre più padrone della corsa, che stacca tutti sull'erta finale e si riprende la maglia gialla. Come detto però da ora in avanti il Tour sarà totalmente diverso, lo Squalo si ritrova quasi senza avversari, i due più titolati e più in palla si sono ritirati e la corsa ora diventa necessariamente più povera. Nibali si sta dimostrando all'altezza di quanto è richiesto a un favorito del Tour, attacca, inventa e non si limita solo a difendersi e spero che continui con questa mentalità; purtroppo gli antagonisti rimasti non sono allo stesso livello, Porte e Valverde li vedo troppo passivi mentre i vari giovani transalpini (Bardet, Pinot e Péraud) troppo inesperti al cospetto di Nibali, i rimanenti (van Garderen, Mollema, Kwiatkowski, Rui Costa) al momento non sono pervenuti..
Un Tour oserei dire mutilato, spero solo che Nibali riesca davvero ad arrivare a Parigi in maglia gialla altrimenti saranno in molti a dubitare del vero valore dello Squalo, finora le sue vittorie sono state accomunate da pesanti assenze o da defezioni in corsa dei suoi avversari principali. Una sua non vittoria a questo Tour risulterebbe, visto quanto dimostrato finora, un fallimento totale.
Come la Germania ha vinto il mondiale perché si è dimostrata la squadra più forte tifiamo affinché Nibali dimostri lungo le strade del Tour di essere il ciclista più forte e meritare questa vittoria..

venerdì 11 luglio 2014

Tra pietre e calci al pallone

Domenica avevo buttato lì un breve commento per l'inizio del Tour de France dicendo che finalmente quest'anno abbiamo buone possibilità di ben figurare anche in classifica generale e ho brevemente introdotto la tappa delle colline inglesi. Riprendo oggi l'argomento perché in queste prime 6 tappe è successo di tutto. Il piccolo riepilogo inizia proprio da domenica, seconda tappa, percorso molto duro con 8 salite brevi e toste; come raccontavo nel post sembrava più una classica belga o olandese che una tappa di un grande giro. Detto ciò nel finale si sono scatenati, a sorpresa, tutti i favoriti per la vittoria finale; dapprima la progressione di Contador la risposta, secca e decisa, di Froome entrambi in salita, il gruppo ridotto a una trentina di corridori si lancia in discesa e, dopo due velleitarie trenate di Fulsang la sparata di Nibali ai -2km dall'arrivo. Dietro si guardano e lui vola via e va a vincere la tappa e a vestirsi di giallo. Un finale inatteso e sorprendente e per questo ancora più bello. Ero perplesso però, prendere la maglia gialla così presto di carica di responsabilità in gruppo e mette sotto stress la squadra, Parigi è lontana e pensavo fosse una mossa azzardata mettersi in luce così. Nibali invece è in forma strepitosa e fare la differenza in pianura ne è una prova eclatante. Eh si perché lo Squalo non si è accontentato di difendersi ma ha nuovamente affondato il colpo mercoledì.
La tappa era molto attesa e temuta da tanti corridori, io stesso pensavo che Nibali puntasse a proteggere la maglia al meglio, considerando la pioggia poi il tracciato diventava davvero pericoloso. Partenza da Ypres, cittadina belga nelle Fiandre vicina al confine francese, e arrivo dinanzi alla miniera di Arenberg a due passi dalla famosissima foresta; lungo il percorso 9 tratti di pavé, gli stessi della mitica Parigi-Rubaix in senso inverso. Il Carrefour del'Arbre, Mons en Pévèle, Orchies, tratti di strada pavimentata con le famose pietre del Nord. Come si diceva la pioggia e il freddo hanno martellato i corridori rendendo la corsa dura già dalla partenza; subito una sorpresa: ancor prima del pavé cade due volte ed è costretto a ritirarsi il favorito, nonché vincitore dello scorso anno, Chris Froome. Mentre la maggioranza del gruppo inizia cautamente ad assaggiare le pietre iniziano gli attacchi di chi vuole movimentare la classifica, tra questi bellicosi atleti spicca subito la maglia gialla di Nibali la cui azione fa esplodere il plotone. Si capisce subito che questo episodio segnerà la tappa, in molti non tengono il passo e, grazie alle trenate di Westra e Fulsang, il gruppetto degli arditi guadagna terreno a vista d'occhio; è l'alba di un'altra impresa dello Squalo. A pochi giorni dalla stoccata di Sheffield Nibali dimostra non solo di meritare il simbolo del primato ma anche di essere uno dei maggiori pretendenti per portarlo a Parigi. Nel finale anche il gruppetto di testa si sgretola e, mentre l'olandese Lars Boom si invola verso il traguardo, il trenino Astana continua a mettere strada tra sé e il resto del mondo. All'arrivo il verdetto è impietoso, l'unico a limitare i danni è il giovane polacco Kwiatowsky mentre i vari Contador, Valverde e Van Gardener giungono a Arenberg con più di due minuti di ritardo. Grande merito al coraggio di Nibali che si sta dimostrando ottimo protagonista e interprete di queste tappe, speriamo che la condizione permanga tale anche sulle salite dei Vosgi (che si affrontano nel fine settimana), sulle Alpi (fine settimana prossima) e sui Pirenei (nei giorni successivi). Al momento il corridore più pericoloso è sicuramente Contador, fortissimo in salita e guidato da un esperto direttore sportivo in grado di mettere alla frusta la squadra (la Saxo-Tinkoff) per minare la strada da qui a Parigi a tutti gli avversari del Pistolero. Mi aspetto che si inventi qualcosa e le tappe che stanno arrivando sono terreno ideale per lanciare attacchi. I finali di domani e di lunedì ben si prestano a rivoluzioni in classifica.
Ci aspetta un bel weekend di sport, oltre al Tour ci sono le finali del mondiale; sabato finale 3°-4° posto, spero di consolazione, per il Brasile contro un'anonima Olanda mentre domenica la grande finale nel tempio del Maracana tra la corazzata Germania e l'Argentina.

mercoledì 9 luglio 2014

Birra e salsicce

Avrei voluto aspettare domani a scrivere, ma l'occasione era troppo ghiotta per lasciarla scappar via..
L'argomento di cui oggi si parla su tutti i media è ovviamente la vittoria della Germania di ieri sera contro il Brasile. Nel pomeriggio di ieri, nel mio piccolo, il mio atteggiamento nei confronti della sfida era bifronte: il mio lato pragmatico e ragionatore diceva Germania, nonostante le vicende alterne è la squadra più solida vista ai mondiali e l'unica a poter dire di possedere una linea mediana quantomeno decente mentre nel Brasile sarebbero pesate molto le assenze di Neymar e Thiago Silva e aspettarsi lampi di genio da Oscar, Hulk o Fred contro la difesa tedesca era quasi utopico; l'altro mio lato, quello romantico e un po' sognatore diceva Brasile, giocano in casa e sono i maestri del calcio, avevano l'investitura divina e di un popolo intero per vincerlo questo mondiale, era tutto disegnato, i gironi, il tabellone..tutto doveva portare alla finale aspettata da decenni, Brasile-Argentina al Maracana.
Sentimentalismi a parte la partita poteva andare solo in due modi, o il Brasile riusciva a tenere il campo e trascinare la partita sperando in un qualche episodio favorevole oppure la Germania avrebbe demolito agevolmente la retroguardia verde-oro grazie alla sua cavalleria leggera. Così è stato, il Brasile è restato in gioco fino a quando qualcuno si è dimenticato un Muller in mezzo all'area durante un corner, piattone al volo e bye bye..da lì in poi non so neanche se si possa parlare di una partita di calcio; sembrava più un match giocato alla Playstation a livello dilettante. La Germania ha passeggiato sui resti di una squadra che con i miti del calcio brasiliano hanno poco da spartire. I lenti e spaesati giocatori brasiliani potevano al limite vincere contro i tedeschi all'unico sport per il quale mi sembrano portati: birra e salsicce.. Nel secondo tempo si è visto chiaramente che la Germania giocava col freno a mano tirato e, nonostante questo, ne ha infilati altri due; onore a Oscar che ha quantomeno trovato un misero goal della bandiera. Temo che al popolo brasiliano questo non basterà per placare gli animi, già ieri sera c'era notizia di autobus bruciati a San Paolo; spero davvero che questo episodio non diventi un altro Maracanazo, sarebbe davvero una bruttissima cartolina per questo splendido mondiale. Ci sarà la finale per il terzo posto ma questo Brasile sarà ben presto azzerato e rifondato, dubito che a Scolari verrà data un'altra occasione.
A questo punto vediamo cosa succederà stasera, perché a questo punto i pronostici non contano più nulla, chiunque uscirà vincente dalla semifinale Olanda-Argentina saprà di dover incontrare una squadra forte e motivata. Comunque vada sarà una finale degna di questa mondiale.
Volevo chiudere con qualche battuta o riprendendo qualche vignetta a tema, ho notato che gli esperti del settore hanno lavorato alacremente già in nottata e i social sono pieni di riferimenti a questo storico match e ai suoi protagonisti; per par condicio ne ho scelte una per lato:
David Luiz (capitano Brasile) a fine primo tempo incrocia il capitano tedesco Lahm e gli dice: "secondo tempo facciamo a cambio squadre?"
Joachim Loew (ct Germania) in conferenza stampa: "per la finale ho deciso, alzerò il livello del computer da dilettante a esperto"

domenica 6 luglio 2014

Un sabato qualunque

Venerdì un esame tosto mi ha tolto troppe energie sia fisiche che mentali e quindi mi sto godendo, finalmente, un weekend senza particolari stress.
Un sabato qualunque, sveglia alle 8:00, allenamento al parco, colazione, doccia, lavatrice, pulizie di casa, pranzo preparato seriamente, penichella e poi pomeriggio di sport in poltrona.
Si comincia alle 15:30 con la prima tappa del Tour de France, la più importante e famosa gara di ciclismo al mondo; oggi si parte da Leeds in Inghilterra, una partenza anomala sia per la location estera sia perché si parte in linea (di solito la prima tappa è una breve cronometro). Sarà un Tour molto interessante, abbiamo finalmente un italiano in grado di ben figurare in classifica generale (Nibali) e un buon numero di forti corridori che possono centrare la giornata giusta, soprattutto nelle tappe intermedie. Il favorito d'obbligo rimane Froome, inglese della Sky, ma ci sono diversi corridori in grado di metterlo in difficoltà nelle ripetute dure tappe di montagna, il caldo francese, inoltre, è spesso molto influente sulle prestazioni. Due i principali rivali di Froome: il primo è il "Pistolero" Contador, spagnolo della Saxo, scaltore fortissimo supportato da un esperto direttore sportivo ed una squadra ben attrezzata, il che aggiunge tensione anche nelle tappe apparentemente tranquille; il secondo è il nostro "Squalo" Vincenzo Nibali, completo e apparso molto in forma dopo la recente vittoria ai campionati italiani. Per quel che riguarda la tappa di ieri vittoria in volata di Kittel che ha sfruttato la caduta di Cavendish (favorito n°1 per questi arrivi) per bruciare gli avversari. Oggi tappa decisamente più complicata, dal profilo altimetrico sembra una classica più che una tappa di un grande giro, 9 salite disseminate lungo il percorso, tutte brevi (al massimo 3km) ma con pendenze impegnative (anche 10-12%), l'ultima si trova a 5km dal traguardo. Ingredienti ideali per minare la compattezza del gruppo e dare spettacolo lungo le colline inglesi.
Ore 18:00 si passa in Brasile, quarti di finale del mondiale. Argentina-Belgio si presenta come un'interessante scontro tra due scuole di gioco molto simili; L'Albiceleste fondata sulla solidità in difesa e le rapide incursioni dei talenti Di Maria e Messi come i Diavoli Rossi che affidano le loro ripartenze alle verticalizzazioni verso i veloci e leggeri attaccanti. Partita che prende subito una direzione decisa, quella argentina, grazie al goal a bruciapelo di Higuain, ben noto nel campionato italiano. L'attaccante del Napoli chiude una veloce azione con una potente e precisa conclusione dal limite che non dà scampo al portiere belga. L'Argentina da lì in poi chiude gli spazi e compatta le linee e per il Belgio diventa molto difficile innescare i propri talenti. Poche idee a centrocampo e azioni lente non portano a niente, l'Argentina va anzi vicina al secondo goal con un paio di ripartenze orchestrate da Messi e da un superbo Higuain. Si prosegue così fino al 70° quando i cambi operati dal c.t. belga cominciano a produrre pericoli alla difesa argentina; i belgi si concentrano sulle palle lunghe a cercare il neo-entrato Lukaku ma gli scambi negli ultimi minuti sono poco precisi e la retroguardia sudamericana si salva abbastanza agevolmente.
Alle 22:00 la partita sulla carta più facile, l'Olanda entra in campo contro la Costa Rica. Purtroppo per gli orange (ma per fortuna del pubblico) ai mondiali nulla è scontato, i costaricensi sono ben schierati ed organizzati, nell'Olanda l'assenza di De Jong si fa sentire e veder costruire il gioco dai centrali olandesi è un pessimo segnale. Poche occasioni degne di nota per 80 minuti, i pericoli portati dagli orange vengono disinnescati dall'ottimo portiere Navas mentre sull'altro fronte le veloci sfuriate risultano poco precise e scarsamente pericolose. La partita si accende negli ultimi minuti con l'assedio olandese (come già negli ottavi) ma ancora Navas e i legni negano il ripetersi dell'impresa vista contro il Messico. Si capisce che ora lo scopo della Costa Rica è quello di arrivare ai rigori e, nonostante l'impegno costante degli orange, ciò avviene. La mossa decisiva è però olandese, il c.t. sostituisce il portiere e quest'ultimo intercetta due delle conclusioni dei costaricensi regalando all'Olanda il passaggio del turno. Mercoledì 9 alle 22 sarà dunque Olanda-Argentina.
Breve inciso anche sui match di venerdì. Nel pomeriggio Germania-Francia, decisa velocemente dalla zuccata di Hummels che devia in rete una precisa punizione di Kroos, partita poi controllata senza grossi problemi dai panzer tedeschi che anzi creano numerosi pericoli alla retroguardia transalpina. I tedeschi incontreranno il Brasile, che finalmente fa la parte del padrone di casa giocando in maniera convincente contro la Colombia. Anche in questo caso match subito in discesa per i verde-oro grazie al goal in apertura di Thiago Silva, i brasiliani tengono il campo facilmente e si rendono pericolosi svariate volte aiutati anche dalla scarsa vena della mediana colombiana. Gioco lento e poco preciso garantiscono spazio alle incursioni di Neymar e compagni che trovano il 2-0 con una gran conclusione dalla distanza di David Luiz. La Colombia sembra smarrita e i suoi talenti nervosi e svuotati di idee, la partita si riapre all'80° con un rigore trasformato dal capocannoniere del mondiale James Rodriguez. L'assalto finale non cambia però il risultato, Brasile in semifinale ma con 2 pesanti assenze; nel finale si infortunia Neymar (mondiale finito) e Thiago Silva sarà squalificato e dovrà saltare il match contro la Germania. Occasione imperdibile per i tedeschi di affondare i padroni di casa, martedì ore 22..da non perdere.
Per me oggi si prospetta una domenica qualunque, tra sport in poltrona e allenamenti al parco; da domani sotto di nuovo con lo studio, ultimo esame di questa sessione il 14 sperando che vada bene. Il pensiero di laurearmi a novembre temo rasenti il miracolo..

Bucato steso
Pranzo pronto


mercoledì 2 luglio 2014

Fuori i secondi

Terminati gli ottavi di finale si possono iniziare a fare un po' di valutazioni sulle squadre superstiti. Il titolo richiama una curiosità, la prima fase ad eliminazione diretta ha visto passare solo le squadre che avevano vinto il proprio girone.. Partite molto divertenti e tiratissime, ben cinque match si sono protratti ai supplementari e due si sono risolti solo ai rigori.
Proprio ai rigori si salva il Brasile, padrone di casa, dopo una gara molto complicata; l'organizzazione del collettivo cileno ha messo in crisi per lunghi tratti della partita i grossi calibri brasiliani che paiono viaggiare a fari spenti; uniche flebili luci quella di Neymar, molto attivo e produttivo nel primo tempo, e quella di Hulk che nel secondo tempo ha fatto vedere spesso la sua dirompente forza fisica. Sull'altro versante Vidal è in moto perpetuo, sempre lucido nel distribuire palloni ai compagni e Sanchez dimostra ancora una volta perché il Barcellona lo abbia comprato spendendo molti milioni di euro. Il Brasile ringrazia anche i legni, in particolare la traversa che ha graziato il portiere brasiliano proprio allo scadere del secondo overtime. I rigori quindi hanno deciso il match e i cileni ci arrivano svuotati di energie, due rigori finiscono in bocca al nuovo eroe brasiliano Julio César e un terzo bacia nuovamente il legno prima di uscire dallo specchio della porta. Brasile salvo ma i suoi talenti non sembrano all'altezza dei sogni di gloria di un popolo votato al calcio..la prossima gara sarà peraltro molto impegnativo contro una squadra estremamente solida e in forma.
La Colombia infatti sarà il prossimo avversario dei padroni di casa; agli ottavi ha eliminato il modestissimo Uruguay, segno eclatante che il nostro girone non era proprio di ferro. Come si diceva i caffetteros sono una squadra molto solida, costruita su un nucleo di giocatori giovani e molto in forma; nonostante l'assenza del loro centravanti "famoso" il gioco colombiano innesca facilmente gli attaccanti e favorisce gli inserimenti dei mediani, tutti in grande spolvero. Simbolo della squadra è il talento James Rodriguez, giocatore del Monaco di 22 anni, che sta mettendo in vetrina una serie infinita di colpi e giocate spettacolari che gli stanno valendo, dopo la nomina come miglior giocatore della fase a gironi, anche la leadership della classifica cannonieri. La partita tra Colombia e Uruguay è stato l'ottavo più "semplice", il gioco quasi sempre in mano ai caffetteros che limitano ottimamente le sfuriate uruguaiane e chiudono la pratica nei primi minuti del secondo tempo con un'azione da Playstation orchestrata da Cuadrado e finalizzata dal solito Rodriguez. A nulla servono i tentativi di rivalsa degli uruguaiani, Forlan sembra un fantasma e il solo Cavani è ben controllato dalla retroguardia colombiana; gli unici pericoli vengono da alcuni tiri da fuori.
Domenica ha aperto il programma l'Olanda che si è scontrata col Messico. L'attacco migliore del torneo (quello degli orange) contro la difesa migliore (quella dei messicani). E' finita come da pronostico con la vittoria degli olandesi ma la partita è stata decisamente spettacolare, soprattutto nel finale. Il Messico infatti regge bene per più di un'ora dimostrandosi organizzata e ben schierata; in apertura di secondo arriva improvviso il goal messicano con un bel tiro da fuori area. L'Olanda fatica a creare occasioni, penalizzata anche dall'infortunio di De Jong che ha tolto sostanza alla linea mediana orange. Ma se si hanno certi giocatori basta un niente per accenderli e così Robben e Sneijder prendono campo e iniziano a irrompere frequentemente nell'area messicana. Gli ultimi dieci minuti sono un assedio, l'ingresso di Huntelaar dà profondità e garantisce un certo vantaggio nel gioco aereo; dagli sviluppi di un corner è proprio una sua torre che innesca Sneijder per un facile goal. Nei minuti di recupero Robben crea scompiglio in area e si guadagna un generoso rigore poi trasformato da Huntelaar. Per il Messico è la fine del sogno mentre per l'Olanda è scampato pericolo.
In serata si è disputato l'ottavo di finale tra le sorprese di questo mondiale: il Costa Rica e la Grecia. La partita è trascorsa piacevolmente con continue azioni ben orchestrate da entrambe le squadre. Il risultato cambia in apertura del secondo tempo con la Costa Rica che trova finalmente un buco nella retroguardia ellenica e mette in rete. La Grecia cerca di avanzare il proprio baricentro ma i costaricensi minano bene le fonti di gioco; i cambi però sbilanciano molto in avanti la Grecia che trova nel finale il goal del pareggio. Si passa ai supplementari dove sono proprio gli ellenici i più pericolosi, sfruttando il vantaggio numerico e l'evidente stanchezza degli avversari creano molte occasioni senza riuscire a concretizzare. Dalla lotteria dei rigori esce vincitore la Costa Rica che ora incrocerà l'Olanda.
Al lunedì si comincia con la Francia che supera faticosamente la Nigeria; i galletti trovano infatti il bandolo della matassa solo nel finale punendo oltremodo nel risultato i generosi nigeriani che hanno ripetutamente messo in difficoltà la retroguardia francese. Dopo un'ora abbondante di sofferenza la Francia riesce a sfondare ma la difesa nigeriana si oppone con qualsiasi mezzo alle conclusioni francesi fino al colpo di testa di Pogba che trova il fondo della rete. Da lì in poi c'è solo la Francia che va diverse volte in caccia del secondo goal che arriva praticamente allo scadere con una sfortunata autorete nigeriana.
La Germania fatica tantissimo contro una brillante Algeria, entrambe le squadre sono ben schierate anche se i tedeschi sembrano avere poche idee in fase di costruzione. Per 80 minuti l'Algeria si dimostra all'altezza andando più volte vicina al goal mentre la Germania riesce poche volte a sfondare la difesa nordafricana. Nel finale la stanchezza affiora e i tedeschi approfittano della situazione per rendersi pericolosa. Si arriva al 90° con il risultato ancora fermo e si entra nei supplementari. Sulla scia dell'assedio finale la Germania prosegue negli attacchi e viene subito premiata col goal del vantaggio siglato da Schurrle al termine di una bella azione in velocità. La stanchezza aumenta e gli errori fioccano da entrambe le parti, i tedeschi sembrano però un po' più lucidi e trovano il raddoppio con Ozil al 120°. La partita è ormai finita ma uno svarione difensivo tedesco permette all'Algeria di segnare il meritato (ma inutile) goal della bandiera. Finisce 2-1 per la Germania che va a incontrare la Francia ai quarti.
Ieri gli ultimi incontri, in primis l'Argentina che ferma la Svizzera al termine di una partita al cardiopalma con continui ribaltamenti e occasioni da goal. Il match si risolve al 120° minuto, quando ormai si pensava ai rigori, ed è risolto da Di Maria, talentuoso attaccante argentino in forza al Real Madrid, che in questa partita fa le veci del fantasma Messi schierato al suo fianco. Argentina che ringrazia (come il Brasile) i legni, in pieno recupero del secondo overtime un colpo di testa di Dzemaili incoccia il palo a portiere battuto e permette all'Albiceleste di raggiungere i quarti dove si scontrerà col Belgio.
L'ultimo ottavo di finale premia infatti la squadra belga dopo un'estenuante battaglia contro gli USA. Partita molto bella con diverse occasioni per entrambe le squadre. A dispetto dei pronostici gli americani ingabbiano bene i giovani talenti del Belgio che solo dopo i cambi del secondo tempo riescono a creare problemi alla retroguardia USA con continuità. Le molte occasioni si infrangono però sull'ottimo portiere Howard che si prodiga in numerosi interventi e tiene il risultato immacolato fino al 90°. Ancora una volta si deve ricorrere ai supplementari, il Belgio forte della sua ricca panchina mette in vetrina Lukaku, centravanti molto potente che mette subito in difficoltà la stanca difesa americana. Da una sua iniziativa scaturisce il primo goal belga, veloce ripartenza dell'attaccante di colore che semina il panico sulla destra e mette in mezzo, facile per De Bruyne insaccare. Il Belgio ora vola in ogni ripartenza e raddoppia con Lukaku che scarica una violenta conclusione alle spalle dell'incolpevole Howard. A inizio del secondo overtime l'allenatore degli USA imita il collega belga e fa entrare il giovane e veloce attaccante Green che subito finalizza un'elaborata manovra yankee riaprendo clamorosamente il match. Le continue percussioni USA mettono in difficoltà il Belgio ma il match termina 2-1 e il Belgio vola ai quarti.
Tutte le partite sono state combattute ma alla fine i pronostici si sono concretizzati. Da quello che si è visto le sorprese sono dietro l'angolo, tutte le squadre rischiano grosso; molte hanno dimostrato difficoltà poco pronosticabili e i tanto attesi fenomeni (Neymar e Messi) hanno inciso solo in parte. Anche questo giro le partite saranno tutte da vedere e godere. Due i match che io segnerei in grassetto: Brasile-Colombia (venerdì ore 22) e Argentina-Belgio (sabato ore 18).
E' proprio bello poter guardare questo immenso spettacolo col cuore leggero da spettatori visto che la nostra squadra è, come noi, seduta comoda in poltrona..