martedì 16 dicembre 2014

A Silvia..

Da troppo non scrivevo nel blog ma finalmente ho trovato tempo e ispirazione per buttar giù qualche pensiero. Il post doveva intitolarsi "once upon a time" ovvero "c'era una volta". C'era una volta l'entusiasmo, la voglia di scrivere e sfogarsi ma in queste ultime due settimane ci sono stati molti fattori che si sono sommati (anzi, moltiplicati) e che hanno sopito la mia verve.
Primo fra tutti il lavoro, negli ultimi 17 giorni ne ho lavorati 8.. Vi garantisco che passare più di 80 ore rinchiuso dentro la "gabbia" del reparto telefonia di un negozio come MediaWorld non è il migliore dei lavori. Come dicevo i fattori in questo caso sono moltiplicativi e non semplicemente addendi di una somma; in primo luogo troppa gente che gironzola per i centri commerciali dimentica a casa l'educazione e la pazienza, a noi commessi o promoter tocca quindi compensare.. Ci sono momenti in cui davvero ti chiedi se certe cose siano possibili e, purtroppo, la risposta è sempre e univocamente si.. Tocca stare li, dietro le vetrinette dei cellulari a recitare la propria parte; come gli animali dello zoo, a rispondere agli sguardi perplessi dei visitatori con il sorriso di chi sta aspettando solo che arrivi il contentino, ovvero vendere un cellulare a qualcuno. Fortunatamente c'è l'ora d'aria, come nei carceri. La pausa pranzo è quel momento della giornata che un po' di rimette al mondo, anche se passarla su scomode panchine mangiando panini o insalata di riso non è poi sto gran che..
Il vero momento di grazia in queste infinite giornate divise tra lavoro e studio è ovviamente la corsa. Il signor Maltempo sta imperversando e rendendo molto più duro il già impegnativo programma di allenamento da 90+ km/settimana, i marciapiedi dissestati di Vicenza e gli automobilisti scortesi fanno il resto. Fortunatamente ancora nulla è in grado di togliermi il piacere di allacciare le scarpette e lanciarmi sui lunghi viali ciclabili di questa ostica città, staccando la spina da tutti i pensieri e concentrarmi solo sul rumore del mio respiro e sui trilli del cronometro. Tanti i kilometri già percorsi e ancora molti mi attendono sulla via per Treviso, l'altro giorno mi è arrivata anche la conferma dell'iscrizione; pettorale n° 673 per questa nuovo tentativo d'impresa de "el Gringo". A breve farò anche un test su distanza agonistica, domenica 28 dicembre sarò alla Maratonina Città Murata di Cittadella, ma di questo avrò tempo di raccontarvi più avanti. Nel frattempo i riscontri in allenamento sono molto positivi, tanto che il coach s'è lasciato scappare un sms "bene, bravo, 7+.." il che mi ha fatto molto piacere.
A Silvia recita il titolo e il motivo nasce dall'ultimo weekend in gabbia. Sabato mattina c'era molta folla al centro commerciale ed io iniziavo "tardi", alle 11:00. Arrivato in negozio la fila davanti alle vetrine del reparto era notevole ma ancor più lo era davanti al banchetto dello stand Vodafone che campeggia a fianco della telefonia. Ad accontentare la folta clientela una rilassata e sorridente ragazza, Silvia appunto, che per nulla turbata dall'accalcarsi delle persone rispondeva ad ogni richiesta. Durante la pausa pranzo l'ho incrociata fuori dal negozio e le ho buttato li un "certo che stamattina ce n'è stata di gente, dev'essere complicato da gestire da soli quel banchetto" e lei "quando è così mi piace, non faccio fatica". In quel momento ho letto nel suo sguardo sincero entusiasmo per il proprio lavoro; quanta invidia nel capire che ci sono persone a cui piace davvero questo lavoro e riescono a farsi scivolare addosso critiche e pressione in quel modo.
Un grazie sentito quindi a Silvia perché adoro il suo saluto sorridente quando arrivo in negozio, mi contagia col suo entusiasmo e mi svela ogni volta il lato bello di questo lavoro: avere la possibilità di aiutare la gente nelle piccole scelte di tutti i giorni.
In chiusura saldo un debito, le foto delle bellissime luminarie che attraversano il centro di Vicenza