domenica 15 maggio 2016

ctrl+alt+canc

ctrl+alt+canc, ovvero la combinazione di tasti che consente di aprire la gestione del sistema operativo del computer quando si blocca. La stessa combinazione di tasti che ho dovuto premere nel mio cervello per resettare il mio sistema operativo e riavviarmi.
Quasi due mesi sono passati dall'ultimo post, a più riprese ho provato a scrivere e in molte altre occasioni ho scelto di non scrivere. Dapprima gli attentati di Bruxelles in cui è morta una persona che conoscevo, poi il non positivo periodo atletico e la pessima piega presa dal lavoro. Avevo bisogno di staccare e cercare nuove motivazioni e stimoli per guardare al futuro con la speranza di raggiungere obbiettivi che rincorro da troppo tempo.
La situazione più pesante, che sin da febbraio ha condizionato purtroppo in negativo tutto il resto. è quella lavorativa. L'iniziale entusiasmo e i buoni risultati ottenuti in breve mi avevano illuso riguardo l'apertura mentale del titolare e la possibilità di ricoprire un ruolo decisivo all'interno dell'azienda. Dopo la tempesta di gennaio-febbraio le cose sono lentamente degenerate, l'orizzonte si è ridotto considerevolmente e l'arrivo di un consulente per la qualità (amico del titolare) mi hanno relegato a mansioni operative a basso valore e a scarsissimo impatto sulle attività dell'azienda. Nonostante il poco tempo ero riuscito a costruire un sistema semplice ed efficace per monitorare la produzione e la qualità grazie ad una serie di indicatori di performance che consentivano precise previsioni anche sul lungo termine, una dettagliata analisi dei flussi delle materie prime e dei semilavorati che permetteva di definire al meglio il layout del nuovo capannone, ho inoltre proposto una revisione della documentazione riguardo la certificazione di qualità. Una relazione completa di oltre 50 pagine con numerose indicazioni su dove e come poter aumentare l'efficienza per far fronte ai carichi di lavoro previsti in tutto il 2016 e andare progressivamente ad migliorare la produttività senza incidere sui costi industriali attuali. Il titolare per tutta risposta ha bollato la relazione come poco utile, parcheggiandola in un cassetto e suggerendomi di occuparmi solo delle questioni operative riguardanti la routine quotidiana. Volendo fare un paragone è come prendersi su una barca un cartografo in grado di disegnare la rotta sulla base di mappe da lui stesso create attraverso attente osservazioni ma poi relegarlo a fare semplicemente da collegamento tra il capitano, che decide la rotta navigando a vista, e il resto della ciurma.. Se poi arriva anche un consulente esterno che detta regole e disegna il futuro layout dell'azienda senza né confrontarsi né leggere la relazione depositata nel cassetto allora la decisione da prendere è una sola: lasciare il proprio posto. Non è tanto questione di vigliaccheria, è questione che assumere un ingegnere gestionale in virtù delle sue capacità di analisi e per le sue conoscenze logistiche e organizzative e poi non ascoltarne le opinioni e i suggerimenti è un atteggiamento oserei dire suicida; è proprio l'immobilismo, la scarsa visione d'insieme e la paura del cambiamento che hanno condannato migliaia di piccole aziende italiane anche se sane e costruite su un solido business. Venerdì, al termine dei sei mesi di tirocinio, ho quindi ringraziato e salutato tutti, negli occhi di molti la consapevolezza che quello era un amaro addio.
Parentesi lavorativa che si chiude per lasciare spazio a nuove opportunità che mi sono cercato in queste ultime settimane, martedì probabilmente avrò un riscontro quasi definitivo al riguardo.
Anche nell'ambito della corsa avevo bisogno di nuove sfide; dopo aver buttato l'inverno e passato la primavera tra periodi di buon allenamento e lunghe pause volevo trovare un po' più di regolarità per incamerare i kilometri arretrati. La svolta domenica scorsa, ero partito per un'uscita da 15-16km tranquilli, la bella giornata e una buona dose di nervosismo da scaricare mi hanno fatto correre alla lusinghiera media di 4'16"/km. Dopo aver consultato con sommo stupore il cronometro ho fatto una piccola "follia", da mercoledì infatti il mio nome compare sulla lista iscritti della maratona di Venezia. Stamattina infine sono tornato all'agonismo su strada partecipando alla "Fimon Lake Run" gara sui 13km disegnata intorno al, più volte citato in questo blog, lago di Fimon poco fuori Vicenza. Premetto che non mi aspettavo niente di clamoroso e sin dalla partenza ho cercato più che altro di impostare e mantenere un ritmo buono e costante lungo l'ondulato e impegnativo percorso. Poco più di cento gli atleti schierati dietro la linea di partenza in quel di Arcugnano, temperatura fresca ma cielo che promette gara asciutta; plotone che viene messo subito in fila sotto le trenate del gruppetto di testa che ben presto si stacca e vola via veloce. Il resto delle magliette colorate si trascina lungo i primi 3km pianeggianti, ogni tanto sulla destra della carreggiata fa capolino la bandana nera de elGringo che galleggia agevolmente nel mezzo del gruppone. Poco dopo il 3°km inizia la salita, primo gradino in asfalto con pendenza in doppia cifra che immette su un lungo tratto sterrato con pendenza molto più morbida e regolare fino allo scollinamento che sarà poco dopo il 5°km. Come facilmente prevedibile il plotone esplode in mille pezzi appena incontrato lo scoglio altimetrico, elGringo si mantiene nell'avanguardia e, a circa metà della salita, prende decisamente la guida dei pochi superstiti dando un ulteriore scossone al ritmo. Più passano i metri più si scava il solco tra lui e chi segue, in cima il distacco e di circa un centinaio di metri sui diretti inseguitori; un sguardo in basso al primo tornante per controllare possibili obiettivi, discesa senza forzare per recuperare un po' di forze in vista del finale. Si giunge velocemente al 7°km, si prende la riva del lago e si gira attorno allo specchio d'acqua su facile sterrato; si avanza a pilota automatico inserito, dal 7° al 10° si passa in 12'45" iniziando a puntare decisamente gli atleti in difficoltà che appaiono nel campo visivo sul breve raggio. Poco dopo il 10°km si torna sull'asfalto, si imbocca la facile ciclabile che dal lago riporta i runners verso il paesino di Arcugnano; per gli avversari c'è solo il tempo di sentire il fiato de elGringo che li passa in velocità e scompare rapidamente all'orizzonte. L'ultimo tratto è una cavalcata a briglia sciolta, gli ultimi 3200m letteralmente volati in 12'41" al passo di 4'/km; il colpo ad effetto arriva sul rettilineo finale dove ben due atleti vengono sverniciati dalla lunghissima volata de elGringo. Risultato finale: 13,2km corsi in 56'37", 54° posto assoluto e 11° di categoria. Decisamente un'ottima gara viste le attuali condizioni di forma lontane anni luce dai giorni migliori; una prima bella mattonella lungo la road to Venice.
Con rinnovata fiducia torno quindi in pista in tutti gli ambiti; il riavvio del sistema è riuscito

---Welcome back elGringo---