venerdì 11 luglio 2014

Tra pietre e calci al pallone

Domenica avevo buttato lì un breve commento per l'inizio del Tour de France dicendo che finalmente quest'anno abbiamo buone possibilità di ben figurare anche in classifica generale e ho brevemente introdotto la tappa delle colline inglesi. Riprendo oggi l'argomento perché in queste prime 6 tappe è successo di tutto. Il piccolo riepilogo inizia proprio da domenica, seconda tappa, percorso molto duro con 8 salite brevi e toste; come raccontavo nel post sembrava più una classica belga o olandese che una tappa di un grande giro. Detto ciò nel finale si sono scatenati, a sorpresa, tutti i favoriti per la vittoria finale; dapprima la progressione di Contador la risposta, secca e decisa, di Froome entrambi in salita, il gruppo ridotto a una trentina di corridori si lancia in discesa e, dopo due velleitarie trenate di Fulsang la sparata di Nibali ai -2km dall'arrivo. Dietro si guardano e lui vola via e va a vincere la tappa e a vestirsi di giallo. Un finale inatteso e sorprendente e per questo ancora più bello. Ero perplesso però, prendere la maglia gialla così presto di carica di responsabilità in gruppo e mette sotto stress la squadra, Parigi è lontana e pensavo fosse una mossa azzardata mettersi in luce così. Nibali invece è in forma strepitosa e fare la differenza in pianura ne è una prova eclatante. Eh si perché lo Squalo non si è accontentato di difendersi ma ha nuovamente affondato il colpo mercoledì.
La tappa era molto attesa e temuta da tanti corridori, io stesso pensavo che Nibali puntasse a proteggere la maglia al meglio, considerando la pioggia poi il tracciato diventava davvero pericoloso. Partenza da Ypres, cittadina belga nelle Fiandre vicina al confine francese, e arrivo dinanzi alla miniera di Arenberg a due passi dalla famosissima foresta; lungo il percorso 9 tratti di pavé, gli stessi della mitica Parigi-Rubaix in senso inverso. Il Carrefour del'Arbre, Mons en Pévèle, Orchies, tratti di strada pavimentata con le famose pietre del Nord. Come si diceva la pioggia e il freddo hanno martellato i corridori rendendo la corsa dura già dalla partenza; subito una sorpresa: ancor prima del pavé cade due volte ed è costretto a ritirarsi il favorito, nonché vincitore dello scorso anno, Chris Froome. Mentre la maggioranza del gruppo inizia cautamente ad assaggiare le pietre iniziano gli attacchi di chi vuole movimentare la classifica, tra questi bellicosi atleti spicca subito la maglia gialla di Nibali la cui azione fa esplodere il plotone. Si capisce subito che questo episodio segnerà la tappa, in molti non tengono il passo e, grazie alle trenate di Westra e Fulsang, il gruppetto degli arditi guadagna terreno a vista d'occhio; è l'alba di un'altra impresa dello Squalo. A pochi giorni dalla stoccata di Sheffield Nibali dimostra non solo di meritare il simbolo del primato ma anche di essere uno dei maggiori pretendenti per portarlo a Parigi. Nel finale anche il gruppetto di testa si sgretola e, mentre l'olandese Lars Boom si invola verso il traguardo, il trenino Astana continua a mettere strada tra sé e il resto del mondo. All'arrivo il verdetto è impietoso, l'unico a limitare i danni è il giovane polacco Kwiatowsky mentre i vari Contador, Valverde e Van Gardener giungono a Arenberg con più di due minuti di ritardo. Grande merito al coraggio di Nibali che si sta dimostrando ottimo protagonista e interprete di queste tappe, speriamo che la condizione permanga tale anche sulle salite dei Vosgi (che si affrontano nel fine settimana), sulle Alpi (fine settimana prossima) e sui Pirenei (nei giorni successivi). Al momento il corridore più pericoloso è sicuramente Contador, fortissimo in salita e guidato da un esperto direttore sportivo in grado di mettere alla frusta la squadra (la Saxo-Tinkoff) per minare la strada da qui a Parigi a tutti gli avversari del Pistolero. Mi aspetto che si inventi qualcosa e le tappe che stanno arrivando sono terreno ideale per lanciare attacchi. I finali di domani e di lunedì ben si prestano a rivoluzioni in classifica.
Ci aspetta un bel weekend di sport, oltre al Tour ci sono le finali del mondiale; sabato finale 3°-4° posto, spero di consolazione, per il Brasile contro un'anonima Olanda mentre domenica la grande finale nel tempio del Maracana tra la corazzata Germania e l'Argentina.