Come ampiamente
anticipato il weekend appena trascorso era incentrato sulla gara di
sabato pomeriggio, da Brunico a Campo Tures, 17,6km nel verde della
valle Aurina. Prima di parlare di corsa mi permetto una breve
digressione sul viaggio per arrivare a Brunico perché è
stato un mezzo calvario.
Ore 12:53 partenza da
Sevignano, sotto una pioggia battente; le previsioni non davano
spazio a incertezze, sarebbe stata una giornata decisamente bagnata.
La distanza da coprire in macchina era notevole, ben 170 km per due
ore abbondanti di guida tra autostrada e provinciali di montagna.
Inizio tranquillo, svolgo rapidamente la pratica val di Cembra e
verso le 13:20 imbocco la A22 in direzione Brennero. Il traffico
verso nord è scorrevole, cosa che non si può dire della direzione
opposta dove continui incolonnamenti bloccano i veicoli che si
dirigono verso Trento. La cosa che mi ha sconvolto di più sono state
però le code di macchine che si formavano all'ingresso delle aree di
servizio e le folle oceaniche che prendevano d'assalto gli autogrill.
Io stesso, fermandomi a fare il pieno di gpl alla macchina, ho dovuto
fare slalom tra turisti spaesati e auto parcheggiate ovunque
all'interno dell'area di servizio, una situazione mai vissuta e
davvero allucinante.
Il mio viaggio prosegue e
incontro diversi rallentamenti fino a Bolzano, da lì in poi andatura
regolare e veloce fino a Bressanone. Uscito dall'autostrada inizia il
tratto che più mi preoccupava, la strada statale della val Pusteria.
All'inizio nessun particolare problema ma dopo qualche kilometro si
materializza il terrore di ogni automobilista impegnato in montagna:
il camper. Ora, io non ho nulla contro i turisti che vanno in ferie
su una casa con le ruote ma su di una strada di montagna, per quanto
ampia e con scarsa pendenza, il camper è lento e occupa interamente
la visuale di chi gli sta dietro. Risultato: 25 km a ruota di una
lumaca targata Padova senza riuscire a vedere a più di 5m dal cofano
della propria macchina. Tentare di superare equivale infatti ad un
tentato suicidio visto che, oltre alla visuale ostruita, c'è da
considerare il traffico molto sostenuto in direzione opposta e il
profilo della strada tutt'altro che rettilineo. Raggiungo finalmente
Brunico e proseguo lungo la valle Aurina giungendo a Campo Tures alle
15:14 dopo 2h e 39 minuti di estenuante viaggio, tra automobilisti
che non sanno dove sono o non sanno dove stanno andando; io mi chiedo
ma cosa te lo compri a fare un navigatore se tanto poi ad ogni
incrocio inchiodi per leggere i cartelli?? Beati i tempi delle
cartine del Touring Club, per leggerle dovevi quantomeno accostare..
Traffico e ignoranti al
volante a parte, la gara è stata decisamente positiva. La pioggia ha
smesso durante il riscaldamento e, poco prima della partenza, è
uscito pure il sole. Distanza “anomala” come si diceva di 17,6km
e percorso ondulato; primi 4 km con diverse salitelle, un paio
impegnative, poi si imbocca la ciclabile e si prosegue in
leggerissima salita fino all'ultimo km, in corrispondenza del ponte
sul torrente Aurino che fa da porta d'ingresso al finale della corsa
nel paesino di Campo Tures. Come programmato con il coach Pedri
partenza controllata e ritmo “tranquillo” fino al 10°km
dopodiché cambio di passo e ultimi km con libertà d'azione. Da
bravo soldatino mi sono schierato abbastanza avanti nel blocco di
partenza per evitare il più possibile il traffico della partenza e
poter velocemente impostare il ritmo prefissato. Primo kilometro
timbrato in 4'16” mordendo il freno ed evitando collisioni, appena
fuori Brunico imposto il pilota automatico sui 4'20” e navigo
tranquillo fino al primo rifornimento osservando il piacevole
paesaggio e sorridendo agli applausi delle persone che ci incitano da
bordo strada. Nei pressi del 9°km prendo un gel e recupero un po'
d'acqua dal ristoro volante; giungo al 10°km e il cronometro si
ferma sui 43'06”, compiaciuto della mia prestazione controllata
inizio ad aumentare leggermente la falcata. Giungo in breve al 13°km,
mi sento molto brillante e le gambe girano davvero bene, cambio passo
e inizio a spingere in maniera decisa; comincio da subito a
recuperare metri sui vari atleti che ho in vista. Ampia falcata e
appoggi leggeri, gli ultimi 3 km volano sotto le mie scarpette, dal
14° al 17°km il parziale è di 12'25”, gli avversari li mangio
come biscotti inzuppati nel latte a colazione. Attraverso il ponte,
ultimi 600m e altro cambio di passo, falcata un po' più corta ma
frequenza aumentata, una lunghissima volata in pieno centro di Campo
Tures; neanche mi accorgo di quelli che sorpasso, ultima curva e mi
fiondo sul traguardo come un falco in picchiata su una preda, trillo
del cronometro che si ferma, 1h14'47”. Mi complimento con me
stesso, davvero una prestazione notevole, ritmo controllato e compito
eseguito alla perfezione, cambio di passo e finale che mi hanno
entusiasmato, ho corso davvero bene. Qualche minuto di defaticamento
poi ritiro borsa e pacco gara; mi avvio verso una meritata doccia.
Dopo una mezz'oretta di nuovo in zona arrivo per un veloce e gradito
piatto di pasta, la giornata non è ancora finita.
Ore 20:54, via Carducci,
Bressanone; parcheggio la macchina e chiamo il mitico Patrick Canal,
amico di vecchia data, eravamo colleghi promoter al MediaWorld di
Bolzano. Siamo d'accordo d'incontrarci per uscire, c'è la sagra in
questi giorni; la serata prosegue in vecchi aneddoti di lavoro,
discorsi di pallavolo e tante risate. Ci fermiamo in un paio di stand
a mangiare “ciccionate” (come le chiama lui) ovvero dolci tipici
della tradizione alpina ad alto contenuto di zuccheri e grassi. La
migliore ciccionata è ovviamente lo strauben, rigorosamente annegato
nella marmellata di ribes (o di frutti di bosco). Verso mezzanotte
abbandono la piacevole compagnia del mio amico e ritorno pacifico
verso Sevignano. A quest'ora in giro non c'è nessuno ed il veloce
scorrere dei cartelli kilometrici dell'autostrada è quasi piacevole.
Che dire in conclusione,
tanta fatica e tanto stress ma anche soddisfazione e qualche risata;
in fondo è stata una gran bella giornata
P.s: titolo liberamente
tratto da “per un pugno di dollari” riadattato visto il pacco
gara “particolare”