Passata la sbronza di
emozioni di Berlino la vita ricomincia dove l'avevo lasciata giovedì
26 settembre. Il rientro alla realtà è stato graduale, il primo
piccolo passo martedì pomeriggio con Tropical Pizza poi, mercoledì
mattina, la mia classica corsetta mattutina al parco. Devo dire che
rimettere le scarpette non è stato così traumatico come credevo,
muscolarmente ho recuperato bene e velocemente. Altro piccolo passo
venerdì con la ripresa delle lezioni in università, ennesimo primo
giorno di scuola e questa volta spero davvero sia l'ultimo. Questo
semestre due i corsi da seguire con l'obiettivo di passare i
rispettivi esami, più il difficile e complicato doppio impegno di
fisica tecnica di cui voglio sbarazzarmi il prima possibile. Secondo
semestre molto più morbido con gli ultimi due esami per giungere
all'agognato traguardo della laurea.
Oggi il passo finale per
rientrare nel mondo reale, otto ore di “sano” lavoro cercando di
spiegare a innumerevoli figli di papà esaltati e ad altrettanti
indobangapakistani che esiste una sottile differenza tra uscita sul
mercato di un prodotto e la sua effettiva presenza fisica nei negozi.
La gente fa un po' fatica a capire che quando al tg dicono che esce
il nuovo padella-phone con una mela mangiucchiata serigrafata sulla
scocca non significa che tale gingillo tecnologico è bello e pronto
in qualunque negozio di elettronica; a molti sfugge totalmente la
questione dei tempi di distribuzione e commercializzazione. Siamo si
in una società globalizzata ma, fortunatamente, esistono ancora
distanze immense tra i centri logistici Apple in USA e negozi ubicati
in remote località venete come Arzignano. Dopo la pausa pranzo ero
molto tentato di scrivere un cartello con scritto “I-phone 6
esaurito, tornate dopo il 13 ottobre” ma il mio capo reparto
sostiene che tale informazione sarebbe lesiva per la reputazione del
punto vendita..
La dura legge del mercato,
se il cliente chiede bisogna rispondere con cortesia e accontentarlo.
Purtroppo la tiritera andrà avanti per molto, i pezzi in arrivo sono
appena sufficienti a coprire le prenotazioni che abbiamo in carico;
mi attende un mese di giustificazioni plausibili da dare in pasto a
clienti affamati di mela mangiucchiata. Non mi permetto di criticare
le caratteristiche tecniche o le sempre maggiori funzionalità dei
dispositivi di Cupertino ma provo un po' di pena per parte della
clientela che li acquista. Passino i figli di papà (o i papà
imprenditori) che comprano Apple solo perché ce l'hanno tutti i loro
colleghi/amici ma trovo decisamente penoso vedere gente che chiede
finanziamenti o prestiti solo per avere in mano un pezzo di alluminio
e vetro che, tipicamente, sfrutteranno al 10%. Questa rincorsa agli
status-simbolo mi risulta sempre più incomprensibile, capisco il
momento di crisi ma ostentare un I-phone comprato a rate non mi
sembra un gran biglietto da visita per sentirsi accettato da questa
società malata di consumismo. Buon viso a cattivo gioco, per quanto
trovi poco morale far girare il giocattolo Mondo con questi
meccanismi capire come funzionano le cose fa parte del mio futuro
lavoro e per farlo bene sono consapevole di dovermi adeguare per
calarmi nel sistema. L'importante è avere un piccolo orticello dove
coltivare qualche soddisfazione personale; come ha detto il vate Aldo
Rock ieri a DJCI è la consapevolezza che ci dà la forza di
rincorrere i nostri sogni. Consapevolezza, olio prezioso per gli
ingranaggi del cervello, quella sensazione che ti porta a pensare
sempre avanti.
Il capotreno ha già
fischiato, tutti in carrozza, il Freccia Gialla sta ripartendo, final
destination ancora da decidere..