domenica 21 dicembre 2014

Fimon horror show

Il calendario afferma che oggi è iniziato l'inverno anche se le temperature mattutine ne davano già notizia da qualche giorno. In particolare nelle mie ultime due uscite atletiche le avvisaglie della nuova stagione si erano palesate nel fenomeno atmosferico tanto lugubre quanto suggestivo della nebbia. Questo ingrediente dell'inverno mi da sempre strane sensazioni, sarà perché non ci sono geneticamente abituato ma la coltre bianca tende a modificare la percezione delle cose che mi circondano. Come la neve, la nebbia è in grado di distorcere la realtà proiettandomi in una sorta di mondo parallelo. E così la brulla campagna vicentina diventa un fumoso mare bianco, pervaso da una luce fioca, gli oggetti entrano in scena e scompaiono velocemente come mossi da fili invisibili comandati da entità sconosciute. Dal fondo del mare provengono strani suoni ovattati e il sole è solo un pallido disco chiaro stampato sull'orizzonte lontano. In questo strano mondo le unità di misura convenzionali non sono utilizzabili, ecco che le distanze si misurano in base ai lampioni o agli scheletrici alberi che si riescono a contare; in mezzo alla nebbia il freddo e il caldo non hanno ragione di esistere, la temperatura è calcolata in base alla quantità di vapor acqueo che esce col respiro. I paesaggi cambiano drasticamente la loro natura tanto che diventano irriconoscibili; il percorso del mio allenamento odierno seguiva i colli Berici descrivendo un ampio semicerchio nella piana di Fimon, poco a sud di Vicenza. Utilizzavo molto spesso questo giro quest'estate durante i lunghi di 20-25 km, in particolare apprezzavo gli ampi tratti ombrosi tanto graditi nel periodo caldo. Con la nebbia invernale questo gradevole scorcio acquista toni decisamente più lugubri e a tratti spettrali. Il laghetto di Fimon, prende le sembianze di un portale demoniaco che esala fantasmi trasformando il caratteristico luogo di ristoro estivo in un set perfetto per un film horror dove il gracchiare di corvi e rane sono degno sottofondo musicale a questo palcoscenico. Io stesso mi ritrovo ad essere attore protagonista quando sfioro due ignari passanti che osservano il lago; il mio abbigliamento e il passo veloce mi trasformano in una inquietante ombra scura che fluttua per pochi secondi nel campo visivo dei due spettatori prima di sparire inghiottito dalla coltre biancastra.
Il tetro paesaggio torna ai suoi connotati tradizionali durante il rientro verso Vicenza; ripresa la ciclabile Casarotto, dopo circa 20 km di corsa, il sole ha vinto la sua giornaliera battaglia dissolvendo il manto nebbioso che poco prima dominava la periferia cittadina. Il cielo azzurro è piacevole sfondo per i moltissimi runner che incrocio nell'ultimo tratto del mio percorso e i numerosi saluti alzano il mio umore al punto tale che chiudo l'allenamento in forte progressione. 
Carico di buoni propositi posso affrontare la terribile giornata di lavoro che mi attende, il Natale è ormai alle porte e troppi ritardatari si stanno affrettando nei regali. I negozi sono presi d'assalto e il mio piccolo angolo luccicante di colori attende bramoso che i clienti sostino dinanzi alla vetrina per osservare le meraviglie tecnologiche custodite dalla vetrinetta. La mia missione è quasi terminata, ancora due soli giorni di angusto reparto telefonia e poi dovrò cambiare ambiente; mi attende la moquette del'ingresso del cinema, dal 24 dicembre lavorerò presso il multisala di Torri di Quartesolo come maschera per tutte le festività. 
Si è fatto tardi e sono stanco, avrei un altro paio di cose da raccontarvi ma avrò tempo nei prossimi giorni per riavvolgere il nastro di questa settimana e parlarvi ancora delle feste..