giovedì 28 agosto 2014

Tutt'altro che sdraiati

Manca solo un mese all'agognato evento, 31 passi per arrivare al “giorno dei giorni”. Ultime due settimane di allenamento intenso, nel mezzo il test alla Marcialonga Running, poi riposo e rifinitura. Dopo la buona prestazione di Brunico anche il coach si sta convincendo che a Berlino io possa fare una gara di livello e sta iniziando a darmi consigli sul cosa fare e non fare in una maratona. Partire piano, restare concentrati, studiare i rifornimenti, stare tranquillo fino al 30°km e poi iniziare ad aumentare il passo (se c'è ancora benzina in corpo). In gare così lunghe è importantissimo avere pazienza e cercare di godersi un po' anche il panorama..
Stessa solfa per quel che riguarda gli esami, questi sono gli ultimi giorni di studio pesante poi, settimana prossima, proverò a dare un esame abbastanza rognoso. Verrebbe da dire che poi sarà vacanza ma, purtroppo, non è esattamente così. Passano i giorni ma il telefono non squilla e sono un po' preoccupato per il lavoro che non arriva, sono due mesi che non ho uno stipendio e la cosa comincia a pesarmi. Vorrei davvero trovare un modo per impegnare costruttivamente le mie giornate e averne un ritorno di soldi che mi faccia tirare avanti un po' più sereno.
Chi sembra vivere serenamente, nonostante orari massacranti, è la Principessa. Esce di casa presto, a volte torna per pranzo poi la sera rientra sempre abbastanza tardi. La vita al maneggio segue il progredire del giorno e i cavalli hanno bisogno di essere seguiti costantemente, l'impegno è notevole ma lei è quasi sempre sorridente. Se alla sua età riesci a sopportare questi ritmi e avere ancora la forza di prendere in giro un anziano sovrano quando torni al castello alla sera significa che quello che fai ti piace davvero.
Vederla rientrare stanca ma soddisfatta ogni giorno mi fa pensare ad uno dei pochi libri che ho letto ultimamente “gli Sdraiati“ di Michele Serra, editorialista de “la Repubblica”. Nel libro racconta, prendendo ispirazione da suo figlio adolescente, dell'atteggiamento poco combattivo dei giovani moderni; adagiati sulla vita che i genitori hanno servito loro già pronta, incapaci di costruirsi un domani coltivando i loro desideri e ambizioni. Dal libro potrebbe trasparire la rassegnazione dilagante tra le nuove generazioni, come a dire che se le cose stanno andando male non è colpa loro e quindi loro non possono far niente per migliorare la situazione; in realtà, tra le pagine, c'è la chiave per tentare di scardinare questa idea malsana. Cercare e inseguire con curiosità le proprie idee e inclinazioni è il motore del cambiamento, il fallimento non esiste, è solo un'opportunità per capire meglio il meccanismo. Si inizia con se stessi, poi la somma di vari individui arriva a contagiare la società; diventa un circolo virtuoso.
E' così che una ventiduenne inizia a studiare una cosa che le piace e su cui vuole costruire il suo futuro, anche se questo vuol dire finire a 300 km da casa oppure andare per un mese in una città lontana solo per lavorare a questa sua passione. E' così che un ventiseienne si iscrive all'università e cerca continuamente qualche lavoro da fare per pagarsi l'affitto e la spesa. E' il desiderio di conoscere che ti spinge a esplorare fin dove puoi arrivare con la corsa, è la voglia di capire cosa vuol dire correre che ti fa iscrivere ad una maratona.

Quando li vedi a tavola che si raccontano le proprie vite ti accorgi subito che il Re e la Principessa non sono ragazzi qualunque, sono persone che stanno rincorrendo le proprie idee e stanno riuscendo a realizzare i propri desideri; sono tutt'altro che sdraiati..