Stamattina ero molto indeciso su cosa raccontarvi oggi, in linea col post di ieri avrei
voluto fare qualche considerazione “filosofica” riguardo alle
similitudine tra corsa e vita, in termini di obiettivi, traguardi,
fatica, impegno, difficoltà..ma poi la giornata mi ha riservato uno
spunto interessante..
Oggi avevo un compitino, uno di quegli esami parziali che i
professori concedono durante l'anno e che poi si sommano per avere il
voto finale. La materia è economia della produzione, in pratica ti
spiegano come un'azienda dovrebbe valutare la variazione della sua
produzione in base alla domanda di mercato..il tutto si “riduce”
ad alcuni modelli economici che servono a calcolare prezzi/quantità
sulla base del tipo di mercato e di quanto profitto vuoi
fare..inutile dire che questi modelli sono decisamente lontani dalla
realtà e le considerazioni sono poco applicabili in termini
reali..detto questo 6 crediti opzionali quasi a gratis da raccogliere
per arrivare al famoso numerino 180 che apre la strada verso
l'agognato pezzo di carta chiamato laurea.
Il compitino quindi..o meglio la mezza farsa..la scena era
veramente ai limiti del grottesco, aula stipata in ogni ordine di
posto da circa 250 studenti (nonostante a lezione ci siano
tipicamente un centinaio di persone), tutti forniti di appunti in
miniatura o smartphone carichi di dispense e (ovviamente) dotati di
connessione internet..il mio vicino di banco ha risposto alle domande
come Wikipedia comanda..peccato per il professore che, dall'alto
della sua buona volontà, aveva pensato di metterci in difficoltà
creando ben quattro set di domande differenti..caro il mio prof. è
tutto inutile se poi la gente si scambia i bigliettini tra le file di
banchi o se c'è chi fotografa il tema, lo manda all'amico che
provvede a scrivergli le risposte via WhatsApp.. Forse sono io a
sbagliare atteggiamento ma almeno ho avuto l'onestà intellettuale di
rispondere per me e non per sentito dire o per conto terzi, alla fine
le domande erano normali, gli argomenti erano quelli trattati in
classe e quindi fanculo alla tecnologia e ai bignami in A7..le cose
che son state spiegate le ho capite, alle domande ho risposto e anche
se non prenderò 30 chi se ne frega.. Vogliamo davvero che dei futuri
ingegneri guidino aziende con i bigliettini in tasca o chiedendo
l'aiuto a casa dal telefonino?
Ancora una volta ho fatto una scelta diciamo non convenzionale,
cosa che peraltro ultimamente mi succede spesso..la corsa, vivere
lontano da casa, tornare all'università, lavorare per mantenermi..
come disse qualcuno, ormai 11 anni fai: “sei fatto così..tu sei un
diverso..” e sentirsi dire questa cosa da una 14enne, beh..fa
parecchio strano. Diverso..termine che ormai mi accompagna da molto
tempo, senza ambizioni di sentirmi migliore di altri per questo,
semplicemente faccio scelte che possono sembrare anomale ma che per
me sono banalmente coerenti tra loro..in testa ho un filo logico che
sta tracciando il percorso davanti a me..
La coerenza..valore che si sta perdendo nel nostro bel
Paese..ma davvero è così difficile esprimere idee e fare scelte di
cui poi si rifiuta la paternità?