lunedì 8 settembre 2014

Hangover

ovvero, the day after.. Dopo una gara lunga e col finale duro come quella di ieri è normale avere dei postumi dolorosi. Uscire dal letto dopo la Marcialonga Running può essere tutt'altro che banale. Anche se sei allenato e abituato, quando corri una gara come la mia di ieri le tossine nei muscoli delle gambe si sentono.
Sveglia quando era ancora buio, alle 5:30, colazione sostanziosa e poi via, in macchina verso Cavalese. Parcheggio e poi in autobus fino alla partenza di Moena. Il voler essere sul posto presto è cosa voluta, quando le gare sono importanti preferisco fare le cose con calma e con meno stress possibili. Ritiro pettorale all'ufficio gara allestito dentro il bel teatro di Moena, dove nell'atrio è stato allestito un plastico rappresentativo della valle di Fassa; la particolarità di questo plastico è il materiale con cui è costruito: il Lego. A fondo pagina vi lascio le foto di questa curiosità che ha un po' illuminato il pre-gara. Solito rituale con lungo e blando riscaldamento, un po' di progressioni e allunghi e poi schieramento in griglia. Temperatura e umidità gradevoli, giornata ideale per correre forte, pochi pensieri in testa mentre stringo la bandana e mi preparo allo sparo, puntuale alle 9:30. Un po' di traffico nel primo kilometro ma ho ormai imparato bene a svicolare le lumache e trovo strada libera in poco spazio. Primo tratto del percorso interamente sulla ciclabile, strada veloce in leggera discesa che invita a ritmi pericolosi, mordo a ripetizione il freno ben conoscendo le difficoltà che mi attendono e seguo la mia tabella ideale. Con precisione quasi svizzera replico fedelmente i parziali programmati: 5°km in 21'11", 10°km in 42'22", 15°km in 1h03'45". Nel tratto pianeggiante tra Panchià e Lago di Tesero tiro un po' il fiato e mi rifornisco bene, alla mezza maratona timbro 1h29'56", tabella rispettata quasi al secondo. Le gambe girano ancora molto bene, svolta a destra e imbocco il ponte sull'Avisio, poi sottopasso della statale, si esce già in leggera salita. E' nel sottopasso che mi trasformo da mite runner in squalo assetato..seguo l'odore del sudore e della fatica degli avversari e sbrano chiunque mi trovo davanti. Passi brevi e frequenze molto alte, sembro un motorino che passa a velocità doppia gli altri corridori, molti dei quali pagano caramente una partenza troppo veloce. Vari tratti sterrati e il suggestivo passaggio in galleria poco prima della stazione degli autobus, da lì la strada spiana per gli ultimi 450m, una volata imperiosa e ultimo sorpasso proprio sulla linea del traguardo. Tempo finale 1h52'07" per un eccellente 227° posto assoluto (su 1700 partenti). Due dati che confermano l'impresa compiuta nel tratto finale: al passaggio alla mezza maratona ero 254° (27 posizioni rimontate in meno di 5 km) e un parziale di 22'11" nei 4,5km finali (140m di dislivello in salita).
Oltre alla soddisfazione personale ci sono altri vantaggi nell'ottenere un risultato così buono, spogliatoio poco affollato, attesa per la doccia molto breve e acqua calda, fila per il pasta party quasi inesistente; i piccoli piaceri di arrivare tra i primi. Fugace momento di gloria quando il tuo pettorale viene pescato per i premi ad estrazione, vieni "intervistato" dal presentatore e scendi dal palco con un gran bel cesto di roba buona da portare a casa sorridendo ai molti sguardi invidiosi..
Ora vado a sciogliere un po' i quadricipiti femorali, altrimenti domani non riesco neanche ad uscire dal letto