Manca solo un mese
all'agognato evento, 31 passi per arrivare al “giorno dei giorni”.
Ultime due settimane di allenamento intenso, nel mezzo il test alla
Marcialonga Running, poi riposo e rifinitura. Dopo la buona
prestazione di Brunico anche il coach si sta convincendo che a
Berlino io possa fare una gara di livello e sta iniziando a darmi
consigli sul cosa fare e non fare in una maratona. Partire piano,
restare concentrati, studiare i rifornimenti, stare tranquillo fino
al 30°km e poi iniziare ad aumentare il passo (se c'è ancora
benzina in corpo). In gare così lunghe è importantissimo avere
pazienza e cercare di godersi un po' anche il panorama..
Stessa solfa per quel che
riguarda gli esami, questi sono gli ultimi giorni di studio pesante
poi, settimana prossima, proverò a dare un esame abbastanza rognoso.
Verrebbe da dire che poi sarà vacanza ma, purtroppo, non è
esattamente così. Passano i giorni ma il telefono non squilla e sono
un po' preoccupato per il lavoro che non arriva, sono due mesi che
non ho uno stipendio e la cosa comincia a pesarmi. Vorrei davvero
trovare un modo per impegnare costruttivamente le mie giornate e
averne un ritorno di soldi che mi faccia tirare avanti un po' più
sereno.
Chi sembra vivere
serenamente, nonostante orari massacranti, è la Principessa. Esce di
casa presto, a volte torna per pranzo poi la sera rientra sempre
abbastanza tardi. La vita al maneggio segue il progredire del giorno
e i cavalli hanno bisogno di essere seguiti costantemente, l'impegno
è notevole ma lei è quasi sempre sorridente. Se alla sua età
riesci a sopportare questi ritmi e avere ancora la forza di prendere
in giro un anziano sovrano quando torni al castello alla sera
significa che quello che fai ti piace davvero.
Vederla rientrare stanca
ma soddisfatta ogni giorno mi fa pensare ad uno dei pochi libri che
ho letto ultimamente “gli Sdraiati“ di Michele Serra,
editorialista de “la Repubblica”. Nel libro racconta, prendendo
ispirazione da suo figlio adolescente, dell'atteggiamento poco
combattivo dei giovani moderni; adagiati sulla vita che i genitori
hanno servito loro già pronta, incapaci di costruirsi un domani
coltivando i loro desideri e ambizioni. Dal libro potrebbe trasparire
la rassegnazione dilagante tra le nuove generazioni, come a dire che
se le cose stanno andando male non è colpa loro e quindi loro non
possono far niente per migliorare la situazione; in realtà, tra le
pagine, c'è la chiave per tentare di scardinare questa idea malsana.
Cercare e inseguire con curiosità le proprie idee e inclinazioni è
il motore del cambiamento, il fallimento non esiste, è solo
un'opportunità per capire meglio il meccanismo. Si inizia con se
stessi, poi la somma di vari individui arriva a contagiare la
società; diventa un circolo virtuoso.
E' così che una
ventiduenne inizia a studiare una cosa che le piace e su cui vuole
costruire il suo futuro, anche se questo vuol dire finire a 300 km da
casa oppure andare per un mese in una città lontana solo per
lavorare a questa sua passione. E' così che un ventiseienne si
iscrive all'università e cerca continuamente qualche lavoro da fare
per pagarsi l'affitto e la spesa. E' il desiderio di conoscere che ti
spinge a esplorare fin dove puoi arrivare con la corsa, è la voglia
di capire cosa vuol dire correre che ti fa iscrivere ad una maratona.
Quando li vedi a tavola
che si raccontano le proprie vite ti accorgi subito che il Re e la
Principessa non sono ragazzi qualunque, sono persone che stanno
rincorrendo le proprie idee e stanno riuscendo a realizzare i propri
desideri; sono tutt'altro che sdraiati..