giovedì 2 giugno 2016

Door Selection


In tutti i locali di tendenza si fa "door selection", ovvero si seleziona la clientela all'ingresso; nelle aziende, soprattutto quelle strutturate, la selezione all'ingresso è duplice.
Inizialmente si fa un'attenta scrematura dei cv che vengono raccolti durante una cosiddetta "call" (ricerca di personale specifico) e si scelgono una rosa di candidati (solitamente 4-5) che si ritengono idonei ad un certo ruolo; si prosegue quindi con un giro di colloqui conoscitivi dai quali l'azienda stila una sorta di classifica di priorità. A questo punto i superstiti sono sottoposti ad un altro colloquio a cui è presente un rappresentante della proprietà che poi deciderà chi sarà il fortunato neoassunto. La mia "door selection" parte da metà aprile quando, ben consapevole della situazione complicata che stavo attraversando, ho risposto ad un annuncio per una figura tecnica da inserire nell'ufficio qualità di una grossa azienda vicentina. Primo colloquio molto tranquillo in cui mi viene presentata l'azienda e il ruolo specifico che veniva cercato, di contro mi presento e racconto i miei trascorsi lavorativi e la mia storia scolastica. I miei interlocutori mi sembrano subito molto interessati e incalzano con le domande sulle mie esperienze lavorative in ambito qualità e certificazioni. A distanza di una decina di giorni vengo convocato nuovamente per un secondo colloquio al quale è presente anche il vice-presidente della società. Anche qui una mia breve presentazione e qualche domanda poi è proprio il vice-presidente che mi spiega l'idea emersa a seguito del mio primo colloquio. Vista la mia esperienza già solida in ambito qualità e ambiente vorrebbero inserirmi in azienda attraverso un periodo di formazione nello stabilimento di Vicenza per poi trasferirmi in quello di Milano con il ruolo di referente di stabilimento per il sistema qualità e ambiente. Lì per lì rimango un po' spiazzato e chiedo un paio di giorni per pensarci, già mentre rientro a casa in macchina la decisione da prendere mi è ben chiara: a costo di allungare i tempi della laurea questa è un'occasione che va presa.
Da buon (quasi) ingegnere prendo carta e penna e metto a confronto i pro e i contro dell'opportunità, valutando almeno tre scenari e le relative probabilità di accadimento. Da un lato un'azienda solida e nota nel settore a livello europeo, un ruolo di responsabilità con possibilità di crescere, un ottimo stipendio; dall'altro il dovermi trasferire a breve in un luogo e in una realtà molto diversa da quelle cui sono abituato, il probabile allontanamento della data di laurea, l'abbandono di tutte le attività parallele a quella universitaria.
Sebbene i contro abbiano un peso significativo, le ragioni dei pro disegnano uno scenario futuro (diciamo fra 4-5 mesi) decisamente positivo. Detto, fatto; il giorno seguente chiamo l'agenzia e confermo il mio interesse, nel giro di un paio di giorni il contratto è pronto e inizio questa nuova avventura. Giovedì scorso varco per la prima volta da dipendente le soglie del cancello, prima procedura da eseguire è quella degli accrediti; alcuni punti dell'azienda sono controllati da accessi elettronici, mi viene quindi consegnato il badge con cui poter timbrare le ore e con il quale ho l'autorizzazione per accedere agli uffici, alla produzione, al laboratorio, al parcheggio ed alla mensa. Sempre sul badge viene caricato il mio profilo per l'uso del pc e i relativi permessi di accesso alla rete e ai server aziendali. Una sola chiave per fare praticamente tutto, essendo infatti parte del team qualità e ambiente ho diritto di accesso a tutti gli stabilimenti del gruppo; unica pecca del sistema: non si può usare per pagare e prelevare ai distributori automatici :-(
La mia postazione nell'ufficio tecnico di stabilimento