lunedì 14 luglio 2014

La legge del campo e della strada

Sono quasi le 23:30 di un'uggiosa domenica d'estate; me ne sto al tavolino di una birreria con una bionda doppio malto quasi finita davanti, seduto di fianco c'è Andrea, mio ex-collega di Sky, che di calcio capisce poco ed è praticamente astemio.. All'improvviso si alza il vociare che viene dalla televisione, seguo attento con lo sguardo la volata di Shuerrle sulla fascia, è quasi arrivato sul fondo quando fa partire un traversone verso il centro; solo al limite dell'area piccola c'è Goetze che arpiona il pallone, riesce a colpirlo al volo e lo insacca in fondo alla rete. E' il goal che regala alla Germania il suo quarto titolo mondiale e rimanda i sogni di gloria argentini alla prossima edizione della Coppa del Mondo.
E' stato un bel mondiale, quasi tutte le partire sono state ricche di emozioni e goal. Nonostante la delusione del Brasile padrone di casa (sconfitto anche nella finale 3°-4° posto dall'Olanda) l'organizzazione è stata impeccabile e il risultato complessivo molto al di sopra di quanto mi aspettassi.
La Fifa ha premiato Messi come miglior giocatore della manifestazione e io non mi trovo d'accordo con tale affermazione; il povero "Vomitino" non ha mai inciso realmente nelle partite che contavano. Lui, insieme a Neymar, erano le stelle tanto attese che alla fine non hanno brillato per quanto promettevano. Goal e azioni splendide solo contro le "piccole" squadre, tanto lavoro a metà campo ma entrambi limitati adeguatamente nei match che pesavano maggiormente. A mio modo di vedere il migliore del mondiale è stato un giocatore di cui si è parlato pochissimo, uno di quelli che ti accorgi che esiste solo quando non scende in campo. Parlo di Bastian Schweinsteiger, fondamentale pedina del centrocampo tedesco; durante il mondiale ha corso più di 12km a partita recuperando palloni e pressando i costruttori di gioco avversari. Una cerniera indispensabile per le ripartenze tedesche ma anche piedi educati e sguardo ampio nel distribuire gioco quando la Germania è stata in possesso della palla. Come nella canzone di Ligabue lui è proprio un mediano, uno che "finché ce n'hai stai li, nel mezzo.. anni di fatiche, botte e vinci casomai il mondiale".
Parlando sempre di sport c'è stato il weekend lungo del Tour de France con delle bellissime tappe. Sabato il finale splendido sul muro di Gérardmer con Contador all'attacco e Nibali incollato alla sua ruota posteriore, lo sguardo dello Squalo fisso in avanti per incrociare e sfidare quello del Pistolero ogni volta che lo spagnolo si girava per controllare la situazione. Domenica la solita fuga "bidone" che guadagna 7 minuti, la gioia del francese Gallopin che potrà sfoggiare la maglia gialla nel giorno della festa nazionale del 14 luglio, la maestosa impresa di Tony Martin che lascia i compagni di fuga ai -50km dall'arrivo e si invola verso il traguardo come un motorino. Oggi infine il tappone dei Vosgi, tantissima salita e più di 4000m di dislivello per sconvolgere la classifica; purtroppo l'evento che scombina l'intero Tour è la caduta e conseguente ritiro di Contador. La tappa è vinta dal nostro Nibali, sempre più padrone della corsa, che stacca tutti sull'erta finale e si riprende la maglia gialla. Come detto però da ora in avanti il Tour sarà totalmente diverso, lo Squalo si ritrova quasi senza avversari, i due più titolati e più in palla si sono ritirati e la corsa ora diventa necessariamente più povera. Nibali si sta dimostrando all'altezza di quanto è richiesto a un favorito del Tour, attacca, inventa e non si limita solo a difendersi e spero che continui con questa mentalità; purtroppo gli antagonisti rimasti non sono allo stesso livello, Porte e Valverde li vedo troppo passivi mentre i vari giovani transalpini (Bardet, Pinot e Péraud) troppo inesperti al cospetto di Nibali, i rimanenti (van Garderen, Mollema, Kwiatkowski, Rui Costa) al momento non sono pervenuti..
Un Tour oserei dire mutilato, spero solo che Nibali riesca davvero ad arrivare a Parigi in maglia gialla altrimenti saranno in molti a dubitare del vero valore dello Squalo, finora le sue vittorie sono state accomunate da pesanti assenze o da defezioni in corsa dei suoi avversari principali. Una sua non vittoria a questo Tour risulterebbe, visto quanto dimostrato finora, un fallimento totale.
Come la Germania ha vinto il mondiale perché si è dimostrata la squadra più forte tifiamo affinché Nibali dimostri lungo le strade del Tour di essere il ciclista più forte e meritare questa vittoria..