lunedì 29 dicembre 2014

el Gringo strikes back

Antefatto: sabato 27 dicembre, ore 12:15
La neve scende copiosa dal cielo e inizia a coprire tetti, macchine e lampioni; guardo fuori dalla finestra e capisco che ben presto la coltre bianca si estenderà anche a strade e marciapiedi. Le previsioni meteo non mi rincuorano affatto, per domenica sono previste temperature vicine agli 0°C.
Alle 16 circa esco per il consueto allenamento pre-gara, mi copro bene e infilo le scarpette da corsa in montagna, quelle con la suola tassellata; fuori la neve è diventata la padrona di ogni centimetro quadrato di città. Rientro, doccia calda e ceno; sgombero la neve dalla macchina e vado al lavoro. Il turno termina all'1:30, arrivo a casa e mi fiondo sotto il piumino.
Domenica, ore 7:00 suona la sveglia. Colazione e trasferimento a Cittadella, arrivo verso le 8:15; il cielo è coperto ma, fortunatamente, non minaccia ne neve ne pioggia. Il clima è freddo e pungente, secondo il telefono la temperatura percepita è -2°C e, se devo essere sincero, a me sembra pure più freddo. Lungo riscaldamento che apparentemente non porta particolari benefici e poi lo schieramento sulla linea di partenza, sarà l'effetto "bue&asinello" ma in mezzo alla calca il freddo comincia a diminuire. Ore 10, lo sparo dà il via ai più di mille atleti della Maratonina; la mia bandana fa capolino a lato del fiume umano che rapidamente attraversa le mure del centro e si allontana verso la campagna. Le indicazioni del coach sono state molto precise: partenza decisa, distribuire bene lo sforzo, ascoltare le sensazioni e ricercare un ritmo naturale (possibilmente veloce). Facile a dirsi meno a realizzarsi ma ci provo. Partenza relativamente tranquilla e controllo dei primi passaggi per adeguare lo sforzo alla distanza; dopo il primo km in 4'24" mi trovo in coda ad un gruppetto pilotato da un palloncino azzurro con scritto 1h30' e decido di tenere il passo. La mia corsa è leggera, le ampie falcate si susseguono senza sforzo; arrivo al 5°km in 21'15" e mi sembra di essere appena partito. Decido di rallentare un po' il ritmo e mi lascio sfilare, altri si staccano e si accodano a me. Il palloncino azzurro è li a 100m quando varco la linea del 10°km (parziale 42'58"), prendo un bicchiere di tè caldo e un gel; sta spuntando il sole e devo dire che il freddo è solo un lontano ricordo. Continuo col mio ritmo, passo corto e radente, siamo in 5 nel mio drappello; arriviamo al 13°km e il cronometro si ferma a 55'47". Quasi sorrido guardando il display, la proiezione finale è di poco sopra i 90' e mi sta bene, sta uscendo un ottimo allenamento di qualità; doppia curva a destra e vedo il solito palloncino azzurro a soliti 100m di distanza. L'omino del cervello mi suggerisce che ci bastano 40" per stare sotto il muro e nasce in me la malsana idea di provare a raggiungerlo quel maledetto palloncino e, perché no, pure di superarlo. Mi giro e vedo facce stanche attaccate a gambe che si muovono pesanti; altra due curve dinanzi a me, stavolta a sinistra, poi in fondo al rettilineo il cartello del 14°km. E' l'istante che cambia la gara, entro in curva in piena accelerazione ed esco a velocità doppia; una rasoiata secca e decisa, un cambio di passo da mezzofondista che nemmeno io mi riconosco. In fondo al rettilineo ho già seminato i miei compagni di viaggio e mi sono avventato sulla coda gruppo che segue il palloncino. Sento le gambe girare a mille e continuo dritto sui miei passi senza neanche guardare in faccia gli atleti che supero, ora esiste un solo obiettivo: mangiarmi il palloncino.. Al 20°km raggiungo il bersaglio, il percorso ci ha riportati in città; l'ultimo tratto costeggia le mura fino a porta Padova, svolta secca a sinistra e si varcano le mura per gli ultimi 500m. Senza neanche guardare il cronometro lancio la volata, lunghissima, verso il traguardo; ho appena il tempo di intravedere i quattro atleti che scavalco a velocità folle negli ultimi metri, il bip del chip decreta la fine di quest'ennesima fatica sportiva. Poco dopo il traguardo scruto il display dell'orologio, sette cifre che messe in fila sono il punto esclamativo della giornata 1h29'51", per la terza volta in carriera abbatto il muro dei 90'. La soddisfazione aumenta pensando a come ho costruito la prestazione durante la gara, questo è un segnale molto ben augurante sulla "road to Treviso 2015". I kilometri sono stati e saranno ancora tanti; arrivare a questo punto della preparazione e riuscire a correre su questi ritmi e con queste sensazioni fa solo che ben sperare.
"el Gringo" è lanciato.. Treviso, sei pronta?

P.s: per la cronaca il palloncino azzurro ha raggiunto il traguardo in 1h30'05"