domenica 31 luglio 2016

Last lap

In una uggiosa e poco estiva mattinata si consuma il mio ultimo giro di pista a parco Querini. Molto probabilmente è stato il mio ultimo allenamento in quel di Vicenza, ormai da un mese sto facendo il "pendolare" per lavoro andando settimanalmente avanti e indietro da Milano e sto prendendo confidenza con i percorsi tracciati tra le risaie e le cascine del parco agricolo. Inizia domani l'ultima settimana prima della chiusura per ferie, tre settimane di meritato relax che trascorrerò tra l'amato Trentino e la nuova maison meneghina che stanno rifinendo in questi giorni; consegna delle chiavi prevista tra il 9 e il 12 agosto ma è possibile che riescano a finire già per il 5. Durante le ferie toccherà quindi traslocare, dopo qualche valutazione preliminare ho notato che la roba da portarmi a Milano non è neanche così tanta, escludendo la bicicletta con un solo viaggio in macchina dovrei essere in grado di trasferire praticamente tutto.
Come si diceva ultimo giro, a conclusione di un allenamento abbastanza tranquillo; partenza poco dopo le 8:00, cielo coperto, temperatura poco gradevole vista l'umidità e minaccia di pioggia decisamente concreta. Bastano un paio di km per vedere i primi scrosci ma si sa, la pelle è impermeabile, quindi avanti tutta incuranti di tutto; tra l'altro non sono l'unico a pensarla così, altri due runners mattinieri proseguono imperterriti nel loro incedere sullo sterrato del parco. Diciamo anche che gran parte del giro è ben protetto dalle fronde degli alberi che adornano il parco e la pioggia solo a tratti risulta diretta e fastidiosa. Nemmeno i conigli sembrano preoccuparsi di ciò che succede, continuano nelle loro corse sfrenate nel grande prato per poi sdraiarsi a lato dei vialetti per osservare questi animali dalle gambe lunghe che volano via veloci sui sentieri del parco. Un po' mi mancherà questo "pubblico" silenzioso, la fauna delle risaie e dei campi di mais è molto più schiva e poco appariscente.
Parlando di allenamenti non posso esimermi da un commento sullo stage 01 della road to Venice, domenica scorsa si è corsa in un remoto lembo dell'altopiano di Asiago la Enego-Marcesina, mezza maratona su un tracciato davvero entusiasmante dal punto di vista paesaggistico ma altrettanto esigente dal punto di vista atletico. Sebbene la località Marcesina sia nota per la piana usata tuttora come alpeggio estivo è intervallata da diversi rilievi che rendono i percorsi delle piste per lo sci di fondo della zona molto impegnative. Proprio lungo queste strade e sentieri si snodano i 21,097 km di gara che vedono al via circa 450 atleti, numero davvero alto per una manifestazioni così giovane (3a edizione) e particolare. Si capisce subito che il livello medio degli atleti non è così elevato, i primi due scappano già in partenza e si giocheranno la vittoria in volata con un margine di circa 5' sui pochi eletti in grado di restare sotto il muro degli 80'. Dal mio punto di vista più che gara si trattava di un test per vedere a che punto della preparazione sono arrivato, la risposta che ho ottenuto non è stata positiva ed incoraggiante come speravo alla vigilia. Andatura che cerco di controllare senza farmi trascinare dalle solite lepri che partono a mille; 22'36" ai 5km, sfruttando lieve dislivello a favore, 46'14" al 10°km dopo aver valicato la prima salita ed infine 1h01'11" al 13°km; lì praticamente finisce la mia gara, salendo verso il 14° il passo si fa lento e pesante, nella successiva discesa le gambe non riprendono a girare come dovrebbero ed io mi "accontento" di procedere evitando crolli. Intenzioni esaudite solo in parte, l'ultimo strappo mette a dura prova la mia resistenza soprattutto quella mentale; ci vuole davvero tanto impegno per scavalcare le pendenze a doppia cifra che conducono al 20°km, ciò che mi traina, nonostante la grande fatica, lungo la salita è il pensiero che poi sarà solo discesa fino al traguardo. Aggrappato a questa convinzione tento un timido rilancio in vista del cartello per poi lasciarmi guidare dai lunghi e ampi tornati che mi portano giù verso l'arrivo. Ai -700 il solito moto d'orgoglio va a pescare benzina e zucchero laddove non si pensava ce ne fossero ancora, gli ultimi 500m sono una lunga planata di corsa lunga ed inaspettatamente elastica che mi permettono di limare qualche posizione e rubare qualche secondo al crono finale. Rimane un comunque deludente 1h49'48" che dice di condizione ancora molto scarsa, per fortuna la strada per Venezia è ancora lunga, ci sono ancora due mesi e mezzo per macinare kilometri e per migliorare un po' la velocità di regime del motore.
Agosto inizia come mese cruciale sotto molti aspetti, per quel che riguarda la corsa confido nel mite clima trentino per fare i necessari passi avanti verso Venezia, una volta ultimato il trasloco e stabilizzato la situazione lavorativa sono sicuro le cose inizieranno ad essere un po' più semplici e regolari.