giovedì 28 novembre 2013

Questione di coerenza

Stamattina ero molto indeciso su cosa raccontarvi oggi, in linea col post di ieri avrei voluto fare qualche considerazione “filosofica” riguardo alle similitudine tra corsa e vita, in termini di obiettivi, traguardi, fatica, impegno, difficoltà..ma poi la giornata mi ha riservato uno spunto interessante..
Oggi avevo un compitino, uno di quegli esami parziali che i professori concedono durante l'anno e che poi si sommano per avere il voto finale. La materia è economia della produzione, in pratica ti spiegano come un'azienda dovrebbe valutare la variazione della sua produzione in base alla domanda di mercato..il tutto si “riduce” ad alcuni modelli economici che servono a calcolare prezzi/quantità sulla base del tipo di mercato e di quanto profitto vuoi fare..inutile dire che questi modelli sono decisamente lontani dalla realtà e le considerazioni sono poco applicabili in termini reali..detto questo 6 crediti opzionali quasi a gratis da raccogliere per arrivare al famoso numerino 180 che apre la strada verso l'agognato pezzo di carta chiamato laurea.
Il compitino quindi..o meglio la mezza farsa..la scena era veramente ai limiti del grottesco, aula stipata in ogni ordine di posto da circa 250 studenti (nonostante a lezione ci siano tipicamente un centinaio di persone), tutti forniti di appunti in miniatura o smartphone carichi di dispense e (ovviamente) dotati di connessione internet..il mio vicino di banco ha risposto alle domande come Wikipedia comanda..peccato per il professore che, dall'alto della sua buona volontà, aveva pensato di metterci in difficoltà creando ben quattro set di domande differenti..caro il mio prof. è tutto inutile se poi la gente si scambia i bigliettini tra le file di banchi o se c'è chi fotografa il tema, lo manda all'amico che provvede a scrivergli le risposte via WhatsApp.. Forse sono io a sbagliare atteggiamento ma almeno ho avuto l'onestà intellettuale di rispondere per me e non per sentito dire o per conto terzi, alla fine le domande erano normali, gli argomenti erano quelli trattati in classe e quindi fanculo alla tecnologia e ai bignami in A7..le cose che son state spiegate le ho capite, alle domande ho risposto e anche se non prenderò 30 chi se ne frega.. Vogliamo davvero che dei futuri ingegneri guidino aziende con i bigliettini in tasca o chiedendo l'aiuto a casa dal telefonino?
Ancora una volta ho fatto una scelta diciamo non convenzionale, cosa che peraltro ultimamente mi succede spesso..la corsa, vivere lontano da casa, tornare all'università, lavorare per mantenermi.. come disse qualcuno, ormai 11 anni fai: “sei fatto così..tu sei un diverso..” e sentirsi dire questa cosa da una 14enne, beh..fa parecchio strano. Diverso..termine che ormai mi accompagna da molto tempo, senza ambizioni di sentirmi migliore di altri per questo, semplicemente faccio scelte che possono sembrare anomale ma che per me sono banalmente coerenti tra loro..in testa ho un filo logico che sta tracciando il percorso davanti a me..
La coerenza..valore che si sta perdendo nel nostro bel Paese..ma davvero è così difficile esprimere idee e fare scelte di cui poi si rifiuta la paternità?