giovedì 12 febbraio 2015

Welcome to hell

Settimana particolarmente noiosa, sono rinchiuso in casa a studiare per il prossimo esame; la mia unica parentesi di libertà è, come per i detenuti, l'ora d'aria che, nel mio caso, sono gli allenamenti. Sveglia clemente intorno alle 8 e via di corsa, in questi giorni peraltro il cielo è splendido e le temperature sono quasi gradevoli, il sole mattutino è piacevolmente tiepido. Durante l'uscita di stamattina un piccolo particolare ha stimolato la mia memoria.
Erano le 9 circa e stavo percorrendo il vialone che passa davanti all'università in direzione casa. Ho notato un grande assembramento di ragazzi nel piazzale antistante la sede di viale Margherita e mi sono chiesto come mai ci fosse così tanta gente in università. Subito ho pensato a qualche esame e, tornato a casa, ho aperto il pc e ho dato un'occhiata al calendario della sessione. Ebbene oggi era il grande giorno quello del primo vero esamone da ingegnere: Analisi I. Dovete sapere che quest'anno gli iscritti al primo anno sono un numero davvero enorme rispetto ai precedenti, siamo una delle poche università in controtendenza relativamente alle nuove immatricolazioni; i nuovi studenti di ingegneria gestionale sono circa 450. Facile il confronto con la mia iscrizione (eravamo in 280) oppure l'anno scorso (250 circa).
Analisi I è sempre considerato il primo vero esame per una serie di motivi, primo fra tutti quello cronologico, è solitamente il compito che apre la prima sessione di esami di una matricola. Altro motivo è che per la prima volta uno studente deve gestire in autonomia l'apprendimento di nozioni teoriche e la loro applicazione negli esercizi senza che ci sia un docente "carabiniere" a darti i compiti a casa o che interroghi in classe. Si è in un ambiente molto più grande del solito e il rischio di perdersi è elevatissimo tant'è che delle 280 matricole del mio anno ad oggi si sono laureati poco più di 150 ingegneri triennali. La difficoltà principale dell'esame è però l'esame in sé; abituati a seguire le regole ed imparare a memoria formule e dimostrazioni ci si trova davanti al foglio degli esercizi e si rimane sempre spiazzati; all'esame niente si risolve con il solo formulario. In tutti gli appelli d'esame vengono infatti proposti esercizi su varianti e casi particolari di ciò che si è visto a casa o in classe; solo se si è in grado di piegare e declinare le regole si sopravvive, il vero scoglio è dover pensare fuori dagli schemi preconfezionati con la pressione del tempo che scorre. Venire bocciati succede a moltissimi, è importante in questi casi accettare la sconfitta e imparare dagli errori; sbagliare si può, ecco magari evitare di ripeterlo 5-6 volte.
La mia esperienza personale con Analisi è stata meno traumatica di quanto avevo preventivato, bocciato al primo anno ho frequentato nuovamente il corso l'anno successivo ed ho passato l'esame al primo appello utile con un discreto 23. Ancora più agevole il percorso della versione evoluta della materia ovvero Analisi II, corso seguito il terzo anno e passato al primo tentativo con un dignitosissimo 24. Opinione mia personale è che passare l'esame di Analisi I rappresenta il primo vero passo del percorso universitario di un ingegnere, qualsiasi sia la sua specializzazione; gli strumenti e il metodo applicati nello studio sono la base fondamentale per preparare al meglio tutto il resto degli esami all'università. Passatemi il paragone ma credo sia come il primo km di una gara, serve a prendere confidenza con i compagni/avversari, permette di incontrare e affrontare le prime difficoltà e regolarsi di conseguenza, questo primo risultato servirà in futuro come termine di paragone.
A tutte le matricole un sincero benvenuto nel grande mondo dell'università, come dicono gli Ska-P in una loro canzone: "hey brother..welcome to hell" ;-)