martedì 28 aprile 2015

Torci umani

Oggi citazione speciale per i celeberrimi "bigoi al torcio", pasta fresca tipica della campagna veneta; un gruppo di JEsters ha ieri sera compiuto l'annuale pellegrinaggio a Limena per partecipare alla sagra locale dedicata ai bigoi e ad altre prelibatezze rurali. Il comune padovano è uno dei fulcri della produzione artigianale di questi particolari spaghetti tanto da essere sede della "confraternita dei bigoi al torcio" (http://www.bigoialtorcio.it/)
Nata nel 2004, l'associazione ha negli anni raccolto moltissime adesioni e si pone come punto di riferimento per la salvaguardia di questa tradizione culinaria. Il ricavato delle manifestazioni organizzate viene devoluto a progetti sociali che coinvolgono altre associazioni locali con lo scopo di portare benefici alla comunità. 
Simbolo della confraternita e strumento di lavoro fondamentale è appunto il "bigoearo": uno sgabello a cui è collegato un cilindro in cui viene posto l'impasto dei bigoi che viene estruso tramite una vite senza fine spinta dalla forza umana. L'evoluzione tecnologica ha modificato solo parzialmente questo oggetto così simbolico, tutte le operazioni vengono ancora svolte manualmente senza ausilio di automazioni. Unica innovazione introdotta è stata l'inserimento di cuscinetti a sfera a livello dell'ingresso della vite (per ridurre gli attriti ed evitare il surriscaldamento della vite stessa). 
Due nostri colleghi JEsters sono anche dei confratelli e questo ci consente ogni anno di visitare la linea di produzione e di metterci alla prova seduti sul bigoearo per contribuire, per qualche minuto, a torchiare bigoi. Come vuole il rituale prima di salire sul palco è necessario indossare il caratteristico cappellino bianco..questa una delle immagini rubate all'interno dell'enorme tendone.
Come si può intravedere un minimo di automazione è stata introdotta grazie a delle speciali biciclette che permettono di torchiare pedalando, molto meno faticoso e più veloce. La maggior parte dei bigoi prodotti provengono comunque dalle numerose postazioni su cui si alternano i confratelli durante tutte le serate della sagra.
Fa sempre piacere vedere come in giro ci sia sempre più gente interessata e intenzionata a mantenere vive usanze locali soprattutto culinarie, ci vorrebbero molti più angoli caratteristici dove mangiare sani cibi artigianali; vedremo se, questa volta, il nostro Bel Paese riuscirà a distinguersi durante l'Expo che sta per cominciare, sarebbe un bel modo di ripartire con stile..perché lo sappiamo tutti: Italians do it better ;-)