venerdì 25 luglio 2014

Chaleur in Valpadana

Sto un po' trascurato il blog per carenza di ispirazione ma in questi giorni ho raccolto un po' di cose da raccontarvi.
Come al solito c'è un sottile filo che collega tutti i vari episodi ed è la chaleur, termine francese che tradotto letteralmente significa caldo ma viene usato comunemente per indicare l'afa.
Caldo umido e opprimente che aumenta sensibilmente la temperatura percepita dal corpo. E' tipico delle aree poco ventilate e con gran presenza di acqua; in Francia si associa il termine chaleur al Tour, si dice che sia il vero nemico di ogni corridore soprattutto nelle lunghe tappe alpine o pirenaiche. In Italia invece il si incontra spesso nelle città di pianura, dove questo fenomeno è infatti alimentato dal calore emanato dall'asfalto e dai muri dei palazzi ed intensificato dai fumi di scarico del traffico.
Chaleur, quindi, che mi ha accolto martedì a Brescia dove dovevo svolgere dei sopralluoghi di rilevamento prezzi e inventario. Non ero mai stato a Brescia e ho scoperto/imparato diverse cose. Il comune di Brescia è il secondo in Lombardia per popolazione (+ di 650mila abitanti) anche se la città vera e propria conta "solo" 190mila anime; la città ha una pianta tipicamente romana per quel che riguarda il centro da cui poi si sviluppano diramazioni che seguono il profilo delle montagne circostanti. Parlando di questioni curiose ho scoperto che:
- Brescia ha una linea di metropolitana di moderna concezione;
- le commesse di MediaWorld parlano tutte come Sara Foresti di DJCI;
- il traffico è spaventoso, ho impiegato 48 minuti per percorrere 4,7km in orario di punta;
- gli imbecilli al volante sono in numero pari o solo leggermente inferiore rispetto al numero di autoveicoli circolanti.
Mercoledì sono stato invece a Padova, portandomi a spasso un bello zainetto di chaleur, per andare ad un colloquio di lavoro. Come al solito, per questo tipo di trasferimento, ho preferito un "comodo" viaggio in treno. Viaggiare con Trenitalia ti da due sole certezze: il tuo convoglio è puntualmente in ritardo ma trovi sempre piacevole (esteticamente parlando) compagnia.
La chaleur si è fatta pesantemente sentire durante i miei ultimi allenamenti, unica giornata relativamente fresca proprio ieri, giovedì. Per il resto alte temperature e tassi di umidità elevatissimi mi costringono a sveglie all'alba o ricercare un po' d'ombra tra gli alberi di parco Querini.
Tour de France infine, dove la chaleur si è fatta sentire poco; l'unica tappa arroventata è stata la frazione alpina con l'arrivo a Chamrousse. Le tappe pirenaiche di questi giorni ci hanno consegnato una classifica in rapido mutamento nelle posizioni; classifica dominata e controllata dal re giallo Nibali che, seduto comodamente e saldamente sul suo trono, si è preso il lusso di imprimere il suo sigillo anche sull'ultima tappa di montagna. Meravigliosa la sua solitaria cavalcata lungo le rampe di Hautacam, dietro di lui intanto gli altri si scannavano, coltello tra i denti, per limare ritardi o per guadagnare secondi su gli avversari. Al termine del trittico pirenaico i contorni del podio sono poco definiti. In tre si contenderanno, nella crono di domani, i due posti rimanenti del podio. Il favorito per il secondo posto è il giovane Pinot che si è dimostrato il più in palla dei tre e, dicono in Francia, a crono si difende bene; per il terzo posto vedo Pèraud messo meglio rispetto a Valverde, lo spagnolo l'ho visto veramente messo male sui Pirenei e temo che la sua età non lo aiuti in termini di energie residue. Unico possibile incomodo l'americano Van Garderen, in forma e decisamente forte a cronometro, il suo ritardo di quasi 4' dal podio implica però il realizzarsi di un'impresa epica. Per la vittoria della tappa vedo un unico grande favorito: il panzer Tony Martin, ha dimostrato di avere motore eccelso nelle tappe alpine e si è "riposato" in queste pirenaiche. Aspettiamo quindi la passerella finale di Parigi per incoronare, finalmente, un re giallo che viene dall'Italia; ricordo che l'ultimo italiano che è arrivato in giallo a Parigi era stato Pantani, nel 1998. Quanti ricordi..chaleur, pioggia, pendenze estreme..nulla fermava il Pirata.. Infatti è stato lui stesso a mettersi nelle condizioni di fermarsi, anzi, schiantarsi..
Se avete visto le mie foto atletiche avrete sicuramente notato che porto una bandana, sempre la stessa da quando ho iniziato; a parte la questione pratica di trattenere il sudore ed evitare che grondi negli occhi è un mio personale ricordo per chi andava veloce in salita per far durare meno la sofferenza della scalata..